Danze di giraffa, dei nomadi Kalahari
Insegnano che num, è l’energia che bolle
Medita sivohàm, io sono il Bodhidharma
yoga e Dao nell’orto, bagavate shivaja
sommario quartine
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danze di giraffa, dei nomadi Kalahari(ai Zhutwasi del Kalahari e i popoli antichi dell’Africa)
Caccia e raccolta, per la sussistenza Prima della svolta, nell’inconsistenza Nel mondo della vita, ch’è biodiversità Di nomadi vincenti, noi siamo eredità
Composta la tribù, d’umani in cammino Sferzata dai talenti, a volte da disgrazia Deve il gran successo, là nell’evoluzione Ai riti della festa, e danza a profusione
Condivision di cibo, e d’ogni proprietà Servono al villaggio, e intera umanità Magica l’azione, su piante ed animali Per attrarre bestie, noci e melograni
Viene detto hxaro, rito dello scambio Si dona cibo oppure, utensil da lavoro Toglie i disaccordi, questa via d’affetto Ch’è condivisione, di beni del deserto
Tra i nodi della rete, v’è la riconoscenza Che là nel Kalahari, donà sopravvivenza La simpatia s’accresce, la gelosia riduce L’informal neurone, l’armonia produce
Monta e togli le tende, nomade amico Fai nascere ancora, un campo contiguo Specie a evitare, in un gruppo i conflitti Laddove natura, già ha canone affitti
Flessibile luogo, spazio ed ampiezza Nasce un insieme, che cura e fa festa Sorge informale, un villaggio di gente Presso d’un pozzo, o l’acqua sorgente
È fatto il villaggio, da poche capanne Che in semicerchio, guardàn la radura Press’ogni capanna, v’è un bel focolare Che cibo e parole, permette scambiare
Capan palafitte, son varie e più fogge Riparan un poco, in stagione di piogge L’asciutta stagione, ha ripari di rami Intrecciati da donne, ammirabili mani
Dentr’ogni capanna, giacigli di paglia Uova di struzzo, per l’acqua da bere Giocattoli e pelli, cosmetici e frecce Monili e tabacco, con pentole e selce
Uomini e donne, d’armonico scambio Decide fra tutti, il leader d’incanto Le forti persone, dirimon diatrìbe Specie le donne, nutrici più amiche
Siedon insieme, ai bambini parlando con essi giocando, pur sgranocchiando nessuna minaccia, paterna ai bambini gl’insegnano tutto, giocando teatrini
Se comportasi male, ùn bimbo o due Intervien un parente, sposta creature Dal teatro del guaio, in altr’attività Prov’à interessarli, con semplicità
Il rispetto tra i sessi, là nella danza Restaura armonia, su ogni lagnanza Giraffa che danza, per fare la cura Libido azione, che gioia procura
Zutwasi oggi, son popol senza terra Oppressi dalla fame, alcol e dilemma Reagiscon tutto ciò, còn danze di cura Ri-fondendo vita, allà propria cultura
Danze estenuanti, con sudor torsioni Riflettono i dolori, di varie transizioni Che il popolo vive, aglì snodi del tempo Quando sta sull’orlo, dell’annientamento
Guarire è affermare, svelare se stessi Incanalar un flusso, di viaggi di misteri Entro a una cultura, di spiriti antenati Così che l’alleanza, dia forza a noi rinati
Guarigione è passaggio, della coscienza Compiuta transizione, ad un significato Al fin dell’armonia, cercata con il tutto Comunità che cura, se stessa dopotutto
Danza è occasione, scambi molti modi Intimi ed intensi, descritti già nei miti Quando i Zutwasi, attraverso guaritori Contattano i reami, di spiriti interiori
Homo cerca num, sapendo ch’è penoso In quanto la ricerca, a sua natur s’addice Dio c’ha dato il num, a mezzo d’antenati “Per salvar la vita”, ci dicono i Zutwasi
In origine bevemmo ai corpi poi passammo Il sudore con il num, ai giovani donammo Ci disse Kinachau, gran vecchio Zhutwasi Raccont alla tua gente, Giraff e le sue fasi
Invito assieme sfida, cura è applicazione D’eterna conoscenza, alla vita quotidiana Sapienza raccontata, modo sempre nuovo Chiaro ed accurato, per liberare l’uomo
Se raccontar fallisce, storia vien distorta Scende sottosuolo, per più generazioni Purificato il dire, torna in superficie Accessibile ritorna, parla e tutto dice
Se molta fede hai, negli assiomi num Connesso tu rimani, a via degli antenati Se credi avere mana, num dei Zhutwasi La trance ti riaccade, riaprendoti canali
Volendo bere il num, cercan distensione Gruppo ed individui, da liti e da tensione Poiché viene il sentire, bene amplificato Spiraglio guaritore, modello è stimolato
Se num vien attivato, ricrea la relazione Tra uman e sovrumani, lotte di coraggio Cònfronto o conflitto, affermano sostanza di vincere incertezza, ai fin dell’esistenza
Pur la modernità, è shift o spostamento Verso una realtà, di vita in cambiamento Le forze di esistenza, e di sopravvivenza Per vincere incertezza, slittano coscienza
Descrive questa storia, il potere curativo Di una comunità, che trova il suo motivo Motivo che attraverso, una trasformazione Della uman coscienza, và in condivisione
Sopravvivenza umana, dipende da rituali In cui si fa esperienza, dei transpersonali Partecipare ad essi, ci porta a concepire Comunità che viaggia, su identico sentire La danza di Giraffa, è un modo a dialogare Con crisi transizioni, incertezze cui parlare Puoi superar paure, cocendo a fuoco lento Lavoro della cura, in gruppo più contento
“Boiling energy, healing dance among Zhutwasi of Kalahari” Richard Katz
La danza di Giraffa, è metodo di cura Dove il cacciatore, diviene il guaritore Raccoglitrici donne, sempre di supporto Cantano battendo, mani e loro corpo
Giraffa è religione, scienza e medicina Danza non-verbale, kia è la sua chiave[2] Confronta le incertezze, le contraddizioni Così che il gruppo sani, l’ostili relazioni
Si cura mente e corpo, la nel solco danza Si lotta col dolore, con forza con costanza Spendere una notte, nell’intimo del gruppo Fa ritrovar piacere, alla gente dopotutto
La danza può aver luogo, per una malattia Parlare ad antenati, il ritorno d’un parente Una caccia ben riuscita, visita importante Affronta depressioni, dà vita all’esaltante
Più fuochi sono sparsi, quà e pure di là Si scherza si conversa tutt’attorno ai fuochi Intensa è l’atmosfera, alle ore ventitré I passi di Giraffa, imitati or sono olè!
Essere alla danza rende i nostri cuori Felici ed eccitati, empatici e presenti Fuoco della danza, vien acceso al centro Si siedono le donne, in intimo convegno
Spalle e cosce donna, ora son in cerchio Battono le mani, al ritmo d’entusiasmo Mentre i danzatori, fanno tutto intorno Solchi sulla sabbia, danzando in girotondo
Abiti ordinari, con qualche piuma in testa Bastone da passeggio, guida con costanza Sonagli su caviglie, coi passi fanno festa Esaltano il tessuto, trama della danza
Il batter delle mani, ènfatizza il tutto Innestano le voci, su melodia del gruppo Lunghezza d’ogni canto dipende dall’umor Tre o 5 minuti, se l’entusiasmo è in fior
Senza kia nell’aria, danza non decolla Tutto pare smorto, pur se v’è la folla Se il num bolle in alto, gridano nel cielo Oh padre mio lassù! aiutami oltre il velo!
Num mi sta prendendo, sta scaraventando Danza va decisa, tra pianti sfoghi ed altro Nessuna presa in giro, può sviar le azioni Iniziano a volare, scintille ed emozioni
Quando il kia è nell’aria, si carican le voci La danza prende forza, senza che tu sforza Brevi movimenti, postura un po’ inclinata Sopra le ginocchia, Giraffa è qui imitata
Sono i piedi alzati, un poco dalla terra Poi stampati bene, netti nella sabbia Quattro sono i passi, o battiti di danza La struttura base, s’innesta a circostanza
I tonfi dei var piedi, vivaci son decisi Accentuano sonagli, tra gemiti sofferti Mostrano la danza, difficile del num rapido vibrare, sudando ancor di più
Canto e danza, inseguono l’un l’altro Preparano la strada, all’ebollir del num Sappi che un kowhedili, stimola tuo kia[3] Scintille ed emozioni, spazzano la via
Stimoli e contagio, scoccano nei corpi Vibrano le carni, dei danzatori al ritmo Ondeggiano le teste, in alto com in basso Cavigliere al cocco, fanno gran fracasso
I danzatori spesso, cadono alla terra Giacciono coi corpi, viscidi e sudati Tremano violenti, oppur son senza vita Qualcuno li massaggia, con sudor e dita
Dopo una notte, di canto e di danza Circola il num, tra i danzanti l’istanza Energia illimitata, s’attiva al contagio Risvegliasi d’urto, o pian piano adagio
Num è medicina, energia spirituale Che sale al gebesi, qual caldo fuoco[4] Forte è l’impatto, possente che piano Và contagioso, da umano a umano
Num non positiva, nemmeno negativa Esiste in molte cose, vive e inanimate È libido d’inconscio, isterico arrembaggio Energia del sole, di morte n’è passaggio
Sta nei canti num, come negli umani Nel fuoco della danza, tiene l’abbondanza È forte più è caldo, bolle nel tuo sangue È Fuoco Sant’Antonio, caduceo curante
È mitico dio Ogun, Kundalini serpente È nell’acqua viva, nei frutti fermentanti Dorme quand’è freddo, com acqua stantia Forza grande forma, scalda e tende al kia
Il Kia è un intenso, stato emozionale Attivato dal num, che sale al gebesi La mente ha paura, quando ne mangia Sale in dolore, alla spina e alla pancia
Dorothea Bleek, Sudafrica, 1923:“il Boscimano ama e odia intensamente, è molto leale e molto vendicativo, per tutta la sua vita rimane come un bimbo, poco incline al lavoro, amante del gioco, canto, danza e pittura, ma soprattutto, ama ascoltare e narrare storie”
Kia esperienza, di ampliata coscienza Esprime in più forme, sempre cangianti Produce pensieri, emozioni ed azioni Concatenate, in lunghe collezioni
Madre e figlio, quando fusi in kia Si curano l’un l’altro, sono in sinergia Barcollano oscillando, pur violentemente Coppia stimolante, accende ogni presente
Quando num bolle, ascende sulla spina Il caldo prana crea, un campo guarigione È il danzare che, dà al corpo vibrazione Là nel rituale, la forza sta in azione
Ogni canto scalda, l’energia del num Arriva il potenziale, per passare il kia Danzi ancora danzi, inizi a sudar molto Svesti via l’impaccio, tremi com incolto
Suda Kinaciau, tra smorfie di dolore vibra e poi barcolla, dice “sono in kia?” ferma suo danzare, indossa sonagliere salta là nel cerchio, pronto ad iniziare
L’anziano Kinaciau, entrato è già nel kia! Spasmodico suo corpo, vibra trema danza Si siede e fa tre giri, al fuoco parla e canta Inizia poi a curar, strappand ogni lagnanza
A cadaun presente, le mani pone e stende Lo vedi poi curare, di mezzo fra le donne Cantanti che canzoni, sparan con fragore Intorno a mezzanotte, vibra convulsione
Chi tizzoni ardenti, strofina sotto ascelle Volano scintille, qualcuno ride o scappa Altri in kia bocconi, vengon massaggiati Con sudori unguenti, così son riposati
Or più guaritori, in apparenti angosce Ad uno ad uno in kia, cadono tra loro Guidati dagli astanti, girano a curare Scuotono le mani, a scaricare il male
Parlano discutono, con Dei ed antenati Per salvar le vite, umane dei congiunti Qualcuno sofferente, smette di danzare num vuol raffreddare, Kia può rimandare
Sacro e profano, nessuna distinzione Parlan gli Dei, diretti ai loro umani Son essi sorgente, d’ogni malattia E di quellà energia, che la cura via
Dio venne su terra, narra la leggenda Tra noi e gli animali, là nel Kalahari Dormire con la moglie, non sapeva fare In tutti modi prova, non riesce a penetrare
Gente allor l’insegna, a prender una donna Che gravida dà frutti, due splendidi gemelli Poi un nome assegna, a tutto ciò che nasce I figli Kana e Xoma, allegro cresce pasce
Or Gao Na e Kauha, sono Dei primari Serviti dai gauwasi, cioè spiriti antenati Hanno mogli e figli, e sembianze umane Sebben hanno potere, e forze sovrumane
Beffati e impoveriti, son da umana fame Scherzano tra loro, in agguati fuorilegge Soggetti alle passioni, noia e stupidità Danno al cibo e al sesso, gran priorità
Senza la vergogna, infrangono tabù Gao Na prega se stesso, dice “Io son quà sono sconosciuto, straniero per chiunque nessuno mi comanda, io decido ovunque”
In silenzio i Zutwasi, pregano Gao Na Oppure ad alta voce, se v’è necessità “Mi hai fatto cacciatore, guidami a cacciare dacci la tua pioggia, e insegnaci a curare”
Dio dà num danza, con il fuoco al centro Se il fuoco fai morire, canterai nel buio Le frecce di Gao Na, ci colpiranno in pena Fuoco ha stesso num, là nella tua vena
Il fuoco ritaglia, un cerchio di conforto Che permette al num, di poter bollire Simile a fucina, oppure a una cucina Sua luce da riparo, pulsa e fa da faro
Dio ha creato i canti, dotandoli di num L’ha dati alle persone, in sogni e le visioni Tramite intuizione, o a mezzo imitazione Viaggiano tra i gruppi, senza protezione
I canti del num, son cantati ovunque Più d’ogni altra cosa, pure da chiunque Nelle passeggiate, al lavoro o nel relax Per deliziare i bimbi, a letto o sul sofà
Rilascian loro num, solo nelle danze Con i danzatori, scambiano le istanze Hanno tempi propri, legati alle esigenze Brilla il loro num, secondo le coscienze
Quàndo una donna, canta e va nel kia Uomo è allegria, suo num lo ravviva Potenza che nasce, dalla sessualità Càrisma e danaro, d’ogni umanità
Raccontano i canti, più storie di vita A caccia o in miniera, eventi di sempre Attivati da un urlo, segnale che accende I cambi al registro, e l’alterna corrente
Le economie di crisi, nutrirono le danze Che assunsero la forma, ferro o di giraffa Giraffa è interazione, maschil e femminile Qui la sessualità, pervade a non finire
Sensualità nel ritmo, e crescere del canto In calor sinestesia, sudor che va danzando Sta pur nel massaggio, ch’aiuta sfrega via Poi vien nel rilascio, ch’è abbandon al kia
Cantare e batter mani, aiutano a scaldare Il num dei danzatori, e possono guidare Viaggio nella morte, e rinascita alla cura Di guaritori che, hanno vinto ogni paura
Gli anziani vanno in kia, con il loro canto S’attivano in presenza, di cronici malati La danza si riduce, a passi là sul posto Suonare uno vedi, seduto ben composto
Donne coi bambini, recuperati intanto Dormono abbracciati, sotto biancheria Tutto affievolisce, a tratti emerg’ancora Nuova vigorìa, in canto e fiamma viva
La varietà di scene, dura fino all’alba Ancor qualcuno è in kia, altri vanno via C’è chi parla e fuma, chi cammina e cura E donne canterine, s’abbracciano vicine
Tutto è ora concluso, presa è decisione Raccolti oggetti e panni, si ritorn ai campi Il giorno è rallentato, or tutto scorre piano Riposano fraterni, in nuovo senso umano
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Insegnano che num, è l’energia che bolle
Voglio guarire, ed essere guarito Essere amato, e amare in convito Ho bisogno del num, il cuore lo cerca Libido fuoco, che brucia e sonnecchia
Dentro al tuo kia, vi è l’esperienza Una tosta scuola, sulla tua essenza L’energia curativa, rinforza efficiente Mutua armonia, che unisce la gente
Il timor della morte, il non ritorno È artificio mentale, che gira intorno Affronta diretto, or senza esitare Vivi il rinascer, se vuoi superare
Il morir volontario, vince paura S’irrompe nel kia, pronti alla cura L’istinto dia sfogo, a un liberare Gli anziani t’aiutan, a transitare
Il cuore si ferma, ora sei morto Pensiero svanito, respiro disciolto Fiore sciamano, emergi d’un tratto Il Buiti villaggio, senti in contatto A grandi distanze, lo vedi e lo vivi Il flusso di vita, con cui tu convivi Vedi molte cose, nei corpi dimorare Bolle il tuo num, dolore ch’è reale!
Questa è la cura, mentre sei in kia Vedi ogni cosa, che puoi tirar via Apprendi curare, tirando strappando La malattia, sudando e ansimando
È la malattia, condizion esistenziale Vien affrontata, alla danza della cura Lo spirito attratto, da canto e danza Aleggia con l’arco, e virote sostanza Ma i guaritori, li attendono al guado Per confrontare, oppur battagliare Demistificare, nei loro compagni Salvar la vita, da morte e malanni
Amiamo tal persona, perché ci fai soffrire? Non farmi innervosire, fino alle ostilità Canto per reagire, alla vostra volontà Di cedervi il malato, proprio non mi và
Esperti guaritori, a volte van da Dio Sua possente casa, per tramite d’un filo Entrati nella sabbia, come sommo Dante Fan discesa-ascesa, da sciamano grande
Alla Divina Casa, vanno a presenziàr Muoiono a se stessi, così da commediar Mantengono controllo, pur nella trascesi Per barattare scelte, tra misure e pesi
La guarigione Kia, nòn è onnipotente Àlcune battaglie, vengono pur perse Muoion le persone, tra manì di cura Pòiche gli antenati, pongono le mura
Kia e quotidiano, simbiotici ben vanno È tua guarigione, rinomina di un danno Per gruppi ed individui, e dentro di te Più sicur supporto, rinasce ora da sé
La danza stabilisce, tal comunità Che cura ed è curata, questa è carità Rinato sei alla vita, in urlo del kowhedili Originario spasmo, fuor vecchi confini
A volte sei nel kia, pure se non vuoi Il num ora ti lancia, presto ti riafferra Ora se hai paura, o scomodo tu sia Esci dalla danza, e il num vola via
Interrotto coito, analogo ti appare Riprendi tu la danza, si da scaricare Pur senza curare, ora lasciati danzare Num felice al cuore, giunge a dimorare
Aperto resta pure, allo stimolo di danza Pur la confusione, prelude alla sostanza Anche chi ha paura, lasciasi plasmare Si che quella forza, può padroneggiare
Rìcevere il num, prima volta a danza È solo l’inizio, di unà lunga maestranza Senz’essere vinto, da pene e da paura Tu puoi controllarlo, ai fini della cura
La paurà del kia, è paurà del fuoco Scottano d’entrambi, specie primi anni Se resta la paura, resti uno studente Abile massaggia, chi coraggio sente
Offri la presenza, e la tua assistenza A chi è in kia coscienza, senza reticenza Accorda Dio il dolore, a più gebesi scelti Sì che num al gruppo, giunga senza scempi
La paurà del num, si vede dalle smorfie Dolor sulla tua pancia, o lancio di tizzoni Bianca è la tua faccia, ed occhi di terrore Hxobo è raffreddare, calmare tuo calore
Tutto entra far parte, s’incorpora nel kia L’emozion di massa, raggiunge la diottria Il guaritore esperto, può svelar se stesso Percepir essenza, piacevole qui e adesso
La scuolà dei Kung, comincia da bambini Che giocano far kia, in imitazion sottili A bere loro num, imparano ben presto Se van alle danze, come di contesto
Imparano a cantare, come pur parlare Mentre lor danzare, rasenta il camminare Chiave per entrambi, è avere cuor aperto Al fine di portare, il num allo scoperto
Il lasciarsi andare, l’ambiguo dimenare Eccelle nel creare, un clima emozionale La danza li supporta, ben in tal passaggi E colleghi esperti, l’affiancan coi massaggi
Passano i maestri, il num agli studenti Scoccano num tchisi, frecce con il num Schioccano le dita, in dose e quantità Tarandole al novello, alle sue capacità
All’interno del gebesi, arrivano le frecce S’espandono crescendo, come delle trecce Sfrega l’insegnante, sudor sullo studente Rapidi respiri, il num fanno ascendente
Cresce sete d’acqua, spine dentro al corpo Sudi al primo giorno, cominci poi a vibrare Pizzica osso sacro, il num scalda e sale È maturo il tempo, in kià riesci entrare
A bere vero num, tamburo e canto aiuta Riducono barriere, al gran bollir del num Se tosto avrai paura, indurirai il gebesi Fermo là al tamburo, disciogli tutti i pesi
Inizia allora il kia, potresti cader giù Sdraiato sulla pancia, lasciato sarai tu Quando il num sale, scompaion differenze Sesso età ricchezza, perdon consistenze
Regolàr l’intensità, con fuoco con tizzoni Con cantì di cura, e il danzàr continuo Gradualè coraggio, cresce con lo schiocco Caldo sia il tuo num, nè poco né troppo
Num per le donne, è come sangue ciclo Divieto di mangiare, carne latte e uova Eccitanti e pesce, pane noci e miele Nella gravidanza, num non conviene
Una provvisoria dieta, è femminilità Per l’apprendimento, senz’interferenza Il trucco è la libido, detta num dormiente Scalda cresce sale, là nel tuo cosciente
Io vè Kinaciau, t’insegnerò a danzare Le mani su di te, ora poso ad indicare Agli spiriti antenati, tu sei mio gemello Abiti il mio cuore, ti chiamino fratello
Se metto num in te, danzi e danzerai Vibrando come foglie, amico mio sarai Allora io dirò, che tu hai bevuto il num Morte che c’uccide, non temerai mai più
Tuo addome sarà pieno, di frecce di calore Così noi sfregheremo, sudore sul tuo corpo Le frecce rientreranno, i respiri torneranno Emetterai vagito, che gli altri attesteranno
Sento il num salire, tremare nel gebesi Mi dico “sono in kia, forse m’ha già ucciso? Sennò com’è che sento, dolor calor in carne Sei della mia gente, se segui le mie fiamme
Num è come spine, punture nel tuo corpo Ricordano le frecce di buon san Sebastiano Sono sulla nuca, e intorno alla tua pancia Su fegato e gebesi, e inizian la tua danza
Il num risiede alla, base della spina Nella pancia bassa, piano vien scaldato Ascende fino al capo, a spirale di zig-zag Suona nella nuca, ronzio che fa “za-za”
Il tuo respiro ferma, è la morte in fieri Strofinano il tuo corpo, a riportar la vita Con le proprie mani, qualcuno ti massaggia Smettono punture, riprende fiato e danza
A volte la tua danza, kia divien selvaggia A causa delle pene, num che bolle in vene Battono i tuoi piedi, più forti sul terreno Zoccolano i passi, ti senti vivo e fiero
Corri tutt’intorno, nùm t’agita ti scuote Respiri assai veloce, il cuore tuo martella Quando si raffredda, sei pronto per tirare Dopo aver danzato, inizi or tu a curare
Num ti scuote a volte, forte oltremisura Un altro guaritore, t’aiuti a raffreddarlo Quan stabile diviene, gira tra i pazienti Imponi le tue mani, stabili e potenti
Tèrror e dolore, di ciascun passaggio Muori là te stesso, rinasci con coraggio Da tal simil morte, rinasce un guaritore Oppure sopraffine, efficace educatore
Attivar e accettare, imitare e insegnare Num che bolle e sale, e malattia strappare Il num vien travasato, gestito e regolato A renderl’adattato, alla cura del malato
Se una difficoltà, in kia nasce frattanto Lavorano i vicini, sfregandolo pertanto Ciascuno sul gebesi, sfrega a raffreddare Dal centro verso i lati, respiro a ritornare
Si dice num di morto, quello di chi è in kia Se provi a raffreddarlo, a te può riattivarlo Allora puoi vibrare, poiché inizi a scaldare Sale in te il sudore, riprendi a controllare
Se ciò viene ben fatto, lui urla poi rinasce Eurèka che kowhedili! riprende a respirare! L’anima rientra, piange e vive ancora! A turno tutti gli altri, s’aiuta d’or in ora
Apprendere a morire, chiave della cura Accetta la tua morte, gestisci la paura Puoi così accettare, penosi cambiamenti Tosto trasformati, in ricchi giacimenti
Educazione al kia, è scasso e ristrutturo Tra crisi e transizioni, del tuo cuore puro È stabilire sempre, una nuova sinergia Di forme e intensità, col tuo num ossia
All you need is love, love is all you need L’accettazione è cuore, della transizione La fonte è nell’assenza, d’ogni tuo pensiero Ucciso da Gau Na, uomo e dio sparviero
Malattia è uno sforzo, fatto dai gauwasi Che vogliono i malati, presso loro gruppo È lì presso la danza, che tentano di più Spiriti assai forti, ma vincerli puoi Tu
È lotta tra due gruppi, fatti di parenti Vivi oppure morti, buoni e non violenti Vogliono il congiunto, di quà oppure di là Più intensa è malattia, più lotta si farà
I più esperti guaritori, vanno li alla fonte D’uomo che è ammalato, ed è li di fronte A casa del gran Dio, si confronteranno Così a recuperare, l’anima in affanno
Nòcciolo è la lotta, artè del guaritore Viaggio che rischioso, và esser affrontato Una Divin commedia, che vede sviluppare Gran forza nella cura, in alto potenziale
Non sono sacerdoti, o medici in carriera I guaritori avranno, un esperienza intera Kia che cambia cura, e hanno padronanza di num che vien bevuto, ora con costanza
Ciascuno alla danza, subisce cambiamento Viene celebrato, un perenne svelamento L’esperienza in kia, giunga e sia di cura Faccia guaritore, il novizio che l’ha dura
Vedere propriamente, vuole sguardo fisso Si vede il num salire, negli altri guaritori Si scopre l’operato, di spiriti attivisti Li fermi e guidi via, dai corpi se persisti
Strappar la malattia, viene detto Twe Impongono le mani, offrono il sudore Sudor come vapore, di stomaco bollente Veicolo del num, spalmato sul paziente
Lo trovi sulla testa, schiena petto ascelle Sfregato sopra e dentro, corpo ribollente Il num viene scambiato, con la malattia Questa è carità, fuor d’ogni ritrosia!
Corpi lì a contatto, scambian energia Sòn bio radioattivi, è un argilloterapia Assorbon le tossine, purgando umanità Tra pene pianti ed urla, Xai Kowha-didà
Usate a volte sono, specie dalle donne Piante che hanno num, in polvere ridotte Mìschiate con grasso, dentro le conchiglie Tizzoni a fumigare, il num è senza briglie
Stimolano il kia, e san mitigar paure Gaise noru noru, è radice pur di cure[8] Ben ti fa sentire, qualcosa che si muove Da stomaco lei sale, petto fino al cuore
Giunge sulla schiena, sensazion d’affondo Ma cosa sta facendo? L’anima del mondo! Senti la tua spina, pulsare come il cuore Inizi tu tremare, con ritmo con calore
Il parziale Kia, prelude a quello pieno Si suda si traballa, sulle proprie gambe Senti che cammini mosso da una scossa Come sulle acque, leggero senza ossa
Tu devi lavorare, ovvero equilibrare Come sulla luna, tuo corpo riadattare le pene nel gebesi, annunciano kia pieno Freme la tua spina, freme pancia e seno
Puoi dominàr paura, e vedi cose buffe Ciò ch’è sconosciuto, crea la confusione Gira la tua mente, tra turbini pensieri Tu transita tra loro, come forestieri
Nel parziale kia, l’anima è nel corpo Quando divien pieno, inver è fuori porto Diparte dalla testa, si inoltra là nei mondi ad incontrare Dei, antenati ed errabondi
Paura della morte, allontana dalla vita Fugge l’esperienza, è imbalsamazione Vivere in eterno, è brama ed illusione D’intelletto bimbo, in conservazione
Ci guidano i Zutwasi, nell’iniziazione D’una vita adulta, di umana concezione Apprendere cura, è continuò confronto Agguati alle paure, là nel sottofondo
Confronto col dragone, sorgente della vita Non è acquistare dati, ma viver un passaggio Rinascere in continuo, in mezzo a passi danza Mistero della vita, che vedi entro una stanza
Educazione !Kung, è una trasformazione Esperienza di realtà, vista da altri punti Non è un nuovo set, di varie ideologie Ma un io ristrutturato, or in sinergie
Così può permeare, nuovi suoi confini Io transpersonale, più grande iper-reale Divieni un guaritore, dopo l’esperienza Di trasformazione, della tua coscienza
Avere un esperienza, nuova di realtà Allarga i tuoi confini, dà loro intensità Antica mela d’uomo, è un opportunità Velata di peccato, da false autorità
Tornano contatti, con i tuoi antenati Che vivono da sempre, reami paralleli I suoni e le parole, riacquistano colori Liberano i libri, da vincoli e dolori
L’enfasi sul cuore, altrà tecnologia Fondament e cura, della conoscenza Nasce dal risveglio, d’innate qualità Che aprono le porte, alla pluralità.
(0) soggetto refrattario. (1-5) stati ipnoidi: rilassamento, battito palpebre, chiusura occhi (6-11) Trance leggera: catalessi ocularee degli arti: irrigidimento totale, anestesia (12-20) Trance Media: amnesia parziale, anestesia post ipnotica, personalità multiple, suggestioni post ipnotiche semplici, illusioni cinestesiche, amnesia totale (21-30) Trance Profonda: capacità di apertura occhi senza modificare la trance, suggestioni post ipnotiche fantasiose, sonnambulismo completo, imago visive/uditive post-ipnotiche ipoacusia, amnesia post ipnotica programmb (29-30) non vedi ciò che c'è.
- schema di autoinduzione ipnotica • Ricordate di avere ben chiaro cosa volete e l'autosuggestione che utilizzerete (immagine, enunciato). • Disponetevi comodamente. ambiente e posizione fanno poi già da guida all'induzione • Fissate un punto, del soffitto o della parete, non spostate lo sguardo da questo.
• Iniziate a contare lentamente a ritroso da trentatré, una unità alla volta, intercala tra un numero e l'altro suggestioni di pesantezza alle palpebre e di calma (trentatré... sono calmo e sereno. le mie palpebre sotto pesanti, pesanti, pesanti, trentadue palpebre pesanti... pesanti, pesanti trentuno... palpebre ecc.).
• Quando avvertite palpebre pesanti stanche chiudetele pure sospendete il conteggio. • Con le palpebre abbassate ruota gli occhi verso l'alto a guardare il centro della fronte, avvertirete una tensione agli occhi. • Mantieni la tensione per 20 secondi, rilassa gli occhi, lasciali andar come vogliono • Passare al rilassamento del corpo • Dedicati ora allo scopo prefissato, rappresenta l'immagine e l'enunciato preparato, ripeti come mantra 3-4 minuti e immagina alcune volte il posto a te evocativo.
• finito, conta lentamente fino a cinque, poi interrompi la concentrazione autoipnotica e riapri gli occhi. Fai esercizi di ricarica Il Centro Ipnosi Pratica di Torino è guidato da un principio semplice: usare le proprie risorse mentali per ottenerne benefici. L’ipnologo è una guida e dovrebbe conoscere le diverse condizioni che possono facilitare ad ogni singola persona la naturale entrata nella Trance[30]. Il potere di svilupparla o meno è insito in ogni individuo. La trance nella maggioranza dei casi non implica amnesia totale o parziale, solo comandi ipnotici possono produrla o riprodurre l'esperienza del sonno, tale condizionamento può accadere solo in situazioni particolari, poiché una sentinella interiore vigila sempre in ciascuno di noi. La trance viene utilizzata dopo un accordo di complicità tra soggetto e ipnologo e qualunque richiesta di quest'ultimo che violasse i principi personali otterrebbero il risveglio del cliente.
(la legge italiana 37, 1970, impedisce l’ipnosi diretta nelle aziende.
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Medita sivohàm, io sono il Bodhidharma- Om namo bhagavate vasudevaya (A Sadjen, maestro kalaripayatu di Cochin, India e al Theravada Nillambe Center di Puttalam, Sri Lanka)
Siediti in silenzio, sui morbidi cuscini Ai lati statua Buddha, 2 candel accese Profondi mantra canta, per 20 minuti Preparan meditazion, prova lo computi
Chiudi gli occhi, e percorri il tuo corpo Pian piano cosciente, dai piedi a caviglie Gambe e ginocchia, coscie con glutei Stomaco e ventre, e i genital lutei
Schiena con spalle, bracci man palme Collo con nuca, occhi orè naso e bocca Sposta pian piano, zone corpo in dolore Poi osserva il respiro, o il battito cuore
Invasa è la mente, da mille pensieri Tendon distrarla, tu torna ai sentieri Fluisce il respiro, entra e fuoriesce Tornan pensieri, subacqueo sii pesce
Che da sotto l'acqua vede bol d'aria Che salgono su, attenzion della mente La pratica t’offre, di sentire lo spazio Tra quelle bolle, e far l'attimo sazio
Ora i pensieri, li vedi da esterno Intense intuizioni, escon da interno Vecchi traumi fobie, perdon corrente E nirvanici stati, dan pace alla mente
Meditar è imparare, scoprir esplorare È fàr karma yoga, meditar ogni giorno Nel fondo la mente, calm e coordinata Migliora graduale, efficien velocizzata
Arriv ad esser conscio, d’ogni frenesia Cresce la coscienza, oblia la differenza Tra il lavoro calmo, lento od istantaneo E nel lavor pesante, non faticar invano
Mente quan s’incazza, alza più energia L'ostacolo diventa, più forte in sinergia La via migliore è, cantare con scherzàr Arrendersi cosciente, a istante turbinar
Come le zanzare, che pungon ostinate Se gratti poi rigratti, male tuo peggiora Se arrendi a lor fastidio, svanirà da solo Accetta tutto ciò, e scopri gran consolo
Affrontar problema, fai nel carpe diem Risolvere conflitti, è la realtà d’ognuno Notte nuda e aspra, un brivido su pelle accant al focolare, il bimbo si riprende
Zen è samadhi, mente d’ogni giorno Chiara e pur presente, nulla devi fare Fin del citta-vritti, completo tutto scorre Resta nel nivritti, nessun progetto sorge
Bodhidharma Ch'an, Daruma dello Zen Primo patriarca, in Cina e nel Giappone Siede front un muro, samadi contemplàn Zazen per nove anni, satori a risvegliar Io non sono ego, ne spirito e intelletto non sono i 5 prana, nemmeno i 7 venti non son i Jnana-indriya, oppur i 5 Tattva neanche la coscienza, io sono Chidananda
non sono i 5 kosha, oppure i fasci karma Shivoham io sono, io sono il Chidananda In me non è nessuna, duale dipendenza nessun avidità, la rabbia o l’ignoranza
Peccato pur virtù, benessere o dolore nessuna madre o padre, oppure divisione né guru né discenti, amici oppur parenti Sono il Chidananda, liber da correnti
Om Nama Shivaja Om Nama Shivaja Om Namo Bhagavate Shivanandaja Om Namo Bhagavate Shivanandaja Om Namo Bhagavate Vasudevaya Om Namo Bhagavate Vasudevaya Om Namo Bhagavate Venkate Svaraja Om Namo Bhagavate Venkate Svaraja Om Namo Narayanaya Om Namo Narayanaya
Shivaja Nama Om Shivaja Nama Om Shivaja Nama Om Nama Shivaja Shiva Shiva Shiva Shiva Hari Hari Hari Hari Hari Hari Hari Hari Om Nama Shivaja
Shiva Shiva Shiva Shiva Hari Hari Hari Hari Hari Hari Hari Hari Om Nama Shivaja.
shivaja nama shiva (bis) shivaja nama om nama shivaja shivaja nama shiva shivaja nama shiva shivaja nama om nama shivaja.
(Thirumoolar Siva mantra) (corretta pronuncia in inglese è: See-Vaa-Ya-Na-Ma)
OM Si Va Ya Na Ma Ya Na Va Si Ma Ma Va Ya Na Si Si Ya Na Ma Va Va Si Ma Ya Na OM
Thirumoolar, nell’ordin dispone Cinque lettere o suoni, in 5 colonne Mantra Malai, ghirlanda di mantra Thirumoolar, fa mistica danza
Mantra cantando, Na-Ma-See-Vaa-Ya in ogni fibra del corpo, i Vedas, rivela crea facil tendenza, a concentrazione continua tieni ferma, per meditazione
[1] Scoperta di Rappaport
[2] stato mentale, contagiosa esperienza di coscienza ampliata, prodotta dall’attivazione del num che è medicina, energia spirituale simile al mana medi-polinesiano, al qi cinese e kundalini indiano. Tara è kia femminile, illuminazione e vibrazione, al suono di tamburo e sonaglio. “Ogni tecnologia data dai vostri antenati è parte del vostro num” Kinaciau
[3] Kowhedili: urlo liberatorio [4] Gebesi: area tra il diaframma e la cintola; spesso associato a organi di reni fegato e milza
[5] Hxabe: felicità cibo del cuore libero sentire del corpo, canto e num fanno si che tu possa avere Hxabe.
[6] esteso villaggio degli antenati nel mondo spirituale
[7] Virote: freccie con energia morta (idee impiantate), che gli dei o loro emissari, scagliano sulle persone. Twe è l’arte d’imparar a curare, cioè tirare e strappar via la malattia.
[8] Gaise noru noru è la Ferraria Glutinosa. Gwa: è una pianta sconosciuta, data a chi ha un duro gebesi, le sue radici son cotte, poi mangiate o bevute, ha gusto forte di menta; produce sensazione leggera e fluttuante al diaframma, aiuta accettare il num che bolle e superare la barriera della paura. Se non conosci i canti, il num ti dice come cantare e danzare. Dice il vecchio Kinaciau: “se canto le canzoni del num della Giraffa e vado in kia, allora posseggo quelle canzoni”.
[9] Bodhidharma, giovane principe del Kerala, studiò l’arte della lotta (Kalaripayatu del Kerala e Malabar sviluppato per proteggere il commercio del pepe) nella corte del padre, assieme alla medicina dei marma vitali tramandata su foglie di palma da vari lignaggi tamil; divenuto monaco buddista, nel 520 a.C arriva in Cina, su invito dell’imperatore Wu. Radicò nel tempio Shaolin dove insegnò l’arte marziale, unita alla filosofia della non-violenza, sviluppo così il concetto di auto difesa senza l’uso di armi letali che darà vita alla meditazione Chen e Zen.
[10] Attraverso la meditazione sul pensiero, “io sono il Satchidananda Atma”, ci si può trasferire nel Nirvikalpa samadhi dove la meta è moksha, liberazione cosciente; al di là della durata, ognuno raggiungerà moksha sotto la guida corretta del Satguru, è un naturale processo di sviluppo scritto nel nostro dna o destino, nirvikalpa è appagamento totale dove il jivan-mukti recita, non è coinvolto dal gioco che fà
[11] Zhang Guangde, pedagogo cinese di Tangshan (Hebei), cresciuto in una famiglia di medici tradizionali, nel 1955 fonda la prima clinica qigong. Ispirandosi all’antica via dell’acqua formulò il sistema Daoyin yangshenggong moderno, praticato da persone dei cinque continenti. Yangsheng significa nutrire la vita, regolando il corpo (tiaoshen), il respiro (tiaoxi) e la mente (tiaoxin). Gong significa abilità, lavoro, qigong è il lavoro sul qi e l'abilità risultante. Il qi è il num, gas o soffio, energia biologica che dà sensazioni fisiche precise (qigan); è simile al passaggio di corrente elettrica più o meno lieve, diffuso calore e dolore muscolare. I cinesi gli attribuiscono fenomeni di pranoterapia e invulnerabilità a lame, chiodi, vetro, fuoco ed elettrica.
[12] seguire (sui), memorizzare (ji), ripetere (fuxi), allenare (liangong), correggere (gaizheng), perfezionarsi (jinxiu)
[13] assorbi dell'aria (qingqi) , espelli del corpo (zhuoqi)
[14] Yisou è la formulazione di un pensiero e la sua insistenza al fin di mantener attiva sol la zona della corteccia che riguarda quel punto del corpo, ciò induce resto della corteccia a entrar in riposo rivitalizzante. Rujing è una conseguenza di questo, nella corteccia in quiete aumentan le onde alfa, la mente va in profondo stato di rilassata vigilanza come cacciator pescatore [15] L’energia di coltivazione nasce dalla parte inferiore del corpo e cresce a spirale col miglioramento della Xinxing fino a formare un pilastro sopra la testa del praticante. L’altezza del pilastro, in altra dimensione, determina il livel raggiunto dall’energia di coltivazione di un praticante
[16] il trattamento di malattie col Qigong è diverso da quello dei moderni ospedali, con l’aiuto delle analisi chimiche, raggi X ecc., capaci di vedere il focolaio di infezione nella nostra dimensione ma non i dati relativi alla causa, presenti in altri spazi. Se la malattia non è molto grave l’assunzione di medicine può essere sufficiente a eliminare i patogeni (Karma secondo il Qigong), ma quando è molto grave il paziente potrebbe non sopportare dosi massiccie di medicine, poiché certe malattie non obbediscono alle leggi del mondo fisico.
[17] Alcuni maestri di Qigong tentano di curare un paziente tramite l’espulsione del Qi nero negativo e sostituendolo con il Qi positivo; ciò accade ad un livello superficiale ma non conoscendo la causa della sua esistenza, quando riappare, il paziente si ammala di nuovo. La causa della malattia non è il Qi nero ma uno spirito potente esistente in un altro spazio (psichico o meno) che un comune maestro di Qigong non può o non osa attaccare. Un vero maestro di Qigong o persona dotata di vista penetrante, può vedere dentro al corpo umano strato per strato, chiaramente e con una sola occhiata.
[18] Falun, lett. Elisir, si trova due dita sotto l’ombelico
[19] Il Falun Gong coltiva e pratica la Coscienza Principale e non cessa mai di ruotare. Coloro che sono deboli o hanno malattie croniche possono praticare di meno e in accordo con le loro condizioni, color che non riescon eseguire movimenti possono, in alternativa, praticare il quinto esercizio seduti in loto senza interruzione in luogo pulito e ambiente tranquillo.
[20] Durante la pratica, possono sorgere tribolazioni, o disagi nel vostro corpo, non pensate si tratti di una malattia, piuttosto un mezzo a preparare la strada alla coltivazione e ripianar karma [21] Se subite l’interferenza di alcune scene terrificanti o vi sentite spaventati, ricordate: Io sono protetto dai Maestri Li, Shirdi Sai e non ho paura di nulla, oppure invocare il nome del Maestro Li o sad-guru, e continuare la vostra pratica.
[22] Le pratiche taoiste hanno sempre considerato il corpo un universo, dove la distanza tra la ghiandola pineale e la fronte può essere di migliaia di chilometri, le cose che vedono molto nitidamente non sono allucinazioni, ma focalizzazioni a diversi livelli di coscienza.
[23] Quando la Grande Circolazione Celeste è completamente aperta, porta un tipo di percezione definito Circolazione del Vascello sul Fiume, un flusso d’energia che gradualmente diventa più denso e progredisce foggiando una fascia d’energia che gira perennemente, questa palla può spostare il qi all’interno del corpo: il qi del cuore negli intestini, il qi del fegato può andare nello stomaco e così via. Nel microcosmo si può vedere come essa trasporti cose grandi ma quando questa fascia d’energia viene spinta fuori dal corpo diventa forza di telecinesi e spostare oggetti, commisurati alla grandezza del gong coltivato (ad es. le pietre di monasteri rustici tibetani spostate da orchestre di lama). Il lavoro sul flusso del qi-vascello-piroga, è praticato da più lavori di cura.
[24] È più facile che tali poteri si manifestino in donne anziane poiché sono in grado di conservarli. Gli uomini, specie i giovani, quando compaiono tali capacità, non sono capaci di controllare la voglia di mostrarli od usarli per competere con le persone comuni
[25] Yin-yang, quando disuniti, acquistano configurazione spazio-temporali dinamiche e frattali, dove uno include l'altro come scatole cinesi o matrioske russe.
[26] la terra concentrata è il punto-bindu-uovo, mentre il cielo che avvolge, è il cosmo-yoni [27] nei processi chimici di solidificazione, evaporazione e sublimazione, il fuoco separa con la combustione il cielo-aria dalla terra-cenere, cuoce scioglie e amalgama nella digestione materia e spirito, disincarna e scioglie legami. L’Acqua pura condensa l'aria in terra, veicola e incarna malte e coaguli
[28] Yoga dalla radice sanscrita yuj, significa unire, far ponte, aggiogare, l’anima individuale all'anima universale nell'uomo che cerca il divino dentro sé. Per Gopi Krishna, è qualunque sistema di pratiche e imprese (titaniche o spontanee) per il raggiungimento di questa meta, esso offre la possibilità, al praticante, di misurare i progressi durante il percorso di crescita, in termini fisici, mentali, sensoriali e di consapevolezza. Il medico e storico Maharshi Patanjali, codificò la conoscenza dello Yoga come scienza d'equilibrio, da mettere in pratica per rendere armoniosa la vita dell'uomo.
[29] Secondo Patanjali, Dharana è concentrazione in un punto, distrazione della coscienza da tutte le cose come quando noi stiamo guidando. Dhyana è meditazione, ci concentriamo su un oggetto finché l'ego si dissolve in esso provocando il samadhi o unità della conoscenza, conoscitore e oggetto; Mahasamadhi, è la morte volontaria pienamente cosciente.
[30] fenomeno naturale della mente, la permanenza di una leggera catalessia arto formicolio o altre piccole alterazioni, si risolve da sé nel giro di poco tempo.
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yoga Dao nell’orto, bagavate shivaja
I primi taoisti, meditan col corpo Coltivan la salute, e calma in spiritò Sviluppano Qi gong, moviment’armoni Per essere longevi, e far le guarigioni
Scrollan come orsi, stiran com’uccelli A prolungar la vita, adepti del Dao yin Emulan creature, via dell’acqua in moto Guidan loro qi, nel pieno com in vuoto Peng il vegliardo, nutriva intera vita Ad esser longevo, yangsheng zhi dao Faceva poesie, e qi gong coltivazione Ricette di cibo, e agrar meditazione
Aria soffio del qi, in tutte le creature Tra Cielo e la Terra, corpi e ogni psiche Energia che alimenta, union del creato Disperde e diffonde, pur ogni afflato
L'uomo fuoriesce, da condensa del qi Dà morte dà vita, al corpo e alla mente A sua volta è da queste, tost’influenzato Da qi gong respiro, e il cibo mangiato
Circolazion del Qi, ricorda quel del num Motore della vita, armonico com l’acqua Espirando aspirando, soffiando e inalando Espellono qi vecchio, nuovo incamerando
Il qi non è fermo, ma circola sempre com sangue e linfa, si blocca od eccede Blocchi e ristagni, riequilibra all’interno Con esercizi daoyin, a un triplo livello
Fisico motorio, moti e posizio richiesti Respiratorio livello, veder ritmi di huxi Poi mente si posa, su pose del corpo Mentre tu zappi, o raccogli dall’orto
Coltiva pazienza, naixin legger aria Zhenxin cuore puro, fuor preoccupazio Entusiasmo rexin, straordinario motore Per l'apprendimento, amico coadiutore
Palmo è nutrimento, vital emanazioni Per far la vista acuta, e udito raffinato Esercizi stiramento, d’ogni articolazione Nutri tuoi polmoni, con la respirazione
Muovi l'energia, nel cuor e meridiani Ristagni vai a drenar, lo spirito calmar Rafforza armonizza, stomaco con milza Fegato e reni, legger riscalda e strizza
Affronta ogni cosa, in piacevol gradazione Sei fasi apprendimento, imita insegnante[12] Ansia tua sorveglia, d’apprender subi tutto Se parti troppo slancio, bruci lento frutto
Ripetere esercizi, permette memorizzo Senza forzature, segui assai spontaneo Corregge l'insegnante, lavoro di studente A mezzo della voce, e imitazion coerente
Coordin movimenti, assiem col respiro Concentrati su punti, precisi di tuo corpo Controllo posturale, assieme a quel motorio Impegna motivazio, entràn nel repertorio
Riesci gradualmente, esprimi aspirazioni Nel corpo e nella mente, vinci frustrazioni 6 punti intercambiati, di seguito riassumo Respir concentrazione, corpo e moto puro
Pensare non pensando, lascia fluir da sè Non dare peso a nulla, fuori e attorno a te Non farti impensierire, da sensazion del qi Accadono da sempre, riscopri e vai così
Durata e frequenza, adegua alla persona Un'ora e mezza circa, quattro a settimana Ritmo sufficiente, a indurre cambiamenti Prendere coscienza, di chakra differenti
Se pratichi nell’Orto, all'alba senti vita Movimen del corpo, con l’alba in sintonia Qigong è come l’olio, che mantien in vita Sinergia del qi, coll’aria inter che invita Per percepire il qi, e dirigerlo nel corpo Impar aver coscienza, della mente quiete Zone del tuo corpo, che chiedono la cura Distendi col pensiero, qi va li in puntura
Qi è un soffio gas, non vedi ma lo senti Entra nel tuo corpo, e forma la tua psiche In Cina il Qi possiede, molteplici varianti Trasformano l’un l’altra, cicliche mutanti
Coltiva or qi energia, con l’identificazio Respiro-mente-corpo, una sol manifestazio Qigong medicina, non tiene scuole o stili Sfrutta mente calma, scioltezza di respiri
Scioltezza e quiete, spontan naturalezza Sono dette in Cina, Song, Jing e Zhilang Per fare ben Qigong, resta esperienziale Riduci l’intelletto, sottil può penetrare
Sia quiete e silenzio, interiore esteriore Mente-specchio d’acqua, che riflette vita Ess’appar un film, su tale mente schermo Acquieta tieni fermo, in anni allenamento
Zhilang naturalezza, allontana forzature È criter valutazione, del grado di Qigong Pensiero formulato, allena e custodisci Fa mente pescatore, vigil come sfingi Respiro sia gentile, lungo addominale Sciogli articolazio, asssiem con i tendìni Fluidifica tuo sangue assiem a calda cute Sequenze di figure, traccian scene mute
Durezza e morbidezza, global particolare Continuità nel tempo, e totalità d’istante Pieno assieme a vuoto, tutto fa qigong Nutrir la vita intera, è metabolismo fior
Per attivare il qi, corpo uman coltiva Si da potenziarne, immunità e fisiologia Qi cresce graduale, poi Gong diventerà Luce di fotoni, d’alta finezza e densità
Coltiva la Xinxing, moràl forza coscienza Energia coltivazione, di sé la quintessenza Mutazion bianca sostanza, detta pure il De Dimentica alchimie, e coltiva tua coscièn Medicina cinese è, collegata allo Xiulian Poter sopramondani, d’ogni corpo uman Presta più attenzione, alla meditazione Eseguita da seduti, in loto posizione
Essa lungo andare, sviluppa l’energia Arte a muover quanti, pùr senz’esercizi conobbe agopuntura, la rete dei canali Grazie a sensi fini, o potèr subnaturali
Attraverso celest’occhio, vedi tali punti Così come descritti, da gran medici cinesi Huà Tuo e Li Shizhen, Sun Si-miao e Què Maestri di Qigong, in possesso dei poter Quei medici usavan, diagnosi con gli occhi Poi inventata venne, la diagnosi del polso Causa la malattie, un Karma manifestazio Dissolvere tal Karma, risana corpo spazio Falun coltivazione, tutti i canali apre[18] In eretta posizione, con naturale stasi Distanza tra i due piedi, ugual divaricati Alla larghezza spalle, tien fai comparati
Corpo d’ondeggiar, deliberato non cercàr Mantien sott’esercizio, coscienza principal Rilassa tutto corpo, e fianchi area ginocchi Se capita contieni, ed apri pure gli occhi
Se rigido tu resti, qi canal resta ostruito Movimenti ben rilassati, natural liber estesi Confortevoli e decisi, aggraziati sen forzar Non impediti o irrigiditi, cerca di ascoltar
Ogni volta che completi, Gong continuerà Congiungi sol le mani, nel Jieyin gesto sarà Scioglimenti polsi mani, chiudon movimenti D’intenzion non terminar, i Falun fermenti Cinque serie d’esercizi, in serie o separati Ripeti pur tre volte, ciascuna indipendente Fa ogni movimento, in ritmo e dolcemente Muovi man su e giù, e braccia lentamente
Avanti e indietro pure, destra ed a sinistra Sen fretta fai preciso, e gusta sottilmente Seguendo meccanismi, Qi-ji dell’energia Troppo veloce o lento, pur evita che sia
Se difficil ti riesce, d’entrare in stato Ding Puòi pur salmodiare, il nome di Li Hongzhi Lui o altro maestro, così che gradualmente in stato tu sarai, d’entrar tranquilla-mente Nel fare l’esercizio, in stato din tranquillità Potreste pur veder, qualsias’imago scena Ad esse non prestate, alcuna distrazione Procedete in esercizio, vigile attenzione Aperto terz’occhio, la vista corre lunga Durante gli esercizi, viaggia in autostrada Deserti con montagne, fiumi entrambi lati Attraversano città, e più mondi popolati Quan la Circolazione, dell’energia vascello Si mett in movimento, voi state coltivando Può provocar più forme, di gong differenti I miti d’immortali, descrivon tal portenti Canone Taoista, è una guida a natur Corpo Quan Circolazio s’apre, vediam alcune cose Duran meditazione, la schien si fa leggera Il petto più pesante, o viceversa in scena
Come Lao bambini, senza attaccamenti Quan corpo è tutt’aperto, ti senti lievitare San vecchi contenere, la spinta ad esibirsi Riescon conservare, la forza d’interstizi Cuore del wu-wei, è il non fare niente Per non accumulare, karma inutilmente Che poi va purgato, assiem a sofferenza Un pensiero generato, guida la coscienza
Coltiva il tuo corpo, la bocca e la mente Non far cose cattive, rimani nel silenzio Coltivare il non pensare, e non interferir Col meccanismo gong, che sa progredir
Né suono né forma, corpo è trasparente Reazione alle cose, spontanea senz’intento Montagna è una pietra, musicale sospesa Il fiume è tranquillo, e puro in discesa
L'uomo è nel bosco, il bosco è nell'uomo Movimento del bosco, è un verde sonoro Movimento dell'uomo, è silenzio fluente Sviluppan destino, entrambe in corrente
Sinuoso tondo fluire, è corridoio interiore È un sentiero fra querce, corridoio esteriore Dentro e fuori viceversa, da sempre accade Attraverso me e il bosco, Qi fluisce e cade
Il mio corpo è vitale, qual bosco sta pronto In continuo apro e chiudo, vuoto e riempio Alternanza continua, fa la propagazione Carico e scarico, fan io strutturazione
Percorri da tè, la via o la danza del qi Io sono il percorso, soggetto ed oggetto Nel bosco che tace, l'uomo danza suo qi Riscopre entro e fuori, natur che coincì
Il bosco gli sorride, com una gru bianca Che apre alì su stagno, mio ego si distende Sbatte ali lievemente, io pur vorrei volare Natur ch’esiste già, non cerca di forzare
È uomo moderno, pur sempre naturale Non preoccuparti, la forma va e procede Il bosco pur continua, osserva dentro me Tigre oppure scimmia, sarò fuori di me
Sarò dama di giada, che tesse al telaio Sarò bianco serpente, che lingua saetta Striscerò su una zampa, qual falco dorato Cavalco la tigre, che il cielo ha inviato
Centotto movimenti, tutti in una forma Centotto forme, in un solo movimento Quante figur sarò, quante forme sono Prima di scoprir, che tutto già lo sono?
Cercarmi è l’illusione, trovarmi è l’illusione Mai ci siam perduti, sappiamo già chi siamo Sennò qui non saremmo, a scrivere parlare Siamo qui siam noi, copion da respirare
Leggi millenarie, nel corpo fan rituale Momenti troppo belli, per esser da noi fatti Bosco ha testa cielo, suoi piedi pur interra Guarda fluisce danza, respira con la terra
Che fa quell'uomo? Si domanda il bosco Sdraiato nell'erba, sprofonda in verde terra Qualcosa sta pulsando cuor con suo respiro A volte confondiamo, crediamo sia dell’io
Danza del qi, m’è maestro e compagno Chiave per aprire, una porta dentro me Che tende a richiuder, ma un dì ricorderò Che porta non esiste, e scuol non servonò
Già inutil ricordare, cercare o ritornare Sentieri non ci sono, luoghi mete o altro Dove andar venire, non c’è ne io ne tu Essere non esser, coincidono già sù
Quattro fasi sono, i quattro tipi d’onde Emesse da cervello, beta a tempo veglia Le armoniche son alfa, theta son profonde Le delta profondissi, infin tutto confonde
Coscienza dei blocchi, qual’aree di dolore Sciolgono col tempo, in luce comprensione Kundalini che sale, e shaktipath discende Grazia Krishna è, in corpo o spiri mente
Entra nella testa, qual celeste raggio Potente d’ogni dove, penetra d’assaggo Da terzo chakra in giù, corpo si rilassa Devoto poi rivivo, divin discesa grazia
Mignolo è la Terra, muladhara ed ano Evacuo e assorbimento, d’argilla di silice l’Acqua è l’anulare, reni svadi e genitali Fuoco medio mani, dei digestori piani
Indice è ciel Aria, polmoni ed anahata Ossigen respirazio, il pollice è lo spazio È l’eter vibrazione, scintilla del metallo Gola di vishudda, verbo d’erme fallo
Sole maschile, scalda terra femminile A sua volta è nutrito, generato da spazio Interstellar femminile, curvato su se stesso All’atomo ritorna, matrioska dell’amplesso Poli d’un magnete, sono Terra ed Aria In ambo sensi Qi, ascend oppur discende Acqua e Fuoco sono, dinamiche due forze Che animano i moti, dentro poli scorze
Terra attrae il Cielo, a mezzo gravità Quello lascia l’acqua, cadere sulla Terra Produce terra legna, e rilascia calor fuoco L’aria sposa il fuoco, in combusto gioco Fuoco è digestione, acqua è riproduzione Aria è respirazione, tutto è circolazione Terra evacuazione, è pur alimentazione Eter è percezione, ovvero mediazione
Etere è scintilla, vibrazion coscienza Da inizio ai vari giochi, danze d’elementi Accende legni e cuori, purifica in maestrali È lampo eppure tuono, attiva i temporali
Attiva moti al sangue, musa d’emozioni Nei sensi è percezione, ovvero sensazioni È il pollice che fa, da leva alle altre dita Unisce e disunisce, e moltiplica la vita Patanjali lo Yoga, divide in otto aspetti[28] Astanga yoga detto, o scala ad otto pioli Sua pratica conduce, lungo tutto il corpo Ripristinar coscienza, di cosmico ricordo
È un etica che aiuta, a purificar il corpo A viver la pienezza, e fluire senz’intoppo Ridur complessità, al semplice essenziale Dividere con gli altri, l’amor esistenziale
Regol d’esistenza, ispirate a sana vita Insegnar asana, ovver posture al corpo A lungo mantenute, in immobile equilibrio Al respiro l’attenzione, partecipa ludibrio
Segue pranayama, coscienza del sospiro Dirige il vital soffio, la in ritmi del respiro Espande la tua mente, distacca distrazioni Consegue pratyahara, o mot’osservazioni
Gradino successivo, dharan meditazione Osservi tuoi pensieri, divien lo spettatore Pian piano la coscienza, palesa il vero sé Trascende mente e, s’appaga allor da sé
Accade gioia pura, ananda beatitudin Samadhi oppur satori, coscienza sale su Immutabile ti scopri, mezzo a moti interi Purga intero corpo, assieme coi pensieri
Quan viaggiatore, giunge alla meta Ogni ostacol scompare, come cometa Or dopo battaglie, jivatma va a casa Catena a illusione, or vede slegata
Samadhi è unità, di oggetto e soggetto Che fondon nel Tao, in un solo confetto Sabikalpa samandi, ancòr poco distingue Ma in Nirvikalpa, la distinzio s’estingue Mente invade corpo, uscendo da confini Addestral esser calma, con semplici raggiri Mente assai nervosa, sviluppa acido latte Impara distaccar, drama è sempre arte
Ognuno sperimenta, var gradi di samadhi Bhakti van spontanei, mezzo canti bhajan Jnani impiega mezzo, dell’intuizion profonda Sguardo benedetto, nella gioiosa sponda
Il Samadhi come trance, dura per un pò Swami quale bimbi, vanno spesso in esso Se qualcun li tocca, parla o gira intorno Esce dal samadhi, come fosse un sogno
L'Atma sempre è, connesso con il corpo Sa quello che accade, come nella ipnosi Sensazion calore, o freddo son minori Giocano tuoi sensi, neglì spaz’interiori
Jivatma riposa, nel fiore del samadhi Devoto esperimenta, suono nel cervello Forte e ronzante, sentiamo concentrato Poter d’intero corpo, in un centì quadrato
Chi sta soffrendo? Nessuno sta soffrendo È tutta un'illusione, soltanto il corpo duole Permette aver dolore, il ji-mukti così pensa Resta qual maestro, per insegnar dispensa
Vennero dal guru, un agro ed un mercante Desideran un mantra, e guru a ciascun dà Un piccolo fagiolo, e lor dice di aver cura Parto per un viaggio, a ritorn avrete sura
Chi l’avrà perduto, nulla in cambio avrà Mercante suo fagiolo, ben avvolge in lino Lo serba attentamente, in scatola piccina Agro pensa al tempo, decide far piantina
Presto crebbe pianta, giovane eccellente Al tempo del raccolto, l’agricoltor ottenne Una manciata intera, fagioli da quel seme Pianta ancora pianta, coglie nuovo seme
Guru a quarto anno, torna da suo viaggio Lo cercano i due alunni, pien di riverenza Mercante apre fagotto, fagiol è rinsecchito Verme l’ha mangiato, sta guscio scolorito
Ad agricoltore il guru, chiede suo fagiolo Questi gli risponde, esso è troppo grande Sta nel magazzino, con frutti che t’attende Mantra è tale seme, cresce e si protende
Pratica ogni giorno, ad averne risultati Lavor con ciò che hai, avuto per talento Ognuno faccia sforzo, a far fruttificare Si che sua bellezza, possa realizzare
Krishna insegnò, un cosmo respiro Che è iniziazione, dell’occhio caprino Diretta immediata, visione dei mondi Distacco richiede, dai sensi errabondi
Ogni tuo respiro, a un pensier è legato Sosta uno d’essi, l’altro è sincronizzato Avverrà concentrazio, dharan e dyana immedesimazione, kundalini chiama
Lo yoga vedanta, con concentrazione Dà al praticante, veggente attenzione Il terz’occhio di Shiva, è stella pentale Portale d’accesso a dorsal vertebrale
Bussando col canto, col suono di Om Sette chiese o stazioni, rotanti vedrò Vortici o chakra, di possente energia Dormiente nel basso, oh bella regina!
Gran spirito forza, là è cristallizzata La vita trascina, se vien risvegliata È sposa di shiva, e cerca il suo sposo Traversa i sei centri, fedele allo scopo
Raggiunto si unisce in un fiore dorato Nasce un bel bimbo, nel cosmo infiorato Lo chiamano Braman, l’uno onnisciente Sua casa pineale, consegue cosciente
Prima di svegliar, il drago nel porto Preparati bene, in spirito e in corpo Graduale nei cicli, fai respiri profondi Lenti ciascuno, venti o trenta secondi
Aspirante or rinasci, un Bandzi che sà Cittadino del cosmo, dei mondi al di là Se fermo concentri, sulla stella polare Senti calde correnti, da bas a pineale
Medita sempre, pur se ostacolato Fluisca profondo, da sè immacolato Sperimenta gioioso, contatto con Dio Profon carpe diem, sia scelta dell’io
Continua binario, a inalare esalare Profondo e fluente, senza intercalare Trasferisci sensazio, da mani alla gola Da gola a dorsale, la mente fa spola
Il cosmo respiro, mette a contatto Skanda e Sahashrara, piano con tatto I due poli di un flusso, da e per pineale Son la Dea di radice, e la stella polare
Prova a sentire, il suono dei chakra Il primo è coccìge, radice tua sacra Si sente un ronzio, d’amor calabrone Se muscoli tendi, trattieni in tensione
Come nel Buiti, si schiude un portale Om sacra energia, riprende a vibrare Chi vede sua luce, terz’occhio vedrà Dì rosso scuro, o blu arancio chissà
Om nàmo bhaga-bata, Basu-dabaya salendo scendendo, respiro ti abbaia se il numero or vari, del capo rotazio Canta alta voce, in Samadhi sabazio
almen 10 minuti, poi diventi un soft poi sol un sussurro, poi la mente sol A un certo punto, s’arresta respirare Non preoccuparti, l’effeto è naturale
Accade perché, concentri su un punto Quan corpo richiede, più ossigeno poi Il respiro tuo torna, al ritmo scorrendo osservalo sappi, che stai progredendo
è gradino maggiore, verso il Samadhi quan meditante, e l’oggetto son uno di Siva è Sakti, è contemplazione Pan e Jurema, in meditazione |