Solanace sessuali, cibo e Sabba rituali
Culti dei Misteri, da Eleusi su ai Sumeri
iniziazion sciamane, Jhakri e Yamabushi
Dioniso ci chiama, ai baccanal robusti
sommario quartine
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Solanace sessuali, cibo Sabba rituali(sesso e piante, Julius Evola, M.Elide, G.Samorini, M. Aldrich)
J.Evola: “I tradizionali culti per Dionisio, Bacco, Priapo, Sabasio (divinità frigia), hanno influito sia sulla modalità dei riti, sia sulla denominazione del Sabba (festa di Sabazio). Sul Sabba, sono attestati fatti di esperienza interna tipici e costanti. Per propiziare queste esperienze in individui, predisposti o meno, venivano usate sostanze aventi effetti analoghi ai filtri, polveri afrodisiache, sostanze narcotiche e stupefacenti: oppio[1], aconito[2], belladonna, giusquiamo, quadrifoglio foglie di pioppo, papaveri e grassi animali per farne unguento, che per assorbimento cutaneo, provoca un duplice effetto: a) sonno profondo con liberazione della forza plastica dell’immaginazione, sogni lucidi e visioni; b) il risveglio della forza elementare del sesso e la sua attivazione sul piano visionario e immaginativo in questione. Gli autori menzionano una consacrazione rituale delle sostanze impiegate: invocazione di demoni-geni delle sostanze e cerimonie magiche fatte loro”. Operazione intesa a dare una particolare direzione di efficacia all'azione delle droghe in uso. Questo fattore ha importanza fondamentale, la sua realtà dipende dal grado in cui i sacramenti siano percepiti oltre le pure cerimonie simboliche. Ciò fa la differenza fra l'azione generica e disordinata esercitata da stupefacenti e afrodisiaci sul primo venuto, e quella specifica, indirizzata ed evocata, nell’esperienza del Sabba. Una tradizione può esser presupposta: un fondo fisso di immagini portato da una corrente psichica collettiva, nella quale il singolo andava ad inserirsi nell'atto di aggregarsi ai gruppi praticanti: da qui la concordanza delle esperienze fondamentali che avvenivano in stato di sonno o transe, il corpo è immobile dove si trova mentre il soggetto crede recarsi fisicamente al Sabba.
Esperimenti fatti dal XIV secolo da benedettini con persone che, dopo esauriti i preparativi rituali per recarsi al Sabba, furono legate al letto e osservate, mostrano che esse, spesso caddero in sonno profondo, letargico, che bruciature o punzecchiature non riuscirono a svegliare. Dato costante, nelle notizie, è che per recarsi al Sabba, bisogna che, dopo essersi unti e aver pronunciato formule, ci si addormenti. A prima vista direbbe che si tratti di orge della fantasia erotica vissute allo stato di sogno. Ma chiunque sappia che questo stato comporta cambiamento di livello di coscienza, il passaggio virtuale di essa al piano astrale o spirituale, pensa a qualcosa di più di una fantasmagoria soggettiva. De Nynauld, nel parlare delle varie specie di unguenti, ne distingue alcuni che “provocherebbero un trasporto fuor di semplice illusione sotto sonno profondo”, l’effetto sarebbe una dislocazione o bilocazione e ciò rende il Sabba, diverso da una solitaria allucinazione soggettiva. I fenomeni di bilocazione sono fenomeni menzionati nelle vite di diversi santi cristiani. Nelle verifiche dei benedettini e di Gassendi, furono constatati casi di sdoppiamento: chi giaceva immobile e inanimato sul letto per effetto delle droghe, poté talvolta riferire con esattezza ciò che avveniva nei dintorni. Per cui esiste la possibilità di esperienze, che, pur restando essenzialmente psichiche, presentano una dimensione oggettiva. D'altra parte nel Medioevo continuaron residui di riti estatici antichi, che culminavan nell'atto sessuale come in un sacramento avendo molti dei caratteri del Sabba. Vi figurava Cernunnos una divinità cornuta, compagno della Terra; un altare ad esso dedicato è stato scoperto sotto le fondamenta del tempio della Grande Dea cristiana, di Notre-Dame di Parigi. Da confessioni spontanee, senza tortura, di partecipanti alla cerimonia reale, l’esperienza era vissuta in una transe lucida e assicurava la vita eterna. Giovani donne affermarono di essersi recate al rito per rapimento, nel cuore e nel volere, da parte del Dio, che esso era la suprema religione, che il Sabba era il vero paradiso di piaceri estatici indescrivibili, che perdevano il peso del corpo e acquistavano un corpo nuovo come angeli; delle lor esperienze andavano fiere e affrontarono la morte con la stessa tranquilla fermezza dei primi Cristiani. Le esperienze del Sabba sono evocazioni torbide di archetipi e di situazioni rituali, rifacentesi a precisi culti orgiastici antichi, serbati nella subcoscienza collettiva, ricettacol d’immagini già vissute e capaci di rivitalizzarsi sul piano sottile; ad esse si mescolano scorie d'ogni genere del subcosciente individuale, di persone del popolo che avevano perso accesso alla preparazione regolare tipica degli antichi Misteri, per causa di una distorsione o degradazione specifica, causata o dovuta alla presenza di una tradizione diversa, come quella cristiana, che a tutto ciò che è sesso dava un carattere peccaminoso.[3]
De Guaita ha ricostruito la struttur prevalente delle esperienze del Sabba, cerimonia in cui riaffiorano i riti del Mistero afroditico.[4] Nel convegno diabolico appariva la regina del Sabba come giovane donna nuda, spesso vergine, di particolare bellezza portata da un ariete nero. Dall'ufficiante la vergine veniva iniziata con successivi sacramenti, unta e poi stuprata su un altare, il che, secondo una testimonianza, le faceva vivere “un meraviglioso e orribile tormento”. Seguiva un'orgia generale, ove il modo antagonistico di manifestarsi di un eros elementare, cioè allo stato libero e disciolto da ogni forma, spesso si drammatizzava in rapporti adulterini, incestuosi o contro natura, oltre l'esperienza di un possesso carnale polimorfo simultaneo vissuto dalla nuova sacerdotessa. Sul corpo disteso di lei, come su di un altare palpitante, il re del Sabba, in figura umana o semiumana, ufficia, offrendo grano allo Spirito della Terra, principio di ogni fecondità, talvolta liberando anche degli uccelli come rito di una liberazione pei convenuti alla tregenda (evocazione del demone della libertà, detto a Roma Liber). Viene talvolta impastata una focaccia per procedere ad una confarreatio, cioè una comunione per mezzo della consumazione di parti di essa distribuite ai convenuti. Si vuole che per ultimo la regina del Sabba si alzasse e, quale vittima trionfante gridasse formule quali: «Folgore di Dio, colpisci, se l'osi” “Rallegriamoci oggi, il Cristo è consumato”.
Chi partecipava a tale iniziazione orgiastica otteneva la pentecoste, ossia rivelazione di segreti e di procedimenti per la composizione di filtri, veleni, elisir e altri doni classici.
Nel Sabba, spesso era Diana a venire evocata (fino al Cinquecento ire ad Ludum Dianae fu sinonimo di recarsi al Sabba); insieme a Lucifero, evidente trasposizione invertita del dio maschile luminoso. Diana come Kali, figura centrale coi tratti ambivalenti dell'archetipo femminile, soavi e terribili, elargitrice di grazie e distruttrice. Il monte della tregenda e della notte di Valpurga è quello in cui Venere prende dimora, monte trasformatosi, in prospettiva cristiana, in luogo demonico e di peccato. Gli ultimi riti venivano allora celebrati presso rovine di templi pagani, ruderi antichi su vette sacre ad Ermete, dolmen e altri monumenti megalitici.
In moltissime popolazioni, con le orge si cerca di sventare crisi cosmiche o sociali (siccità, epidemie, anomalie meteo) oppure conferire un supporto religioso (scatenando la potenza sessuale) a eventi propizi della vita umana. Sia di fronte a una crisi minacciosa che a un evento felice, grazie a rapporti sessuali indiscriminati ed eccessivi, la collettività si immerge nell'epoca favolosa delle origini. Ciò appar evidente nelle orge periodiche della fine d’anno o a intervalli sacri, dove questo tipo di orgia rituale, rivela la funzione originale dei rapporti promiscui collettivi: l'orgia ritualizza il momento della creazione, lo stadio beato delle origini quando non esistevano ancora tabù sessuali o morali né norme sociali.
Tra i Daiachi Ngadju la fine dell'anno significa la fine di un'era e di un mondo. Le cerimonie indicano chiaramente che c'é un ritorno al tempo precosmico della totalità sacra. Durante questo periodo, tutta la popolazione del villaggio ritorna all'età pre-cosmogonica, nel desiderio di raggiungere la perfetta totalità avanti la creazione. Norme e divieti sono sospesi fin tanto che il mondo non abbia cessato di esistere. Nell'attesa di una nuova creazione, la comunità vive nella totale, primordiale, natura divina. L'orgia ha luogo in armonia con i comandamenti divini e coloro che vi partecipano recuperano in loro stessi la totale natura divina. "Non è questione di disordine, ma di un ordine diverso".
La tribù degli Aranda, nell'Australia centrale, celebra periodicamente le opere creative degli antenati mitici quando vagabondavano per il paese. L'epoca favolosa, per gli Aranda è l'età del sogno: ogni specie animale si lasciava catturare con facilità, c'era abbondanza di acqua e frutti, gli antenati erano liberi da tutte le inibizioni e frustazioni che affliggono ogni essere umano vivente in comunità organizzate. Il paradiso primordiale ossessiona ancora gli Aranda. I brevi intervalli delle orge rituali, quando ogni divieto è sospeso, sono ritorni alla libertà e beatitudine godute dagli antenati.
Tale nostalgia per il tempo beato delle origini mitiche sembra inestirpabile. Gli Adamiti, una setta boema dei secoli XIV e XV, cercavano di recuperare lo stato di innocenza di Adamo, antenato mitico. Praticavano il nudismo e il libero amore, e uomini e donne vivevano insieme in una perfetta, disinibita libertà sessuale. Nella prima metà del XIV secolo, Lazaro, un monaco del monte Athos ed ex Bogomilo, fondò una setta propria e proclamò il nudismo il mezzo migliore per ritrovare la condizione anteriore alla caduta. Teodosio, predicatore itinerante, fondò un'altra setta, che oltre a praticare il nudismo, incoraggiava i suoi seguaci a indulgere a eccessi orgiastici per ricevere la grazia del pentimento. Giustificazione analoga era addotta nel XX secolo dalla setta russa degli Innocentisti, che vivevano in caverne sotterranee praticamente nudi e impegnati esclusivamente in rapporti sessuali indiscriminati, sperando che la redenzione venisse loro dall'enormità dei loro peccati.
Si esita classificar cristiani gli orgiasti sfrenati. Causa, la demonizzazione ebraico-cristiana della sessualità, che ha fatto sì che qualsiasi genere di orgia venisse considerata satanica, sacrilega e degna delle punizioni più severe. Ma neppure nel giudaismo e cristianesimo si è riusciti ad estirpare del tutto la sacralità della vita sessuale. I tentativi di recuperare poteri e beatitudine perduta, sono accompagnati da radicali modifiche dei costumi sessuali. I teologi erano ben consapevoli dei poteri magico-religiosi della sessualità, poteri capaci di trasformare cristiani in eretici sacrileghi e in pericolosi esseri demoniaci. Denunciare le streghe come adoratrici di Satana era una conveniente routine. L'elemento decisivo stava nel fatto che le loro orge, immaginarie o no, potevano mettere a repentaglio, al pari di quelle degli eretici, le istituzioni sociali e teologiche. Le orge, infatti, scatenavano speranze, nostalgie e desideri tendenti a un modo di vivere diverso da quello dell'esistenza cristiana tipica. Gli eccessi sessuali rituali perseguivano obiettivi che andavano di là della gratificazione voluttuosa. Non era mero desiderio carnale a indurre le donne delle campagne a diventare streghe, ma l'oscura speranza che infrangendo i tabù sessuali e partecipando alle orge demoniache, la loro condizione sarebbe in qualche modo mutata. In definitiva, la tentazione della stregoneria, derivava dalle forze magico-religiose contenute nelle pratiche sessuali proibite, fosse pure immaginario l'universo in cui tali avventure si compivano. La maggior parte delle streghe ha sempre fatto riferimento alla mancanza di piacere nel commercio sessuale con il diavolo. Leggendo le loro deposizioni, si ha più l'impressione di severe prove di iniziazione che feste di piacere. Tal carattere penoso delle orge delle streghe era noto, al di là delle estorsioni alle accusate, ci sono casi di deposizioni spontanee di rapporti sessuali con il diavolo, in cui giovani ragazze (che a una visita medica risultavano vergini) descrivevano con particolari il loro stupro iniziatico ad opera del diavolo.
Le pratiche orgiastiche reali o immaginarie rivelano ed esprimono una protesta radicale contro la situazione religiosa e sociale, specie in tempi di crisi e catastrofe. Ribellione contro istituzioni cristiane, dimostratesi incapaci di salvare l'uomo e viste in decadenza libera nella corruzione delle gerarchie ecclesiastiche. Infine, sono la testimonianza di una nostalgia religiosa, di un intenso desiderio di tornare a fasi culturali arcaiche, a recuperare il senso perduto della beatitudine delle origini e, insieme, la speranza di scoprire un modo nuovo e creativo di essere al mondo.
“Unguento unguento, mandami alla noce di Benevento supra acqua e supra vento et supre ad omne maltempo".
Formula ripetuta in tutte le versioni dei racconti sulle streghe che si davano convegno sotto il celebre noce. Molti assertori della realtà del volo, dichiarano di aver assistito personalmente all'unzione e di aver potuto accertarsi che la strega rimaneva nello stesso luogo dove s'era unta, cadendo in un deliquio, seguito da sonno profondo, e svegliatasi, avrebbe raccontato l’avventura astrale. Inclusi medici e scienziati, nessuno venne sfiorato dall'ipotesi che le cause erano da ricercare in ambito fisiologico: patologie organiche, carenze alimentari, intossicazioni. Paracelso, preso atto delle conoscenze di medicina popolare (erboriste, ostetriche, cerusici e boia), intuì la composizione di quell'unguento che Pietro Andrea Mattioli trascrive in una ricetta: sugna, resina e fiori di canapa, rosolaccio e semi di girasole. Della Porta prende coscienza del rapporto fra le sostanze dell'unguento e il delirio indotto:
"Mi accadde di avere a disposizione una vecchia la quale, spontaneamente e in breve tempo, mi offrì la soluzione del problema. Comandò che venissero mandati fuori coloro che io avevo chiamato a testimoniare e mentre noi la stavamo a spiare da una apertura della porta essa si spogliò e si frizionò vigorosamente con un unguento che, a causa dei suoi succhi soporiferi, la fece cadere in un sonno profondo. Allora aprimmo la porta, ma essa, svegliatasi, ci cacciò a male parole, ma poi cadde completamente priva di sensi. Noi ritorniamo fuori e, piano, il potere del filtro perde i suoi effetti. Essa si risveglia, inizia a delirare e dice di aver attraversato mari e montagne. Noi affermiamo di non essere convinti di quanto ci dice e lei insiste, perdiamo la pazienza, ma lei si ostina ancora di più". Della Porta conclude: "Una esagerata bramosia di sensazioni morbose ha talmente invaso lo spirito umano da portare all'abuso di sostanze che la natura mette a disposizione. Di molte di esse riunite insieme sono composti gli unguenti delle streghe, i quali, benché mescolati a superstizioni, mostrano a chi li esamina, che la loro efficacia proviene da forze naturali. Dirò quanto ho appreso dalle streghe. Esse cuociono in un vaso di rame grasso animale stemperato con acqua. Cocendo, l'acqua evapora e nel vaso rimane una pasta, a cui le streghe aggiungono aconito, foglie di pioppo, sangue di pipistrello, solano sonnifero e olio. E' possibile mescolarvi anche altri ingredienti non dissimili. Appena l'unguento è pronto se ne spalmano il corpo, strofinando la pelle fino ad arrossirla, in modo che si rilasci e si dilatino i pori e l'olio penetri più profondamente nei tessuti provocando una reazione più rapida e violenta".
Verbasco e valeriana, sono sedativi Rospo e fustigato, per ottener veleno dubbie erbe di streghe, Salice e Cicuta Luppolo e Colchico, e la Digital confuta
Gli unguenti delle streghe calmano il dolore e spesso lo guariscono, ma sovente danno reazioni tossiche. Molti ingredienti entrano nella pomata con funzione vulneraria (foglie di pioppo), sedativa (solanacee), antiflogistica e antibatterica (olio di iperico) leniscono i dolori, curano i mali dando in aggiunta "sogni dilettevoli" che soddisfano le "bramosie di sensazioni morbose". In genere gli stati tossici indotti dall'uso di questi farmaci neuropsicoattivi provocano nell'individuo una lacerazione del tessuto connettivo coscienziale fra immagini di origine sensoriale e immagini endogene che si presentano con carattere percettivo e son vissute dal soggetto come autentiche, tanto che sono ritenute immagini reali. Si induce un feed-back positivo: coloro che sono affetti da piaghe dolorose o varie ricorrono alla strega erborista per avere lenimento e questa, nel procurare loro un potente analgesico (ipnotici, tranquillanti, neurolettici) inizia costoro, inconsapevolmente, ai misteri del Sabba, e reiterando, li lega ad essi.
La famil di solanacee, usa il triptofano A produrre l’alcalò, che medicine fanno Bocca secca danno, e la pupilla dilatata Pression tachicardia, sete più ampliata Il Peperone crudo, contiene capsicina sapor acre piccante, C antiscorbu vitamina[8] Millenni avan Colombo, nell’Africa arrivò d’Americhe a tribù, con scambi propagò
Digestiva tonificante, del sistema nervoso Antiemorragica riduce, stasi perdite sangue Così è antiemorroidi, unguento interessante Assieme al tabacco, attraversò l’atlante
La prima pian tabacco, naque sul luogo Dove giovan coppia, ebbe amor rapporto Il tabacco nativo, è una pianta rivelatrice Haisa chiamata, quan fumata copulatrice
Uomo e una donna, cercavan loro cavalli S’incontrano per caso, e aspettan ripartir Assieme sotto un alber, siedono a parlar Giacer’assieme vanno, com a conversar Quando fur rialzati, l'uomo se ne andò Lungo la sua strada, così fece la donna La seguente estate, il maschio passo là Vide pianta bella, un tabacco a vegetàr
Melanzana in India, origina poi viaggia Con gli arabi qua e là, Spagna e Amerikà Ricche d’acqua sono, uno stimolo pei reni Potassio fosfor calcio, e A C vitamin tieni
Autoimpollinate, ha tannino e color viola Una forma protezione, da ultravioletti sole Grand’antiossidante, melanina melanzane verdura-frutta viola, gli antocian san dare Epatoregolatrice, della bile e colesterolo Depurativa è pure, ed è blanda lassativa forchetta schiacci polpa, con yogurt o sola per maschere nutrienti, 20 minuti ancora
Solanum dulcamara, contiene solanina così il Solanum nigrum, legger allucinanti Dàn senso d’ebbrezza, ansia o rilassanti cefalea ed insonnia, ninfomani eccitanti
Atropa belladonna, fu solan sonnifero Pianta perenne, diffusa in tutta Europa In macchie radure, su strade boschive Suoi frutti son bacca, luci nere ciliegine Più erbe delle streghe, son di tale gruppo Tutte dose-dipendenti, bassi-alti dosaggi Dà euforia e benessere, memoriali sbalzi Vari tipi spazio-tempo, nei dosaggi bassi
Mentre alle alte dosi, appaiono midriasi Allucinazion delirio, offuscamento psiche Scende calor e polso, comatosi è la via L’avvelenato infine, muor per asfissia
Dopo grandi dosi (Dose Letale:10-15 bacche), l'avvelenato diviene soporoso, comatoso, la temperatura cade, il polso diviene piccolo e si ha morte con sintomi d'asfissia. La scopolamina è il più velenoso degli alcaloidi della belladonna. Se somministrato a una dose di 0,5 mg., compare uno stato lieve d'esaltazione, inceppamento della lingua, ottundimento psichico, senso di peso al capo, come se vi fosse sopra un corpo pesante; si ha la impressione che una forza invisibile chiuda le palpebre; la vista è confusa, gli oggetti sembran aver preso forma allungata; ad occhi aperti si han varie allucinazioni visive, poi le palpebre si chiudono al sonno, pieno di fantasmagorie. Poiché la sua allucinasi, è più spiccata di quella da atropina, esistono anche allucinazion visive d’indole terrifica e disgustosa, dell'olfatto e del gusto. Atropina e scopolanina penetrano facilmente per mezzo della cute e della mucosa, con bevande, pomate, impiastri. Penetrano rapidamente anche col fumo delle sigarette antiasmatiche, attraverso i polmoni, ma estrinsecano piena azione se somministrate via anale. Tutti questi modi erano attuati dalle streghe (pomate, fumigazioni, bevande). La dose letale di questi alcaloidi, è relativamente alta; frequentemente, anche dopo avvelen. con sintomi assai gravi, avviene la guarigione. Le streghe, naturalmente, non usavano gli alcaloidi, ma le piante che li contengono. Fra le più note Atropa belladonna, detta "erba delle streghe”. Contiene 0,30-0,80% di atropina nelle foglie, radice e frutto. Il contenuto in scopolamina è scarso ed il quadro di avvelenamento è uguale a quello per atropina. Solo quando si somministra per bocca compaiono nausea e vomiti per azione irritante dei componenti accessori sullo stomaco. Forse a evitare questi inconvenienti, come pure per il rapido assorbimento per la mucosa rettale, le streghe, preferivan l'introduzione via cutanea.
Hyoscyamus niger, è pianta biennale Comune in Europa, alcaloidi nelle foglie Nei frutti e nei semi, e tien scopolamina In grado superiore, quindi azion affina
È chiamata Apollinaris, già in antichità Per la spiccata azione, profè capacità La usavano le pizie, o sibille oracolari seguendo prescrizioni, di protocol rituali
“ora voi tutte, erbe potenti invoco Madre Terra vi generò, ai popoli vi donò in voi medicina, salvifica condensò io vi scongiuro, in atto supplichevole statemi accanto, con forza amorevole .. “Sant’antogno mio più non dormì Tre nuvole dal cielo vidi apparì Una porta acqua, una porta vento Una porta.. gran tempestamento Sant’antogno, coll’iniorate sante Libera le vigne, le case e le campe” Pioggerella non venì, San Giovani sta dormì Su braccia del Signore, resti l’acqua e venga sole
Datur annual’eretta, frutt ovoide spinose In tutti i continenti, ha foglie scur rugose Contien atropina, iosciamin e scopolamin sintetizza radici, ma serban foglie e semin Atropina isolata, è più sicura negli adulti Se in tossiche dosi, sà dar perdita coscienza Pericolosa nei bimbi, la morte può arrecàr Morbo Parkinsòn però, gli riesce di trattar
Contrast’avvelenamenti, da nervini pesticidi Ulcere peptiche, diarrea e asma bronchiali I tropanici alcaloidi, son buoni anticolinergi Atropin per via intestino, circola più energi
Tropanici alcaloidi, del gruppo solanacee Datura belladonna, mandragor e giusquiàm Usati qual collirio, per effetto iosciamina O simil sapo rospi, sui tagli si strofina Datura cur ferite, fratture e antidolore A seconda dell’effetto, è usata la radice In forma bevanda, oppur fumando foglie Mescolat’assieme, per impiastri doglie
La Datura stramonium, conosciuta col nome di pane spinoso, erba del diavolo, erba delle streghe, erba dei demoniaci. Oltre ad allucinazioni, provoca uno stato di stupore psichico con amnesia retrograda ed anterograda. Gli avvelenati presentano delirii da ebbrezza lucida ed esercitano differenti atti in modo puramente automatico. Nonostante l'apparente coscienza hanno l'attenzione e la capacità assimilativa totalmente paralizzata. Di questa azione facevano uso, i ladri per stupefare le vittime, od anche per crimini libidinosi. Datura, usata come medicinale o veleno, deriva dal termine indù dhatureas, una banda di ladri dell’antica India che usava la pianta come sopra e come siero della verità; ad Haiti, è chiamta concombre zombi, ingrediente attivo nella polvere zombie usata dalla giustizia tribale, per seppellir la coscienza di malviventi condannati, per un tempo variabile, a servire da schiavi. Quando cessa lo stupore, rimane ancora una certa confusione mentale con tendenza, a riempire le lacune amnesiche con confabulazioni. Tra le descrizioni delle streghe, ve ne sono alcune interpretabili come stati di avvelenamento con stramonio. Pure la leggenda della maga Circe può alludere allo stramonio indicando il veleno usato.
Consumano bevanda, radici di Datura I giovan Tubatulobal, tribù di California Raffinano la vista, a vedere gli animali Che diventeran, loro spiriti guardiani
Far visita potranno, curar infonder vita Ideale di visione, che intero gruppo invita Sinergie coi vari regni, tutti cercheranno Loro totem poi, uccider non potranno
I nativi americani, sanno dell’affinità Tra lo stato delle piante, e la sessualità Atto dell'amplesso, e atto d’ingestione Capace di mutare, la cosciè interiore
Datura per navajo, sessuali eccessi cur Cinque giorni cerimonia, vomito e sudor L’emetico è prodotto, con piante raccolte Presso i picchi fallo, Testa Glande forte Ambigua datura, potente e pericolosa Dicon pure gli Hopi, dipende da chi l’usa Chimon Mana piacente, a caccia d’amanti Fanciulla miete pazzi, oppure spasimanti
Prostitution Way navajo, frenetica magia[16] Usata per curare, e armonia sociale dare Con piante di datura, amare e divinare È l’ultima risorsa, pei ladri rintracciare
Ritrovano i navajo, molti tipi di magia Presso loro feste, cerimonie fier che sia Profittator d’amore, spruzzano per tempo Sensi pelle schiena, goccie dell’unguento
Per esser liberati, dall’incantès d’amor Bisogna rintracciar, un curander cantor Pur il cacciatore, che ricorre a tal magia Frenetico finisce, ad amar chiunque sia
Berdàche dei navajo, conoscono suo ruolo Datura può stregare, e protegger da magie In cerimon iniziazione, vìè rito di ciambella Maestro sputa bolo, dal buco in bocca bella
Apprendista allor inizia, a correr delirare E ridere finchè, riceve pianta antagonista L’Occhio di Cervo, che inibisce l’atropina Dop’iniziazione, apprendista è medicina
Bisogna usar la pianta, senz’interruzioni Così che ti conosca, e male non ti faccia Interrompi 2/3 anni, non ti riconosce più Allor la cerimonia, iniziazion ripeti orsù
Nel sud California, in riti passaggio Prendon datura, Toloache in nahuat[17] Dio Chungichmish, trasmise il rituale Per dare salute, e vital prosperare Svolto all’aperto, febbraio o marzo Prim d’uso rituale, istruivan gli anziani Agli adolescenti, canti e storia del clan E gli obblighi vari, verso la lor società
Via dal villaggio, pochi giorni isolati Fan dramma lezioni, anzian in costume Mai sonno e più corse, psicofisi pressione Metton ragazzi, in crescente tensione
Psicologico stress, precedente il rituale Apprendimento rapìdo, in lor età liminale Rigoroso digiuno, e datur trita in bevanda Acqua radici gambi, in giorni maceranda
In stati incoscienza, si producon visioni Che posson durare, da 2 a quattro giorni La pianta potrebbe, dar disordin mentali Psicomoti disturbi, e cuor spasmi mortali
In questo travaglio, acquistano i ragazzi Gli spiriti guardiani, per la loro protezione Durante la trance, soprannatural’ incontri Oggetti ed animali, svelati nei confronti
Partecipant a rito, grupp’interpretazione Scoprono gli anziani, i talenti da visione Ciascun ragazzo vede, ruolo o vocazione Tracciato suo futuro, in solchi tradizione
Jivaro d’Ecuadòr, Daturan bimbi ribelli Si che gli antenati, l’istruiscono più belli Algonchin riti passaggi, reclusi 20 giorni Consuman wysoccan, adulti son bicorni
È culto toloache, tracciato nei rupestri In piccole grotte, e più rifugi della zona Rituale ha provocato, la grafica visione Trascendèn creature, e vita d’interiore
Usan i Chumash, datur precolombiana In segreta sociatà, ch’è Antap chiamata Tutti i capi tribù, riuniva in aggregazione Per cerimonie fare, assiem offert al sole Momoy nome chumash, è Nonna Datura Importan divinità, vedova ricca medicina Capace a far riviver, morti e curar malati Ber acqua del suo bagno, fa tornar rinati Momoy è la guardiana, di riti e tradizioni Ha un orfano nipote, che alleva da saman Coyote vecchio uomo, trickster di coscienza Potente cacciatore, dà datura adolescenza
Atropa Mandragora, la sua azione è simile alle piante sopra ricordate. Il succo della pianta fresca, radici e frutta, hanno iosciamine, scopolamina e mandragorina. Provoca allucinazioni, eccitazione maniacale o melanconia e sonno profondo, in genere a carattere scopolaminico. Nota come erba magica, oltre che per l'azione farmacodinamica, per la forma biforcata della radice, paragonata alla figura umana. Era chiamata infatti antropomorphon o semihomo. Da questo hanno l'origine le leggende sul pericolo mortale di strappare la pianta e l'uso delle radici come amuleti, come pure l'idea che essa sia la reincarnazione dello spirito del fuoco. La Mandragora era anche usata dalle streghe perché contiene gli stessi alcaloidi e per le sue virtù farmaco-dinamiche, che la rendono simile al giusquiamo.
Mandragora radice, influenza forze num Dell'uomo e di Natura, fa spose le ragazze Aumenta latte in vacche, fortun fecondità Affari a lieto fine, armonia e prosperità
Incanto può svanir, pur s’un can s’accorge Efficacia poi decresce, dopo sol che sorge Colta la mandraga, fanciulle s’accarezza S’abbracciano dicendo, la litania scelta
Matraguna, Matraguna, mandragora, mandragora Marita-ma peste-o luna maritami fra un mese Cà de nu m'ai marita poiché se non lo fai Oiu veni si te-oi ciunta io torno a farti a pezzi
Frunza verde matraguna, erba verde, o mandragora, Pasere ce esti nebuna, Bell'uccello, che è tanto folle De-mi tot cânti sara pe luna canta per me, la sera sotto la luna.
Femmina che d’uom, amor vuol provocare Quan sradica mandraga, nude va spogliare A suo posto nella buca, vi versa le monete Cosparge pur di vino, la mandragor sete
Fanciulle van in campi con vecchia praticon Dopo aver mangiato, e danzano quasi nude intorno alla mandraga, s’inchinano scalzate Li alla mezzanotte, s’abbraccian carezzate
Pronuncia praticona, più formule d’incanto Parlan i compagni, s’abbraccian e si bacian Fanno del bivacco, la vecchia ha terminato Iniziano danzar, e terren suo vien scavato
Chiave par l’intento, con cui viene raccolta Attent a non scassare, nessun pezzo radice S’è colta a creare l’odio, si sputano sul viso Si scambiano gl’insulti, si picchiano di rito
S’è colta per amore, ovvero per dragoste Per maritar oppure, ballare o far le feste 2 donne pur anziane, digiune van cercàr Portan pan e sale, e un soldo per trovàr
In luoghi assai nascosti, la raccoglieranno Devono spogliarsi, e inchinarsi per 3 volte Con visi volti a oriente, 3 volte van girar E più incanti a recitar, al fin di sradicàr
Pur senza parlarle, mostra la tua gioia Finché giudicherai, che sia di buon umore Bevi mangia accanto, saluta col buongiorno Invoca qual sovrana, e rivela il tuo bisogno
“Tu sei regin dei cieli, e radice della terra Sovrasti le tempeste, e vesti ondose foglie Sei la Regin dei fiori, ti invoco e bacio terra Concedi guarigione, che la tua forza sferra
Matragun salù, buongiorno mia Regina E ripete invocazione, rivoltale alla sera cercato camminato, incantesim hai portato in bicchiere messo a guarir quest’ammalato
Malato beve miele, la vecchia versa l'acqua Tutta su sua testa, e poi lo spalma in miele Lega sul suo collo, coton rosso col soldo Riveste con camicia, il rito par assolto 3 cucchiai mistura, 3 volte al dì si beve Ciò dura per 3 giorni, astien cipolla cruda Non beve l’acquavite, almen due settimane Né vino birra od altro, per fin 6 settimane
Non prende latte fresco, per 4 settiman Pur cibi zuccherati, intestino a riordinar Dieta assieme a igiene, e cuor di terapia Com in amazzonia, accompagna disciplina
Se la porti a casa tua, le dai più musicisti Le rendi onor regina, e mostri volto allegro Non litighi e non odi, ricorda tal consigli Lei ti salverà, e ti assegnerà dei figli
Domenica con musa, continua deliziarla Conduci pur persone, per divertir danzarla Sempre resta allegro, specie di quel giorno Tu le auguri salute, lei gioia spand’intorno
Eu va dau pâine si sare/ io vi don pane e sale Dar voi sa-mi dati sanatate/datemi forza salute. Fac cruce si bat matànii/mi segno e mi prosterno Si pui pâine si sare / ti dò pane e sale Sa-mi dai leac / perché tu mi dia guarigione
Nasce Matragun, da seme d’impiccato Pianta erotica regina, procur fecondità Cogli in intenzione, trasmette al dna Ritual silenzio e, purezza del sessual
Cogli a sua foglia, durante il plenilunio Paga con qualcosa, se vuoi abbi efficacia Incantala con danza, di gran venerazione Suo duplice potere, dipen dall’intenzione [1] L’Oppio è l’estratto di teste immature di Papaver somniferum. L'azione dell'oppio, principalmente dovuta alla morfina, è caratterizzata da allucinazioni spesso di carattere erotico, delirii, poi sopore e sonno. Avvelenamenti gravi danno uno stato comatoso, che trasforma in morte. La frequenza delle allucinazioni e dei delirii, negli oppiofagi e fumatori in Oriente, si spiegano con la differente reazione delle razze orientali all'oppio, o con il differente contenuto in alcaloidi, dell'oppio orientale. L'azione principale del nostro oppio si esplica nell'analgesi, nell'euforia, e nell'indifferenza completa verso tutto ciò che non è il proprio "io". In piccole dosi può essere stato aggiunto alle solanacee per calmare un poco la loro azione eccitante. Usato assieme alla belladonna, stramonio o giusquiamo od anche con l'aconito per confezionare i filtri analgesici e calmanti per poter sopportare le torture ed il rogo. L’ottundimento ottenuto con tali filtri analgesizzanti, spiega la condotta di molte streghe ai processi, quando senza alcuna ragione si accusavano di molti delitti che aggravavano la loro pena. [2] aconitum napellus è pianta erbacea perenne, frequente in tutta Europa su pascoli montani fertilizzati. Tra i suoi principi attivi: alcaloidi diterpenici, napellina, aconitina e i glucosidi luteolina e apigenina. Aconitum ferox, vegetale più attivo: 2gr. di tubero fresco (1-3mg. di aconitina) posson rappresentare la dose mortale per l'uomo. Il veleno penetra attraverso la pelle (anche il semplice mazzetto, tenuto in mano, provoca intossicazioni e dermatiti). Le preparazioni di aconito applicate sulla cute inducono leggera eccitazione sensoriale, cui segue un formicolio e anestesia, disturbi sensoriali, paralisi dei centri bulbari, irregolarità cardiache. [3] La tecnica di una inversione diabolica del rituale cattolico, come la messa nera che Caterina de' Medici fece celebrare, è attestata per scopi ed operazioni magico-politiche per nulla estatiche. Le cause tecniche della demonizzazione dell'esperienza e repressione e condanna teologica della sessualità furono operate dal cristianesimo imperiale per fini di conquista e possesso del potere temporale, evidente distorsione del modello imperiale astrale. Ad esempio, nella descrizione del Sabba, il bacio od osculum sub cauda che i partecipanti avrebbero dovuto dare al dio del rito, all'immagine o a chi lo rappresentasse come ufficiante, fu oscenamente distorta. L’osculum era diretto al simbolo di Giano, una maschera che l'idolo o l'ufficiante indossava dietro nuca. [4] Nel rito Venereo o Afroditico, il centro del rito era costituito da una donna nuda distesa facente essa stessa da altare. La posizione con le gambe divaricate in modo da mostrare il sesso (Pos sacrum, bocca sacra, nei testi ermetici) è quella stessa raffigurata nelle antiche divinità femminili mediterranee. Il rito comportava gli stessi sviluppi del Sabba. Il dettaglio dell'eventuale sacrificio di un bambino dinanzi all'altare, oltre l'idea di una contraffazione del rito sacrificale eucaristico della messa, riporta ai sacrifici e all'effusione di sangue di cui la Dea, in alcune forme del culto antico, si compiaceva, mentre per un altro lato, poteva trattarsi di una tecnica magica intesa a fornire un corpo per la presenza reale di essa in un dato luogo, inoltre, dettaglio importante, si riteneva assolutamente necessario che il rito venisse compiuto da un sacerdote o sacerdotessa regolarmente ordinato/a. La divinità delle pratiche di magia dei secoli XVII-XVIII era di sesso androgino. Si chiamava Astaroth, stessa radice di Astarte, Ash-tur-tu, Astaroth, Astante-Ishtar (nelle lingue semitiche oth è desinenza del plurale). [5] I composti liposolubili veicolati su eccipienti lipidici (unguento), strofinati sulla pella lacera, piaghe o carne viva, funzionavano più rapidamente che per ingestione o inalazione. [6] La digitale (intossicazione acuta o cronica) provoca disorientamento spazio-temporale, confusione, afasia, delirio, allucinazioni. I salicilati sono responsabili di confusione, delirio, forme stuporose, mania erotica, allucinazioni. La cicuta terrestre (Conium maculatum) induce paralisi motoria graduale, rallentamento cardiaco, ipossia (insufficiente ossigenazione), eventuale delirio ed eccitazione, fu la bevanda presa da Socrate. Humulus luppulus, oltre i principi amari, eccitanti della mucosa gastrica, ha un'azione inebriante lieve, produce cefalea, ottundimento e stupore, debolezza delle gambe e sonnolenza. poco velenoso, potrebbe essere stato aggiunto per la sua azione sedativa. Altri autori descrivono, come erbe magiche, l'elleboro e il colchico (Colchicum autumnale), ma la loro azione sul sistema nervoso centrale è legata a dosi troppo forti, che avrebber procurato, prima, gravissimi disordini organici, laddove le piante principali del gruppo tropenico, hanno azione onirica più forte in dosi poco tossiche, e la dose letale è relativamente alta. [7] Del circa un milione di piante della Terra, 200.000 sono classif. come angiosperme cioè portatrici di fiori, di queste 3.000 specie sono utilizzate per l’alimentazione umana e solo 150 sono oggetto di commercio mondiale (12 o 13 coltivate su vasta scala). Su 5.000 piante contenenti alcaloidi solo 4 sono commerciate su scala mondiale: oppio, coca, tabacco e canapa. La fam. delle Solanaceae include pomodoro, patata, peperone, tabacco, mandragora, giusquiamo, belladonna, datura (stramonium, meteloides, ecc.) e varie brugmansie. [8] carenza di vit.C provoca lo scorbuto: indeb.muscolare e tendenza alle emoraggie, evidenti su gengive, piaghe, dolori articolari e pallore [9] il mito degli Hichiti e Creek dell'Alabama, sottolinea come l'atto culminante del coito, avviene in uno stato non ordinario di coscienza così come l’unione della pianta del tabacco col suo alleato sciamano [10] La melanina è sostanza è presente in frutta/verdura porpora e viola: mirtilli, more, uva, fico nero, cipolle, rape, cavolo. [11] La pianta intera contien scopolamina, iosciamina, atropina. Nel processo di disidratazione, enzimi trasforman iosciamina in atropina, sostanza delirio-inducente, che a medi dosaggi, produce modificazioni esperienziali (DL: 10-15 bacche) [12] i sintomi periferici sono simili all'avvelenamento con belladonna, mentre quelli psichici differiscono. La più importante differenza è la maggiore azione ipnotica e il minore eccitamento motorio; si ha la mancanza dello stimolo a saltare, ridere ed altre esagerazioni dei movimenti, si producono cefalea, vertigine, diminuzione della sensibilità, sussurrio nelle orecchie, ambliopia, fotofobia, afonia o laloplegia, diminuzione dell'olfatto, assopimento, sonnolenza con allucinazioni audio-visive, sonno profondo con sogni spaventosi (come con scopolamina) o azione allucinante di tipo Apollinare (producente lo spirito profetico). [13] Atropina agisce provocando eccitazione motoria e psichica assieme. I sintomi appaiono dopo 5-10 mg.: fuga d'idee, loquacità, voglia di camminare e correre che contrasta con le vertigini, tremori degli arti, andamento titubante impossibilità di reggersi in piedi. Compaiono riso convulso, eccitamento, allucinazioni audio-visive accompagnate da abolizione della vista, udito e tatto. A volte, il delirio è di natura triste per le sofferenze in mezzo alle quali si svolge, ma può anche essere allegro. Dopo qualche tempo l'irritazione diminuisce, divien stanchezza e sonnolenza. i tropani competon con acetilcolina nell’occupare i recettori muscarinici. l’intossicazio da Datura può essere trattata da carbonella e inibitori della colinesterasi fisostigmina dell fagiolo Calabar Physostigmine venenosum [14] Nelle società di cacciatori-raccoglitori, tali espedienti, hanno lo scopo di acuizzare la vista ai fini della caccia. In Inghilterra, a un uomo di 75 anni, sofferente per cataratta senile, per diagnosi, furono applicati sugli occhi, due dischi contenenti ioscamina, pochi istanti dopo il paziente cominciò a lagnare lieve vertigine, si fece inquieto e fu costretto a sedersi. A capo di venti minuti le pupille erano dilatate sufficientemente da permettere l'esame necessario. Minuti più tardi ebbe senso di debolezza spiccata, gran secchezza di bocca con fortissimo sapore amaro, lungo la strada barcollava e sragionava da ubriaco con allucinazione visuale. Messo a letto, fu preda di movimenti incessanti, sguardi sospettosi sotto le lenzuola, dietro di sé e un torrente di parole e giudizi [15] gli hopi e i navajo fanno associazione tra la datura e il sesso sfrenato. Presso i navajo, vengono strofinati preparati di foglie, radici e semi, direttamente sull’addome al fine di stimolare cura, magia frenetica, visioni e diagnosi. L’attività topica è tipica delle Solanacee tropaniche che venivano usate, anche nell’Europa medievale, per indurre l’allucinazione del volo, come fanno le streghe yaqui, che applicano le foglie schiacciate ai genitali, alle gambe e ai piedi. [16] La magia frenetica è condannata ma non demonizzata, tesa alla conquista di donne straniere, presenta regole e riti simili a quelli della raccolta ed uso della mandragora in Romania. Andare dalla pianta, pregarla deponendo un pezzo di conchiglia o lignite come offerta, le si chiede il permesso di usarla, strapparla dal terreno, diventar suo familiare corteggiandola o facendosi presentare da chi la conosce ben [17] gli aztechi la chiamavano Toloache (dal nahuatl Toloatzin “testa inclinata”),; usata come anestetico per dolori forti provocati da un osso rotto, lenire dolori reumatici, sanare contusioni e ferite, ridurre il gonfiore, contro il morbillo e le piaghe di uomini e animali, indurre visioni e diagnosticare malattie, localizzare ladri e oggetti rubati, permettere agli stregoni d’essere portati in presenza dei loro antenati [18] Nella desertica regione costiera della California meridionale tra i gabrieliño, i juaneño e i luiseño i giovani maschi in età puberale sono sottoposti alla cerimonia iniziatica della datura meteloides dove dopo l’assunzione, ballano freneticamente, cadono in collasso e ricevono l’agognata visione che darà loro un progetto di vita [19] I Chumash tenevano i loro riti di rinnovamento del mondo in estate, all'epoca del raccolto e al solstizio d'inverno. Un sacerdote antap (potere civile ed economico) dava i nomi ai neonati, riferiva ai capi e distribuiva la datura il cui uso fu associato ai riti di nascita, di cura e per chiedere la pioggia o successo in guerra o nella pesca. Le pitture rupestri della Painted Cave, sull'uso della datura nella società Antap, rappresentano il pantheon chumash con a capo il sole maschil terrifico e la terra nei suoi 3 aspetti: vento, fuoco e pioggia. [20] N.B.: analogie col mito di Ganesha nato dalle acque del bagno di Parvati. Dathur e Ganja, sono pure due attributi vegetali (maschile e femminile) del dio Siva Rudra. [21] Se la mandragora è colta per matrimonio, in tutta la Romania, si cantano versi magici con varianti insignificanti, Nella Moldavia (dipartimento di Vaslui) è chiamata Gran Damà' Doamna mare o Imparateasa dragoste (Imperatrice d’amore), ed è utilizzata soprattutto per amore; le donne e fanciulle che ne fanno uso, vestono eleganti (cafetano stil muchomor) e le parlano con rispetto [22] Nel comune di Doftana si usa la mandragora per curare i dolori alle gambe, mani, reni, mal di denti, contro la febbre e la tosse, si coglie la pianta regina con lo stesso rituale, poi si fa bollire la pianta in un recipiente nuovo e si da bere l’infuso al malato legato nel letto poiché dopo aver bevuto, comincia a delirare mentre, col succo della pianta, si lava il suo corpo contro i foruncoli e ripristinare vitalità. Nella Moldavia foglie seccate e pestate (o bruciate) si applicano sulle ferite o si fanno cataplasmi per gli ascessi e l'idropisia dell'uomo e del bestiame (contrasta i vermi intestinali), ai febbricitanti si applicano cataplasmi sulla fronte e guariscono. [23] essendo una temuta e rispettata erba della vita e della morte, lo stato emoivo con cui l’approci stabilisce la direzione del suo potere: amor e salute, oppure odio e follia [24] Core è Persefone, Phersipnai per i Rasna, è la Dea delle danze del fato, i suoi fedeli son detti coribanti quando lei ascende/discende e li possiede, cavalcandoli. [25] Imperatore monoteista che accelerò la disfatta dell’impero [26] del reato di omicidio [27] emette scintille di seme o fallaina (dal greco fallos), che divengono falene (psiche) notturne e viaggiano in cerca d’un corpo per rinascere. Ti=luce, tin=giorno, tivr=luna, Velth-ur-Atin-nas: l’anima del defunto davanti la porta del fiume dell’oscurità (acheronte), nel viaggio post-mortem (bardo) della psiche. Il funerario fungo/lingam di Ermes/Dioniso, indica al defunto (e iniziando), la via del cielo o rinascita dal labirinto del sottosuolo o dedalo di cerchi, dopo l’iniziazione trova il portale di uscita per altri mondi. Sacello è suo tempio |
Culti dei Misteri, da Eleusi su ai Sumeri
Aldous Huxley: “l'uomo che ritorna dalla Breccia nel Muro non sarà mai lo stesso uomo che era andato: sarà più saggio ma meno presuntuoso, più felice ma men soddisfatto di sè, più umile nel riconoscere la sua ignoranza, eppure meglio attrezzato per capir il rapporto tra parole e cose, ragionamento sistematico e Mistero insondabile che egli cerca, sempre invano, di comprendere..
Ad antipodi l’umano, appare sottosopra Ma in sostanza è dritto, ecco l’apparenza La mente dell’artista, cambia prospettiva È realtà essenziale, identica e sconfina
Libertà è tessuto, una trama relazioni Che scegli stabilire, sottostar azioni Scultura che ti lega, vedi e tiri fuori Pur se la rigiri, è Massima Bormioli
La Pianta centrale, mappa relazioni Acqua sua sostanza, in alto divien Buiti Bassa appare corpo, sessual fuoco vitale agro natur sinistra, a destra edu sociale
Lei assiste Identità, e lavor sessualità Etere Aria e Terra, e Fuoco per curar Poeti e contadini, coltiva alla Natura Lei fà la realtà, produce una cultura
Nostalgia di origin, stà in orge rituali In culti dei misteri, streghe sabba vari Ostinano le piante, comunicar qualcosa Siamo cibo cura, riparo e sesso forza
Là nella stagione, uniamoci d’assieme zanzar’agopuntura, cambia la tue diete Ogni farmaco richiede, ritual a lavorare a scopo direzione, che vuoi tu ricavare
Si vive in sinergia, su gaia ecosistema Il paziente se la sbriga, solo in rete fina Compensa economie, e social identità L’unguento lenitivo, di onirica realtà
Il desiderio di uscire dal mondo ordinario per esplorare i mirabolanti e terrifici territori non ancora mappati dello spazio interiore, è costante che accompagna l'homo sapiens sin dai suoi albori. In tutte le culture si è tentato di fornire un contesto adatto agli individui che desideravan affrontare questo tipo di ricerca, che in alcune società riveste un ruolo molto importante. Dai Misteri dionisiaci dell'area mediterranea, ai voli magici dello sciamanesimo siberiano, dalle ardite posture dello yoga indiano alla meditazione delle scuole buddhiste, nel corso dei millenni ovunque nel mondo sono state elaborate tecniche del sacro per render sicura l'esperienza dello psiconauta e della società .
L'occidente cristiano, energeticamente squilibrato per aver sopraffatto la sua parte femminile e naturale, ad un certo punto della sua storia ha prima ostacolato e poi ripudiato questa esperienza umana elementare, impegnandosi in un opera di rimozione e di repressione della sfera onirica e irrazionale. Ma negare una necessità biologica, s’è rivelata impresa ardua e un disastro sociale evolutivo. Rifiutando di venir a patti col proprio inconscio, la società occidentale si è ritrovata orfana di un sano retroterra spirituale e ingabbiata in un pesante feticismo nei confronti della merce.
Circoli e movimenti esoterici ed artistici hanno cercato di mantenere aperta la via del sentiero interiore, contrabbandando nel tempo saperi e visioni. La beat generation, nella coraggiosa guerriglia poetica-spirituale, usa in sostanza due strumenti di de-programmazione: droghe psichedeliche e gli insegnamenti delle culture della visione (realtà native e filosofie orientali). Capaci di indurre nell'individuo un cambiamen della consapevolezza, si rivelaron un lassativo perfetto per l'anima occidentale, un corso evolutivo accelerato per una gioventù disillusa dalle autorità e poco incline a credere alla sola favola del magnifico progresso tecnologico. Scopo e contenuto di tali esperienza sono illimitati, ma le immagini sono la trascendenza dei concetti verbali, del calendario ufficiale e dell'ego identità. Queste esperienze di coscienza espansa possono avvenire in vari modi: privazione sensoriale, esercizi yoga, discipline di meditazione, estasi mistiche religiose o estetiche e diete. Una dose di droga non produce l'esperienza trascendente, agisce soltanto come chiave chimica, libera il sistema nervoso da struttur e modelli ordinari. I beat, ed in seguito gli hippies, hanno intrapreso una spettacolare iniziazione collettiva a base di pozioni. Questi bizzarri stregoni-alchimisti sono riusciti a rimettere l'occidente in contatto con la propria parte femminile, a riavvicinarlo alla natura. Non è stato un passaggio nè indolore nè facile. La resistenza e la repressione contro l'uso di queste sostanze messe in atto da var autorità, continuano ad essere immorali nel principio e inefficaci nella pratica. Una persecuzione che dietro il pretesto di una difesa della salute, è una Guerra Santa contro ogni ricerca sperimentale di autogestione della coscienza estranea ai canoni religiosi e medici accettati dalla cultura dominante. La guerra contro l'abuso di droga, è in realtà una guerra per eliminare, se possibile dovunque, l'uso di droghe non monopolizzabili e incoraggiare dovunque l'uso di droghe monopolizzabili.
Dal tempo in cui Eva e Adamo vennero puniti a maledetti dal dio semita per avere mangiato una "sostanza proibita" che, secondo i saggi consigli del Serpente, sarebbe stata capace di aprire i loro occhi, l'uso sacro delle piante, così come ogni altro aspetto dell'approccio magico al sacro, venne brutalmente perseguitato dalle religioni monoteiste. Anche la nostra società positivista tende a irridere come puro parto di fantasia, magari malata, ogni condizione in cui la coscienza dell'uomo si apre ad una realtà "diversa" da quella consueta. Nonostante ciò, un'indomita avanguardia di esploratori, consapevoli degli stati di coscienza, continua ad intraprende esperienze altre, ricavandone momenti dì intuizione, rivelazione e illuminazione che, se supportati da un buon grado di onestà e di umiltà personali, possono svolgere una funzione benevola e integrativa sulla propria vita e su quella degli altri. Il cammino per portare l'uomo occidentale, col suo strascico di disastri psichici e ambientali, fuori dalla gabbia del materialismo, è appena cominciato, bisogna vedere se il Pianeta avrà la forza e la pazienza di aspettarlo”
Narra Erodoto, di un culto dei misteri Fondato dai Pelasgi, in Tracia e Samotracia Dedicato a un gruppo, di Kabìrim Fenici Otto Dei del mare, antichi e pur amici
È il centrale Eshmun, detto Kadmilos Pure conosciuto, come Herme Dionìso Gli altri son Demetra, Core e pure Hades Furon celebrati, Eleusi in riva al mare Dioscuri detti, a Lemmo Imbro e Thaso Efeso e Mileto, Teo Rodi Chio e Syros La gente di mare, a loro è gran devota Che mitigano il mare, pericoli e alta bora
Editto di Teodosio, nel trecen-novantuno[25] Proibì celebrazioni, più antiche dei Misteri Santuari son distrutti, ed è la fin d’impero I Vandali e Alarico, oblian mondo intero
Eleusi come Delphi, santuario pan-elleno Inizia imperatori, tra essi è Marco Aurelio Che propugnò armonia, uomo con natura Or inno di Demetra, vita morte c’introduca
Narr’Inno a Demetra, nèl VII avan Cristo che Core la sua figlia, stava presso Nysa I fiori raccoglieva, con le ninfe di Oceàno Quand’Ade la rapì in sposa di sua mano
Demetra poi scoprì, il via libera di Zeus Allora disperata, va in cerca della figlia Vagabonda e giunge, a Eleusi a riposàr Al pozzo Callicoro, si mascher da mortal
Ospitata è dalle figlie, cordiali del re Clio Seduta e silenziosa, ha un velo su suo viso Assorta nel dolor, vien distratta da Iambè Ch’erotica con scherzi, mostra suo sedèr
Rifiuta il vino rosso, e chiede il kikeone Ringrazia gli ospitali, e rivela sua natura Quindi tempio fonda, a ricordo della figlia Olimpo vuol punir, il fatto ancor l’indigna
Demetra siccità, produce sulla terra Intera umanità, minaccia d’estinzione Rifiuta di tornare, fra gli Dei di Olimpo Zeus propone ad Ade, stagional invito
Nel periodo inverno, tien la sposa a sè Mà nel resto d’anno, Persefone riappare Fiorisce a primavera, nel mondo vegetale Demetra soddisfatta, Olimpo và tornare
Rivela i suoi Misteri, li affida a Trittolemo Mister piccol e grandi, l’insegna a celebrar I primi a febbremarzo, mese anthesteriòn Epoca che in Grecia, si copre in fiori d’or
Son per gli iniziandi, una preparazione Insegnan mistagoghi, drammi sopra miti Le gesta di Demetra, Persefone con Ade Còn purificazione, digiun e danze sacre
Gl’iniziandi a Eleusi, riattuano quel mito Discesa al sottosuolo, in dramà rituale Lo scopo è stimolare, beatifiche visioni per l’anima curare, in eterne condizioni
Un dramma di morte, e di resurrezione Del giovane Cabiro, ad opera degli altri Parla delle origini, di umanità e destino Celebra fa scuola, dal mar fin al confino
La scuola è circolare, due piani d’edificio Ermetico e ben chiuso, penalità per ladri Mercati e processioni, spese e pur’incassi Sono di routine, rapporto ai magistrati
Guida un sacerdote, la purificazione Di tutti gl’iniziandi, segue confessione Donne e fanciulli, pure sono ammessi Alle cerimonie, in date e luoghi fissi
Il secondo livello, sono i Gran Misteri Duran’otto giorni, nel mese di Settembre Percorrono via sacra, trà Eleusi ed Atene Per esser iniziati, a Misteri di Persefone
Inizian ad Atene, con un pellegrinaggio Diretto verso mare, e prove nel passaggio Migliaia di neofiti, ciascuno ha suo tutore Pur semplici curiosi, fanno processione
Iniziandi salmodianti, diretti ad Eleùsi Invocano Dio Bacco, Dioniso dell’estasi Due sole condizioni, per essere iniziati Obbligo al segreto, non essersi macchiati Passano su un fiume, sopra stretto ponte Che tra vivi e morti, rappresenta il fronte I pellegrin raccolti, ora vengono insultati Da osceni imitatori, a Iambe mascherati
A Eleusi giunti a sera, in luogo iniziazione In folla salmodiante, s’alza e poi discende Una visione collettiva, di uomini e figure Forme venerande, immerse nella luce
Alla luce delle fiaccole, entrano iniziandi Nel cortil esterno, a quel Pozzo Callicoro Luogo del santuario, gaudio di Demetra Li vedi ora danzar, tra vortici di pietra
Narra Euripìde, che danzan pur le stelle Luna e mare aperto, e le Nereidi figlie Nei vortici di acque, sono angeli in coro Che onorano la vergine, còronata d’oro
O Tu che guidi il coro, di stelle spiranti Fuoco sei guardiano, delle parol notturne Fanciullo sei di Tinia, manifestati d’intorno Con Tiadi celebranti, in danze di ritorno
Uno fa un risuono, di cimbali di bronzo Un altro tiene i flauti, dal profondo suono Che riempion melodia strappata con le dita Un richiamo minaccioso, suscitator follia
Il timpano propaga, con forzà tremenda Mentre alto si leva, il suono della cetra da un antro segreto, in risposta mugghiàn Imitator taurini, dal tuono sotterràn Eschilo (sopra) - Sofocle, Antigone (sotto)
Nella roccia v’è la grotta, detta Plutoniòn Passaggio del Dio Ade, signore degl’infèri Che porta in oltretomba, Persefone natura E la cede a primavera, se dissipa foscura
La stanza sacerdoti, agreste Anaktoron Il Rituale dei Misteri, si fà al Telèsterion Una stanza ritoccata, quan crescon i fedeli Qui vedono splendente, la luce dei misteri
Portico a 2 colonne, tien semplice dimora In fondo stan reliquie, ai lati spalti a mura Il centro è illuminato, da lucerne di candele È sacra porta a sud, Eràcle o San Michele
All’interno del recinto, qualcosa viene visto Né teatro o cerimonia, bensì una phasmata Cioè l’apparizione, di Persefone suo spirito Che dal regno morti, torna al suo convito
Il fedele or’esperisce, mistero nei Misteri Divien colui che ha visto, bandzi o epoptei Seduto sui gradoni, nel buio più completo Siedon gl’iniziati, che attendono il kykèon
Bevanda di Demetra, viene or mescolata Dono per gli astanti, può esser trangugiata Acqua orzo nutriente, e menta stomachica Con Clavice paspali, dal Paspalum disticha
La gramigna del loglio, Erysiphe in greco È l’aira o rondinella, è Lolium temulentum È nome di Demetra, con porpora le vesta Che cresce fra le messi, e facile si infesta
La soluzione acquosa, separa idrosolubili Gli alcalò dell’ergòt, dai tossici insolubili Dà micro parassita, freddà sudorazione Nausea e tremore, precedon la visione
Pindaro ricorda, che questo è gran finale Di colpo appare luce, da basso dall’astrale Esplodono i confini, d’ognì terreno mondo Tempio dal mistero, s’inonda a tutto tondo
Fantasmi che s’aggirano, nel recinto sacro Dèi scendon l’Olimpo, vengono a profàno Micro fungo parassita, dà epifania divina A mangiatori d’orzo, che seguon tale via
Come Trittolemo, col dono di Demetra Divengono iniziati, a mezzo d’esperienza Potranno ora vedere, segreto l’alternarsi Di nascita e di vita, da morte rinnovarsi
Terra ora si svela, non sol dimor di morti Ma cibo inestinguibi, riserva di conforti Di sé e divinità, occasione di scoperta A trasformar la vita, adulta più perfetta
- Hermes psicopompo e culti fungini Misterico messaggio, in saggi sopravvive Coi dialoghi Platone, sovente ci descrive Che gradi di saggezza, archetipi e le idee Danno form e spazio, a ciò che ci sovviene
Grad’uno la myesìs, visione temporanea Ma poi vien la telete, che par definitiva Infin v’è la suprema, chiamata epoptia Nata dall’altrove, natur mito-creativa
Demetra e Core, ricordan che l’umano È legato alla natura, mano nella mano Cosciente od incosciente, tant oppure poco Armonizzars ad essa, è giungere allo scopo
Capire la natura, penetrandone i segreti Fa identificare, con essa e i suoi custodi Nei tempi di crisi, emergono più dubbi Crollano i modelli, e fioriscono più culti
Rispondono a domande, tipo Chi son io? Dove vado e vengo? cosa è mai la morte? A soddisfar gli umani, e ritrovar gli Dei Provano gli artisti, le chiese ed i musei
Mira ad un traguardo, l’eleusìn modello Spinge l’individuo, a unà trasformazione Della sua coscienza, per vivere migliore Rendendolo iniziato, epopte gran dottore
Padron d’una visione, unitaria d’esistenza Agisce in trasmissione, di secoli esperienza Da un cumulo d’origine, d’intera umanità Soddisfa pur bisogni, d’estàsi e libertà
Misteri Eleusini, esperienza suprema Celebran Demetra, cioè Iside egiziana Nascondon la figura, di Dioniso potenza Osiride egiziano, di straniera essenza
L’obbligo segreto, impediva l’esperienza Fuori di un contesto, di sacra reverenza Durava mesi e mesi, la sua preparazione Com ancora oggi, fà arcaica iniziazione
È cuor dei Misteri, Ermete o Turms Mercur messaggero, ambiguo e furtivo Dio della sapienza, pur della scrittura Medicina scienza, e musica struttura
“Felice colui, che ha vissuto tal cose Quando rientrerà, nel grembo dell’Ade Dioniso li guida, qual Erme psicopompo” L’enigma canta Orfeo, nell’eco di ritorno
Poeta bardo antico, viaggiante dell’Egitto Che lega nei suoi canti il multiforme all’uno La cetra è suo strumento, sua vita è ritual Riscrive la sua storia, per mito riattuar
Accolto dai Kadmilos, a Tebe nell’Egitto Per essi nuovi riti, lui inizia in sincretismo Inventa nuovi miti, sull’Ade e iniziazioni A render attuali, percorsi e produzioni
Insegna l’astensione, da omicidi alcuno Vegetariano appare, un Jaina in stile puro Lo narrano morto, sbranato com agnello Dono di se stesso, in mito e vin novello
“Son giunto lasciando, i templi divini E conduco vivendo, sanniasi sublimi Divino Zagreus, ora vago ogni notte Col tirso e con cetra, tra dense forre
Incanto or la roccia, e le bestie feroci Tu vivi e sei morto, quan muori allor vivi È un antica sapienza, vissuta ai misteri La notte è la madre, dei Dei desideri”
Ermes Karmelos, ispiratore dei carme Patrono delle strade, e caravanserraglie protettore di ladri, incontri e viandanti Nutri col latte, serpen suoi danzanti
Erme psicopompo, itifallico compagno Dell’anime farfalle, nel viaggio d’aldilà Oltre la materia, nel cuor del sottosuolo Spande col suo fallo, gocce spermaforo Heva tua compagna, progenitrice terra Totem di serpente, t’avvolge in caduceo Cobra oracolare, sacro a Shiva e Devi Gaia genitalia, progenie a genius dei
In Egitto è Thot, dio anterior diluvio Scriba delle piante, cui depone effluvio Le sue conoscenza, le porta suo totèm Ibis la cicogna, e moglie sua Seshèt
Ella apre le storie, le vie d’iniziazione Sibilla ovver Cibele, che ascolta sibilare Voce presso un antro, soffio serpentino Lo danza ballerino, e fa oracol sibillino
Gli aruspici in versi, sacerdoti di Horus Imparan a memoria, e li cantan ai cori Poi in altra coscienza, rivedono il mito In pelli di lepre, come Ermafrodito
Figlio di Maia, la pleiade d’Atlante Or sei un eremita, e vivi nel deserto Aleggi in presenza, poter silenzioso Sensual femminile, sottil melodioso
Sei Ninfa Zoè, desiderio che in canna Accendi coscienza, divien tutto Pan-na Fai sintesi opposti, dell’anima e corpo Riporta al sacello, l’amico tuo porco
Culto sacro fungo, chiave dei misteri Di abissi sotterranei, e fonti oracolari Lamenti evocazioni, al dio nell’aldilà Chiedon a Tagete, d’insegnàr di quà
Evocare fungo sacro, è necromanzia Comunicar con fonte, di sapienz’antica Nekragogos è, condurr’innanzi il morto Si da interrogarlo, e vivi dar conforto
Sciamani e poeti, eroi e necromanti Visitavano inferno, tornando coi miti Il santo han veduto, dicea Samuele Vate Profeta, d’amata sua Israele
Il canto o Peana, di Pan od Apollo Contrasta il potere, nocivo del fungo Mostràr femminil sesso, libera il fungo Poiché l’intimità, l’eccita a gran punto
L’esser umano, deve indurre pian piano Il fallo del cielo, stimolarlo all’orgasmo Canti con danze, e copule tra i campi Aiutano pure, a farli più abbondanti
Se pioggia non cade, Gaia steril resta Non nascono animali, e caccia s’arresta La pioggia dei deserti, è fonte della vita Umidità del cielo, grembo t’ingravìda
La pioggia contiene, il germe della vita Mentre nell’umano, è dato dallo sperma Emesso dal pene, di dio nel suo orgasmo Assieme coll’urlo, del tuono di spasmo
Scossi sono i cieli, da eiaculo divino Le labbra lancian verbo, seme novellino Che viene trasportato, da vento sulla terra Penetra nel grembo, tra i solchi sottoterra
Nell’utero terrestre, avviene gestazione Sede di sapienza, saliva umor del seme Risiede presso Dio, il suono e la Parola Fiato e peto vita, essenza d’ogni cosa
Danze e recitazio, richiamano portento Le incision rupestri, tracciano l’evento Dentro eterno fuoco, arde qual vulcano oceano d’acqua cheta, seminal umano
Han piante ed alberi, radici sottoterra Prendon nutrimento, d’acqua di sapienza Consumate danno, segreti e profezie Angeli son detti, tal verdi dinastie
Sottrazion di pianta, grazie a rituale Compiuta senza danno, evita il penare Se invece le maltratti, senz alcun decoro Svanisce beneficio, dell’anestral tesoro
Profeti e guaritori, or credon lor fiato A bocca lor che parla, affior insalivato Il seme del divino, trasmette di per sé Forza della grazia, per popol sostenèr
Davide vuol dire, amante del Signore Geova Sabaoth, di eserciti e tempeste Gran fecondatore, dei frutti della terra Pene eiaculante, che urla e s’accontenta
Giuseppe sta per grido, Yahweh Sabaoth! Sabazio euoi saboi, cioè Ercole con clava In semitico è marito, signore detto Ba’al Pastore delle greggi, che vuol moltiplicar
Il sacerdote unto, vestito come un pene Oltrepassava il velo, le labbra di Vagina Il fallo sacerdote, nell’uter penetrava E creativo atto, nel fondo lui operava
Dio era marito, di Terra e della gente Sua semenza sacra, disperde era peccato Così la sua parola, il cui uso era richiesto Sol se testimoniata, porta frutt’innesto
Coiutus interruptus, fu peccato di Onan Che risparmiava seme, la Genesi racconta Pur Sodoma e Gomorra, rupper tradizione D’inseminar le donne, a clan d’ospitazione
Respinte indegnamente, furon figlie Lot Fallire l’obiettivo, vuol dire aver peccato Seme viaggia su ali, dello straniero vento Solo ospitale fede, fa fertil seme e verbo
Sfortuna sta per grembo, sterile di terra La santità del seme, è grazia sottoterra Genera più cibo, per uomini e le bestie A fin di riprodursi, al tempo delle feste
Poi alla loro morte, tornano alla terra Simbolico rimborso, a ristabilir il ciclo L’uomo indebitato, al dono del divino Invoca poi Gesù, Jahvè che salva fino
Accade carestia, la vita va a ibernare Dio quan rifiutava, suo dono seminale Freno questo dava, all’avidità dell’uomo A spese dei vicini, giustizia fa rinnovo
Il sangue conteneva, il soffio della vita Spirito che santo, presenta pur nel fungo Nella consumazione, facean suo sacrificio Sanar incrinature, tra gli iniziati a officio
Piante di sapienza, potean comunicare Sapienza degli dei, a color che ne bevean Poi l’uomo infin usò, solo arte scrittura Uscì dal primitivo, e fu statica cultura
È parola scritta, un modo di pensare Un epoca precisa, che vuole tramandare Comunicar con Dio, con inni e con azione Preghiere riti e danze, son sua adorazione
È la Parola di Dio, nella forma del fungo Il figliolo diletto, suo sperma fecondo Dio fattosi carne, per mostrare la via Conduce a se stesso, succo ambrosìa
È fonte il diluvio, di sperma divino Uranus o Urea, Dio ciel tempestoso Detto Ahura-mazda, Yahoo Eureka! Seme fecondo, parol che procrea
Bibbia e vangeli, furon culto del fungo Il figlio del tuono, da chiesa poi espunto Rifugiato in deserto, fu chiamato eresia Sostituito nei templi, da Re ipocrisia
Saulo è folgorato, sullà via di Damasco Da luce fungina, che a occhi chiusi appar Quando apriva gli occhi, nulla ti vedeva Và da pio Anania, a capir la storia vera
Ai misteri eucarestia, cibi acidi o aspri Preparan corpo mente, del partecipante La cura ovver settena, fa gran purificazio Terzo o quarto giorno, emetico fa sazio
Messo tra lenticchie, ovvero minestrone Il vomito comincia, dopo un quattro ore Tutta la faccenda, risolve in sette ore Digiuna sera prima, per evitar malore
Il piccolo fungo, al mattino appariva A calar della notte, decomposto finiva Più vermi lo avevan, ben consumato Nemico che uccide, e calore più afo
Pan ovvero fungo, Apollo epite Pietro Facea il grido Peana, eleleu eleleu eleleu! Cantato al dio-fungo, dai sui celebranti Quan lo si trova, e raccogl’ansimanti
Dovevan fedeli, recare dono al dio Mangiar morir con lui, in comune rito Dio la promessa, sempre mantiene Chi lo riceve, un suo figliol diviene
Dio era stato, in mezzo ai suoi figli sceso alla terra, invocato Alleluia! lo avevan cercato, colto e mangiato Per un carpe diem, fu manifestato
I dioscur cabiri, funghi di tempesta Kore e Persefòne, portan la sua festa Un giorno sono vivi, l’altro son morti Fertil mitologie, nei culti sono forti
Centro sotterraneo, tutto concepisce Il verbo si fa carne, Dio seme rifiorisce Disgrega si ricrea, materia nella morte Tutto si trasforma, nella fornace sorte
Le viscer della terra, chiamasi Plutone Dove vita e morte, fanno la creazione Muko non appare, qui nel nostro mondo Se mancan le pioggie, è il divino sordo
- Inanna in viaggio nella psiche Raccontano Sumeri, l’avvento civiltà Enki saggio vive, nell’acque dell’abisso Le tavol del destino, lui tien di civiltà E all’umana specie, tesoro elargirà
Inanna figlia d’Enki, è Regin dei Cieli Ebbe assai pietà, dei popol della terra Veleggia con sua nave, a casa di suo pà Accolta è con banchetto, cibo e vin avrà
Enki amò sua figlia, oltre la saggezza Prese ogni bicchiere, vin che lei porgerva Ubriaco le accordò, qualunque desiderio Pur tavole destino, e cultural imperio
Inanna caricò, gli oggetti sulla barca E nel cielo veleggiò, ad Erech sua città Quan sveglio da stupore, Enki rimembrò Ciò che aveva fatto, ben si rammaricò
Trucchi tenta e prova, Inanna gli resiste Così presso i Sumeri, arrivan le stagioni L’agricoltore Enkidu, e il Dumuzi pastore Istruiti e coccolati, le fan favor d’amore
Le fecer doni al cuore, di frutti e lana pura Dumuzi favorito, suo cuor scaldò con cura Il mito ci ricorda, ogni disputa che avviene Tra nomadi e stanziali, cioè Caino e Abele
Inanna in ambizione, discese al sottosuolo Nel reàm dei morti, o valle di kur-nu-gi-a Governa giù di là, sorella sua Ereshkigal Che sentenzia morte, sua e mondo reàl
Al regno dei morti, viaggia lei nel mito Presso la sorella, rende or suo convito Regina del Cielo, che lascia il suo posto È morta tre giorni, questo il suo costo
Inanna iniziò, passan tra sette porte[28] Obbligata in ciascuna, ceder un vestito Nuda fu alla fine, ai piedi di Ereshkigal Che presa la legò, chiuse sua vagina
Inanna allora muore, assieme la natura E la Regina d'Est, va in cerca dell’aiuto Per mezzi del dio Enki, trova soluzione Lei rinascer può, se ha la sostituzione Inanna nel sottosuolo (tav. d’argilla sumer del 4000 a.C)
Enki dio saggezza, rimedia alla tristezza Spedisce due creature, per liberar Inanna cantano a Eriskegal, l’aiutano in un parto Inanna torna a vita, la lun le fa da carro
Sceglie poi l’amato, consorte Dumuzì Che d’allor potrà, regnar il sottosuolo Mentre ogni mezz’anno, lui risalirà E all'equinozio autunno, si celebrerà Il Matrimon divino, d’Inanna e Dumuzì festa-del-Nuov’anno, della vegetazione Dumuzi torna su, dal mondo sottoterra Pronto a far l'amore, con Inanna bella
Tal dramma rituale, nella cultur Sumera Realizza nel profondo, una lezione intera La morte non è ostile, al mare della vita Porta a nuovo ciclo, la vita conseguita
Poesia di naturale, avveniment al mondo Che ben si riflette, su psiche mappamondo Qui vien rappresentato, dalle sacerdotesse Che da Sumeria in poi, attuano se stesse
Giace in tè profonda, l'ombra sconosciuta Esercita influenza, sulle scel della tua vita Porta alla coscienza, e conosci sua natura Emerge pur nei sogni, o vision coloritura
Non sfiora tua psiche, svalutar nomi entità Potenze se negate, assumon nuova identità In sintomi converton, malattie del razionale L’antiche divinità, van drammati a rivelare
Filosofi orientali, e psicologi del simbol Riportan esperienza, di mètafisi scienza Bilancia la ragione, d’imago ed emozione Parlerai all’inconscio, senza restrizione
Non separar gli opposti, istinti fai fluire Ignora la tendenza, di eroe autosacrificio Processo individuazio, di psiche personale È taoista liberazio, integrale e salutare
Trasformazion coscienza, estasi samadhi Nella meditazio, profonda o in movimento Saman viver deve, esperienza della morte Da demoni smembrato, pian oppure forte
Deve essere vissuta, in immedesimazio Bisogna sentir ossa, che rompono lo spazio Morire per rinascer, e nascer è un morire Dopo morte c'è, nuova vita in divenire
Sembra un simbolismo, religioso invece Diventa un’esperienza, d’uomo che matura I Tungusi a diventare, uomin di medicina Devono trapassar, ritual tale officina
Somiglia samadhi, a un coma cosciente[31] Opposto allo shock, o estrema eccitazione Prossimità di morte, accomun esperienze Paura è l’ostacol, che il mistico attende
Molte persone, han paura a rilassarsi Ogni piccol modifica, a corpo o la psiche Scatena l’angoscia, di paura della morte Motivo di spavento, d’aprire delle porte
Son miriadi modi, cambiar stato coscienza Stan Groff ci descrive, 4 gradi esperienza Esteti sensoriale, biografico auto impatto Simbolico di Jung, transpersonal il quarto
Esperienze diverse, vissute in sequenza Oppur al contempo, o si blocca una d’esse Successive esperienze, di trasformazione Arrivan gli altri tipi, di sperimentazione
Esteti-sensoriale, vuol dire psichedeli Comparsa geometrie, di forme colorate Come imago di relax, dietro palpe chiuse Innescano pensieri, che fan revèrie pure
Esperièn autobiografi, eventi d'individuo Traumatici o rimossi, associati ad emozioni COEX condensata, o engram molto forte Chirurgici interventi, e pericoli di morte Estasi oceanica, del feto in gravidanza Espulsion dal Paradiso, l’utero fa istanza Pace ora distrugge, esce al mondo ostile Forze esterne ignote, portano a soffrire
Nascita esperienza, è titan sessualità Aggressivo sadomaso, radice di violenza Esplode l’aggressione, con autodistruzione Estasi e agonia, s’ha in nascita tensione Transito dolore, incontro con il sangue Escrementi eccitamento, e libido sessuale Contien pur la promessa, della liberazione Trascendenza danza, sacra prostituzione
Simbolico di Jung, è l’esperien di sogno Si vivono parabole, come in un teatro Emergon verità, importanti all'individuo Che lasciano trascender, l’ego un attimino
Il quarto tipo è, traspersonal coscienza Oltre tua persona, appar il punto vista Tu non sei tal tizio, che fa indentificazio Sei l’uman che và, oltre tuo ego spazio
Attingi psiche gruppo, comunitar valori Senti appartenere, a uman intero gruppo Cambio di coscienza, emerge con talenti Emergono casuali, di norma son latenti
Dopo il decesso, prendiamo corpo bardo In grado trascendèr, spaziotempo campo Viaggi attorno Gaia, ai mondi del samsara Vediam con occhi dei, o quelli di zanzara Soggetti che affrontano, nascita e morte vedono improvvisi, distorsion della realtà Organizzazion dell'esistenza, pare loro falsa Comportamenti assurdi, vedon in comparsa
Derivan da paura, di morte o cambiamento E da residuo trauma, irrisolto della morte La vita tumultuosa, in competizioni var Or incubo gli appar, nòn più necessar
Sviluppan legami, con entità interiori Scopron che visione, material di mondo Radica in paura, di nascita e di morte Dopo morte d'ego, gioia vita è forte
Passato e futuro, meno del presente Coazione ad obiettivi, vien abbandonata Mondo artificiale, appar Divin Commedia Ercol doma drago, ovvero mondo media
L'illusione d’ego, svanisce in un copione Individuo sperimenta, gioia e la fusione Apprezza ora la vita, bellezza naturale Cadono le lenti, che storcono il reale
Coscienza infinita, oltre spazio-tempo Siam or espressione, dell’inter creato Radice della vita, or si scopre modellata Da cosmiche influenze, cantata ricamata
Facoltà di yogi erranti, i riti per la pioggia Mediate dal cervello, non hanno origin là Nascon da coscienza, ch’ego tuo trascende Quando sesso appaga, e desiderio spenge
Limite estremo, è coscien transpersonale Viaggi oltre te stesso, in menti e corpi altri In processi di natura, di alberi e montagne Tsunami ed astronavi, senti dono grande
Archetipi han coscienza, possono pensar Agiscono da sé, senza causa manifestar Incontro col creatore, estingue sete scienza È simbolo sessuale, o cosmica coscienza
Archetipo produce, costrutti immaginali Veicolano questi, ogni psichica energia Capace a favorire nuovi atteggiamenti Cioè comportamenti, sopra i precedenti
Gli archetipi fanno, l’inconscio collettivo Struttura della psiche, reale e universale Il vuoto primordiale, è silenzio pien di tutto Tu scegli una realtà, e lor gli danno frutto
Fai collaborar, tuo conscio con inconscio Accettazion conflitto, che vedi tra l’opposti Union paradossale, individuazion processo Ampliamen coscienza, oltre l’io te stesso L’energia rubata, nel conflitto opposti Or s’è liberata, puoi usàr a far creazioni Accetta ambivalenza, e la conflittualità Spodesta l’Io dal trono, Sé ha regalità
Strutture ricorrenti, le immagini mandàla Simbol di energia, in mutazio e movimento Osservati al completo, da varie prospettive Circolazion del qi, nel corpo e nella psiche
Le immagini del mito, proiettano le mente Archetipiche potenze, che portan luce in sé Esperienza religiosa, è un fatto soggettivo Non è sigillo dogma, ma gustar vin vivo
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iniziazion sciamane, Jhakri e Yamabushi
Saman parola è, tunguso manciuriano Colui che sa per mezzo, d’estas rivelazio Con là sua volontà, contatta altre realtà Rapporta ad entità, e acquista abilità
Collega lo sciamano, mondo delle storie Ai mali dell’umano, per crear significato Usà intero corpo, in canti danze e scene Sveglia la coscienza, e spiriti sovviene
Uomo coraggioso, che sfida più misteri A mezzo della danza, e drammi rituali Cura depressione, più crisi esistenziali Laceranti malattie, con arti magistrali
Amico contadino, armonia ristabilisci Medico erborista conosci pian maestre Spii nella natura, animali eletti a guida Il fuoco tu alimenti, Gaia in te confida
Gli amerin sciamani, usano il peyote Mentre i sadhu d’India, Ganja fumarote Quelli di Siberia, ingeriscon muchomor Fungo canterino, rosso e bian color
L'aquila t’insegna, gran volo siberiano L’orso col salmone, t’insegnano a danzar Uccelli con le piume, t’insegnano i costumi Tra i monti del giappone, e forestali fiumi
Guarda dentro fuori, verso mar di stelle Nei boschi d’Amazzonia, bevon medicina Chiamano Ayahuasca, la liana d’antenati fusion della chacruna, e Banisterios Caapi
Loro abito rituale, corazza anti influenze È mappa itinerari di cosmo e psi coscienze Lavorano col clima, e le piogge dei raccolti La caccia fecondare, assiem uman risvolti
Rinnova sciamanismo, è l'ultima speranza Per riattivar canali, di dialogo a distanza Con mente di Natura, e gli esseri maestro Impar a raccontarti, fuor d’ogni contesto
Puoi esistere nel mondo, fuor d’ideologie Abbatti le barriere, di mono strategie Urge l’assistenza, all’indigeno ch’è in te Paga un vitalizio, sciaman sarà per tè
bimbo che offre dell’uva a un Satiro (Marcantonio Raimondi)
Accendi tuoi falò, danza dentro cerchio Balla ad occhi chiusi, a ritmo dei tamburi Il moto è curativo, in mezzo alla natura Legato a nonno fuoco, luna senti pura
Ritrova ora il divino, che cura dentro te Cuor esprime danza, cedigli il permesso Il gran peccato è, smettere di amarsi Perder l’autostima, cioè non perdonarsi
Saman in cammino, abbandona profeta Maestri e dottrine, e raggiungi la meta La morte è tua sola, unitaria esperienza Risvegliati o re, in neonata coscienza
È l’iniziazione, irruzion nel mondo mito Ci invita a recitare, per fare il nostro rito L’archivio dei copioni, giace nella psiche Profonda e collettiva, è una ed infinite Coscien partecipazio, a teatro della mente Svela tua natura, e le stor di guarigione È viaggio solitario, esperienza personale Nel fondo della psiche, per rimodernare
Viaggio nel reame, di spiriti e antenati Duran l’iniziazione, di giovani iniziandi Psiche in caos, smembramento di certezze Per vivere un sogno, di teatral fattezze Entro ognun di noi, esiste già una mappa Ignorata pur a lungo, vuol’esser spolverata Lavoran nella psiche, profonda dell’umano Attore e guaritore, assieme fan sciamano
Scopo d’ogni rito, passaggio o iniziazione Del mondo della vita, è cambio percezione Il mondo sovrumano, irrompe alla realtà Rigenera strutture, coscienza e identità
I simboli viventi, una volta risvegliati Lavorano da sé, dal fondo della psiche Rivelano una storia, che vuol partecipazio Al fin di trasformare, inter cosciente spazio
È risveglio turbolento, corpo n’è linguaggio Psicosi temporane, accompagnan processo Incontri di energie, d’istin di vita e morte Prima di rinascer, qual essere più forte
Impara maneggiar, accesso ad altri mondi Fai spazio a lor presenza, entro tua cultura Inizia in una cava, bosco oppur motangna Gestisci dissociazio, psiche è tua compagna
Iniziazione per Jung[38], è confronto col Sé Che produce individui, coscienti e sbocciati Eroe o sciamano, dormiente in ciascuno Se sveglia e rivive, fa umano maturo Partecipa al dramma, essenziale del mito Dai vita a ogni cosa, fai psiche tua sposa Saprai che fantasia, è processo reale in sé Mondo spirituale, in psiche e fuor di tè Il viaggi dell’eroe, echeggia iniziazione Viaggia in molti miti, è auto-realizzazione Il mito ti trasforma, quan l’attivi in rito Inanna e gli altri dei, vedi là in convito Spesso lo sciamano, riattua iniziazione Prima di una cura, fa rappresentazione Qui il potere mito, attiva trasformazio L’eterno ridiscende, nell’umano spazio
Alce Nero Oglala, durante giovinezza Ebbe gran visioni, tenute nel suo cuore Finch’ebbe coraggio consigli ebbe da saggio “Danza sulla terra, mostra tuo messaggio”
Lo sciamano cura, ristabilisce o aggiusta Un’interrotta connessione, dell’anima tua Scova il suo guasto, che in corpo s’incarna Ritrova sue storie, si fà parte del dramma
Quale attor guaritore, rispolver tuo mito Riaggancia alla terra, fa ponte col rito Scambia energie, se vuoi farne parte Il cosmico dramma, risveglia con arte
Dioniso accogli, linguaggio natura È voce animale, di spiriti e stelle Questi lo pregan, in gran sinfonia Con grazia di gesti, e pur’armonia
Nacque il teatro, da estasi e gioia Da gesti rituali, per vivere il bello Accesso ai reami, d’immaginazione Miracolo vivo, di transustanziazione
Il luogo dei miti, è mundus imaginalis Ha sua coscienza, e una real consistenza Tua anima lo coglie, attiva immaginazio Cuore con le ali, sorvol eterno spazio
L’anima vi trova, cura e nutrimento Divino percepisci, estatico ascendendo La cura è conoscenza, del mitico legame Tra mondi iperuranio, e terreno dimorare
Coscienza di quei mondi, scopr’antico ponte Nell’anima presente, è a nuova vita fonte Accresce tolleranza, all’ambiguità binaria La terra ora è teatro, di vita immaginaria
Tal spazio è nella psiche, reame delle idee[42] Poiché fenomen tutti, ad esse si conforman Vita propria hanno che in mondo manifesta Attraverso nostre vite, dolori oppure festa
Le storie son create, per noi ad ogni giro La tua risposta ad esse, fa o disfà confino Nei riti di passaggio, scopri i loro mondi Substrato della vita, nulla più confondi
Mondo intermediario, tra sogno e veglia Dramma potenziale, che cerca recitanti Se capace di pensare, e viver in tal luogo Alimenti il mondo, e l’energia del fuoco
Universo sognato, si lega ai nostri sogni E a manifesti eventi, intorno e dentro noi Produce desideri, che vanno ad incarnarsi Per divenir coscienti, e ci vuol partecipanti
L’ingaggio dai reami, avviene giornalmente L’archetipo di attore, risponde a tale invito I modi sono tanti, sincronico è l’ambiente Un vento tra i capelli, un canto ricorrente Gesti d’amore, son ritual connessioni Istintivi e profondi, ai mondi del sogno Alimentan l’un l’altro, dicon gli Huicholes Nel “mito del sole”, alimentato dal cuore
Discendo a occidente, poiché torno a casa Le cerimonie che fate, mi mancano assai Son belle e le amo, e ogni volta rinnovo Doman tornerò, ad ascoltarle di nuovo
Recitando la storia, a mezzo-dì-rituale Alimentate mio fuoco, nel vostro reame Il mio sogno cantate, e danzate vitali Non resisto io vengo, darò seminali
Le linee del canto, conforman la terra L’aborigen le cura, e le snoda cantando Mantien poi vitale, lo spazio in cui vive Solo in quel modo, sognar sopravvive Vitalità d’ogni luogo, l’umano riattiva A mezzo intenzione, e co-partecipazione In cerimonie rituali, cioè in-canta-mento Di storie ed eventi, che fissan momento
Non sottostimare, le tue connessioni Alle storie che sono, dietro agli eventi Significano assai, per psiche ed ambiente Dan senso alla vita, e armonia ricorrente
La natur abbisogna, di tua ammirazione Ritual celebrazio, a non cader noi malati Mancanza di senso, oggi sforna tumori Spegne le speranze, sole clima e colori Scorriam nella vita, a essa apparteniamo Tal senso porta cura, all’animo più umano Risposte al suo creato, rituali noi le diamo Reciproco rapporto, con essa stabiliamo
Se scordi tal rapporto, perdi posto e scopo La terra appare morta, senz’enzimi e totem L’anima diparte, il sognare va errabondo Muore canto danza, muore pure il mondo
Sognare far sognar, è incantar ed animar L’anima è di sogno, e là solo può abitar È tale sua sostanza, che musica la muove Sforna la realtà, che sogno poi commuove Nei regni immaginali, risiede quel potere Portar alla coscienza, sàman può insegnare Natura ascolteremo, che piange a ricordar Ci chiama alle sue storie, ancora a recitar
Ogni cur richiede, una gran preparazione Diagnos trattamento in dramm’invocazione Dramma porta i sensi, piano a risvegliarsi Come nel teatro, la cura è una catarsi Attraverso lo sciaman, dràmmatico agire L’audience può vedere, esser d’altri mondi Battaglie e pantomime, per demoni epurar Negli uomini pazienti, partecipi al curar
Teatro è antico rito, sciamanico di cura Attore incarna l’enti, di front a più pazienti Ricrea sua iniziazione, risveglia le energie Della trasformazione, che prova trasferire
Paura e gioia muove, in mezzo a spettatori Che inizian a viaggiar, tra lumi compassioni Cantan la canzone, danzando con costume Al suono di tamburo, sonagli oppure piume
Il buio fa da sfondo, per alba d’altro mondo S’attiva possessione, a cuor dello sciamano Il palco è come cerchio, fatto con le pietre Che invita a rivelare, più spiriti e paredre
Ìncontri di viaggio, samano canta intanto E gli astan presenti, supportan trepidando Or intrattenimento, conforto e nuova fede Provano gli astanti, riuniti in quella sede
Per aiutar l’eroe, a percorrer strada buia Gruppo appoggia in coro, con canti ripetuti Tamburo suon furioso, sale eccitazione Cresce pur la danza, dilaga la visione Nella nostra psiche, singola e di gruppo Accade il tempo mito, nostro vero frutto il mito allor c’invita, a ricoprire un ruolo per salvar la vita, e riportarla a nuovo
Rìnnovo del mondo, come di noi stessi Dipende da creazione, di rituali spazi Dove l’irruzione, del sacro può accadere A sostener i vivi, in un tempo a decadere
Rapporti tra due mondi, salvano a vicenda Nostr’anima è nel sogno, cosmica faccenda Con estasi accediamo, al drama della cura E scopri che il tuo ruolo, salva la natura
Relazione personale, è cuor d’iniziazione All’esperienza intera, della rivelazione L’iniziato cambia, lo stil della sua vita Essa ha contemplato, e ora lei lo invita
Cambio di coscienza, produce nuovi occhi L’ego vien rimosso, dal centro della scena Divien periferia, in tua psiche quotidiana Al centro sta mistero, di gioiosa Diana
Spiriti dimoran, viventi e non viventi Volen puoi contattare, fin comunicare Mutàn la loro forma, veloce a volontà Per insegnar curare, cioè sciamanizzàr Esperir rivelazio, trasforma la coscienza Psiche normalmente, produce iniziazione ch’è senso e scopo vita, e personal valori Senso appartenenza, più interconnessioni
Psiche come pozzo, profond’affioramento Di vitale acqua, che scorre in suolo mito L’analisi dei simbol, emergono spontanei Lavorano l’inconscio, iniziazion coetanei Eros e Thanàtos, son Romolo e Remo Universale mito, che viaggia ogni psiche[51] Libido istin d’eroe, che lotta ad emerger Da umano inconscio, per vita sorregger
Uno volge all’altro, se sciovol all’eccesso I vecchi del progresso, divoran propri figli Questi a sopravviver, riscoprono Dioniso Abbatton loro scuole, fondan nuov’officio Sono pur le fiabe, espression del collettivo Inconscio immaginario, che svela se stesso Ci parlano di mappe, noi possiam seguire Duràn la nostra vita, presente o divenire
Aprirti a loro storia, è aprirsi a lor’azione Risuona in nostra psiche, l’immaginazione Emerge il primordiale, potere di cambiare Che porta noi ed il mondo, a sintonizzare
Racconta l’esperienza, là dalla tua psiche Che vuol tu sia l’attore, eroe dell’avventura Psiche è ugual teatro, anima oppur mente Preparati ad entrare, t’invita certamente
È maschera Dioniso, natura della mente Illusor sostanza, teatral sua fondamenta L’anima è teatro, con più individuazioni Il viaggio dell’eroe, ha mille variazioni
Ogni storia è, version d’antico dramma Identico perenne, ogn’anima lo spanna Modo in cui lo vivi, con enfasi e passione Di vita mondo e senso, fa rinnovazione
Scoperto tale fatto, or recita anche tu Rispondi con rituali, alla vita d’ogni su Inconscio tesse drammi, è drammaturgia Sostanza delle mente, chiamala poesia
Le sincronicità, ora iniziano accadere Rivelano che psiche, è pronta a intravedere Tra i fatti del presente, coglie ora l’essenza Vive rabbia e stress, in piena indifferenza
Coscienza vien aperta, a spazio di magia Gli eventi quotidiani, or sembran incantati Apprende entrare uscire, còn sua volontà Nei reami paralleli, cioè spiritual realtà
Elargito dagli Dei, o più spiriti antenati Spontàn ereditario, num è sempre dono Or saper viaggiare, richiede un axis mundi Trova grotta o selva, per accesso ai mondi
Tàmburo che batte, è il ritmò del cuore Che chiamà ai reami, d’inconsce realtà Nel buio ti orienta, il cuor mette le ali Piroga che discende, i battiti maestrali Stabilir richiesta, ogni viaggio chiede Quàl forza che guida, a orientar un senso Fuoco o le candele, lì al centro del gruppo È boa sommozzatore, che segnal un tuffo
Scendere nel buio, è confrontar problemi Buiò connette e nutre, con fertìl sapienza Ti scalda ti conforta, come buon mantello E tua psiche in esso, scopre suo castello
Entrar nella balena, passaggio della soglia Ingoiato là nel luogo, dellà sua digestione Avviene metamorfo, immersio nell’incoscio Discesa in ventre drago, or in modo conscio Sessuale riunione, ri-accade dentro te Tra psiche maschile, e quel femminile Seme vien piantato, ora è gestazione Dio rinasce bimbo, in tua sensazione Muor il vecchio io, e scopri nuova madre Oltre tempo e storia, ci aspetta là nel mito Or vivi un deja vù, poiché t’han risvegliato Di spiriti or sei figlio, oh giovane iniziato
Ogni tempò del mito, da vità alla storia Storia ch’esso snoda, dalla protostoria Nulla può resister, fuor della sua tela Questo è il mistero, che fondo rivela
“Io sono l’Ayami, dea dei tuoi antenati Sàrai mio marito, io mogliè che assiste Ora ti insegnerò, ad essere sciamano In quanto lì da te, nessùn cura l’umano”
Ascender o discender, trascendèr la terra Apprendere natura, dell’anima immortale Sposare proprio scopo, è incarico al novizio Mission che gli antenati, dan con sposalizio
Divin matrimonio, pontè d’union produce Unione degl’opposti, in anima tua psiche “Ho telos ho gamos, misteri d’un tempo Or tu sei unito, alla realtà sen tempo” Parti dell’anima, che lascian individuo Si dicono perdute, rubate od errabonde Sciamano allor negozia, per il suo ritorno Paure traum abusi, scioglie in conscio forno
L’aiutano assistenti, cristal tamburi e pietre Che provan afferrarla, per riportarla a casa Nuova relazione, col mondo e col tuo fuoco Vinci depressione, ritrova forza e scopo
È difficile e penoso, lavoro di ricerca Psiche del paziente, ostacola e resiste Paura tien del buio, resta intrappolata Traumi del passato, sgancia ed è salvata
È gioco nascondino, nei reami della psiche Spesso è volontario, per sfida oppure lite Cliente si nasconde, nei reami immaginari Sciamano va alla cerca, dei suoi legionari Quando dentro te, il tempo fa maturo Accade tal lavoro, spontanea iniziazione Volente oppur nolente, fuor di tuo controllo Inizia cambiamento, tuo ego fa uno scrollo
L’ego disorienta, e vede ovunque caos Forze fanno spazio, a più larghe relazioni Espandon la coscienza, con crisi ricorrenti Saman è una farfalla, e apre ali bollenti Dubbi e resistenze, di fronte a verità Dissolvon quale neve, a irruzio di realtà Tempòran dissoluzio di vecchi ego confini Rivelano chi sei, in più modi sopraffini
Come in malattie, intuizione or ti rivela[59] Vedi attaccamenti, al corpo e alla materia Il mondo cogli eventi, sincronico t’aiuta La macchina ti parla, di prossima battuta
Per curare gli altri, conoscer devi pene Apertur a smembramento, scopri chi tu sei Tuo ego è riassorbito, qual petalo d’un fior Suo compito l’ha svolto, fotosintè del cuor
Ego è un etichetta, e serve in gestazione Nome e identità, finchè non sbocci il cuore Al termine dissecca, come i steli al sole Or cuore sente tutto, nella compassione
Il vuoto fa da malta, tra mattoni a secco I sensi fan confini, dell’ego tua coscienza L’intenzion del cuore, li forma qual portali A viaggi fuor dell’ego, o dimension astrali
“Io Sono” mi dice, il fiore della Quercia Tua soldia presenza, polmonare essenza Sei l’albero maestro, m’insegni dalla stufa L’ego è un accessorio, il caldo tuo lo fuga
Lo smembramento, non è passiva azione Il cuore dell’attore, è in partecipazione Offre identità, la sua sola proprietà Alla gran sorgente, ch’emana la realtà
Inanna che discende, muore e sottostà S’arrende al bardo stato, e paradosso sà Non ha conoscenze, è l’essere che cambia Suo cuor samano vola, dall’antico Zambia
Velen son trasformati, in nettare nutriente Suo corpo vien cambiato, in veicolo di cura Con carne sua banchettan, spiriti su sfondo Cristo sulla croce, trapassa al mito mondo In danza dei Lakota, il corpo si risveglia Tambur batte veloce, la danza va selvaggia Scoprono esser fatti, di var più differenze Vibran ad ascender, là nel trascendente
Aborigeni dell’Asia, vivon tal situazione Mana da altri mondi, porta compassione Sangue ed agonia, la danza muta in lode L’estasi ora emerge, là in sofferto cuore
Deve l’iniziato, passare sopra un ponte Trascendere conflitti, per acquisir suo dono Vincèr contraddizioni, saltar sui paradossi Unir nella coscienza, coppie degli opposti
Imago smembramento, entro nostra psiche Conciliano nell’uomo, il gioco degli opposti Ancestral terrore, confronta sen timore Demone e divino, fan la costellazione
Dopo la battaglia, tra l’ego e l’universo Il poter di guarigione, non vien da identità Viene da quel Sé, che è lapis filosofale Dono della grazia, a ego consensuale
La via dello saman, corre in solitaria Lontano dalla gente, viaggi in sofferenza Umana mente s’apre, accetta la sapienza La verità si svela, or nuda alla coscienza
Ogni viaggio è tappa, segue il precedente È koan chi sono io, che sveglia la coscienza Terra s’apre ad uovo, rivela gran dragone E sopra alla sua testa, ritrovo me signore
Il drago emerge piano, maestoso si rivela Androgino signore, e padron di terra sfera Ha un occhio di smeraldo, l’atro è di rubino M’inonda di risposte, pel mio quesito primo
Drago rappresenta, mio personal inconscio Assieme a collettivo, ovver la Gaia psiche Racconta in un istante, l’inter evoluzione Custode della vita, qui a far rivelazione
Rettile ha le ali, grande è la sua pancia Contiene i desideri, bisogni e istinti umani Forza d’universo, contiene e guida ogn’ego Sorgente d’ogni forma, nulla gli è diniego
Vola verso il cosmo, vuol portarmi a casa È istinto migrazione, innato negli uccelli Non sono spaventata, arrendo l’esperienza Sensazion sue sento assiem alla coscienza
Inizio a realizzare, di perder connessione Con l’ego della terra, lui tien forte missione Separo or dal dragone, da forte sensazione Torn indietro sola, su ter ho ancor missione
Il dragone risvegliato, or rivel tal verità Sorgente senza forma, e senza identità Energia ancestrale, latente nell’inconscio Sveglia pur minaccia, soverchiar il conscio Dragone risvegliato, è pur divino nascer Entro la coscienza, dopò gestazion pascer È simbolo del sé, oh divin Tagete eterno! Con stomaco dorato, kundalini più bello
Cambia permanente, or ogni percezione Vien da sottosuolo, in viaggi d’ascensione Questo è pur lo scopo, d’ogni iniziazione Riorganizzar la psiche, con la rivelazione
Tutto il mio cantare, danzar e far ricerca Dragon ha risvegliato, esser mio profondo Rispose a mia chiamata, or cerco relazione Mi porta verso il bardo, quest è iniziazione
Non so se son capace, regger tal sapienza Dell’anima conoscer, donde viene e andrà Partecipar al drama, è toccar l’arcaica fonte La lampada aladino, deflora mio orizzonte
Persefone discende, sposa Ade-Plutone Diviene la regina, che vede ora nel buio Vede sua bellezza, e poter trasformazione Scopr’ogni natura, accende in compassione Socrate insegnava, follia è dono divino Psiche antica s’apre, e storia prende forma M’ingaggia averne ruolo, mio fato le si lega Ogni maschera io vedo, drago la dispiega Trasmette bocca a bocca, erotica sostanza Sapienza condivisa, tra spiriti ed umani Potere è trasferito, per fare guarigione Parole canto e storie, in manifestazione
Il dragon emerge, da terra e da psiche Autonoma entità, dai primordiali istinti Collezion pulsioni, e di forze della vita Da esso differenzia, a seguitar tua via
Contiene le forze, creative e distruttive Ogni pensiero tuo, sposta velocemente Vuol tua risposta, a poter suo d’influenza Legge dell’eccesso, né rovesc’essenza
Incontra l’eroe, più dubbi e fallimenti Così nel cuore suo, conserva umanità Ricorda sempre che, doni non son suoi L’Ego illude d’esser, dio e tuttì gli eroi
Aladino fu guidato, in pancia di dragone Ricevette suo potere, in lampada stipato Lampada nascose, nel giardino della casa Fìnche cuore suo, matur più nul l’intasa
Io Lisa parlo al drago, suo àmor avverto Amor che Gaia terra, donava agli antenati A lui fondendo poi, n’avverto gran potenza Ai desideri imparo, a togliere mia essenza
Dragon potenza è, connessa con la terra A femminil e inconscia, oscura sua natura Che va reintegrata, e risvegliata al mondo Tu non sei né l’ego, nè drago sullo sfondo
Recita con stile, sul palco della psiche Accade la catarsi, e vinci le tue sfide Trovi libertà, nel recitar la parte Recita pur dio, e cura pure l’arte
Nei rituàl tribali, pur diventa gli atti D’un esser divino, fuor di spaziotempo Il mondo pur rinasce, non sòl iniziando Caos viene sospeso, sta lui civilizzando Sciamaano, attraverso sua esperienza Trascende uman condizio, spirito diviene Comunicare il drama, della iniziazione è risvegliare pure, poter di guarigione
Saman vocazione, restaura connessione Tra l’anima reame, e sua mito dimensione Chi ha guardato fuori, non sarà lo stesso Porterà il divino, senza alcun eccesso
Il drago è un cristallo, che riflette la luce Luce è la coscienza, dagli archetipi svelata Lui mostra le tue ombre, a fin incoraggiare La libera coscienza, capace or di librare
Simbolo è dragone, di trasformazione[65] Pur l’apocalisse, rivela un suo copione Fuor d’ogni giudizio, esprime iniziazione Dall’attaccamento, alla gioa condizione
Tornar a casa sai, richiede integrazione Dell’esperienza avuta, con studi di ricerca Sempr’essa vivrà, nel cuor dello samano Cibo che alimenta, suo mito nell’umano In molte culture, v’è la celebrazione Gruppo unito ascolta, saman iniziazione Nuovo guaritore, è amato con sua storia È guida che rilascia, l’erotica sua gloria
Kundalin serpente, qualora si sveglia Viaggia su spina, attivando var centri Allarga coscienza, in ciascuno d’essi Lei è sostanza, di quei mondi stessi
Lo smembramento, accade in vita Là sul tuo corpo, e in psichica sfida Rifonda il Sé, dopo un massacro L’ego ti muore, e rinasce ora sacro
L’ego morente, par fin del mondo Sebben dietro esso, è liberazione La paura in persone, fa resistenza Blocca nel mezzo, d’inconsistenza
La forza del Sè, ha un intenzione Che brucia di te, gli inutili orpelli Si muove in te, come in un fiore Alteràn della vita, tua percezione È forza d’istinto, risiede in ognuno Drago dormiente, sveglio per tempo Più compiti nuovi, attendon novizio L’ego è rifatto, dopo un supplizio
Anziani ora vedo, apparir da ricerche Ogni epoca e luogo, mi parlano in versi Mi guidan nel viaggio, a tornare rinato Uscire dal buio, redento e integrato
Ogni buio in cui cadi, è iniziazione Passarvi attraverso, è vincere dubbio Se in esso rimani, sei un uomo malato Mentre se n’esci, sciamano o iniziato
Messia riluttate, a volte siam tutti Paura di usare, fruttuoso guadagno Tuo cuore si chiude, se non ti perdoni Dal buio pur esci, usando i tuoi doni
Se non usi tuoi doni, gruppo ne soffre Tu ama il dragone, così come è fatto Compren l’inconscio, in nuovo rapporto Toller l’ambiguo, è sarà tuo supporto
Kuan Yin bodisattva, cavalca il dragone Elisir della vita, ha in fior compassione La paura dissolvi, d’un falso dragone Ora è Cina taoista, che fa la lezione Uomo santo sono, questo vai dicendo Ubriaco e malizioso, pure tu m’hai visto Meglio oppure peggio, d’altro io non son Ma visto ho la visione, e vita mia consol
- Yamabushi e Jhakri Viaggia o yamabushi, là sulle montagne Asceta ritirato, tra i monti del Giappone Per esplorar misteri, eterni della vita Fai pellegrinaggi, i kami là t’invitan Salgon i sentieri, antichi gl’immortali Al monte di Kunlun, al centro d’universo Culto di montagne, è penetrare ventre Caverne del silenzio, orgasmo ricorrente
Diete senza carni, sen salato e cereali[70] Duràn l’isolamento, lassu sulla montagna Mangian le nocciole, e cortecce di pinoli Gli asceti realizzati, in Asia e tra i maori
Doccia alle cascate, è un rito per chiarir La mente nell’inverno, in un nuovo rifiorir Capace d’estraniare, dai condizionamenti Medita in capanne, sen riscaldamenti
I yama bushi fanno, la puri-ficazione Con incensi e acqua, in un calderone Piante che urticanti, saturan l’ambiente Dopo l’aspersione, fan danze di corrente
Fallo con dragone, custode e protettore D’asceti ed esercizi, là sulla montagna Ballata Narayama, è l’odissea dei vecchi Salgono cantando, à morir tra i picchi
Jhakri del Nepal, luna pien d'agosto[71] Piogge torrenziali, vento fredd’addosso Al lago Gosaikunda, sacro ai pellegrini Vado con un sacco, di cibi zuccherini Con riso con patate, zucchero e del tè Son unto con dell’olio, salato per difesa Contro sanguisughe, dagli alberi cadute S’infilan dappertutto, cercano la cute
Attraverso foreste, dei parchi nazionali Rifugio degli asceti, e selvatici animali Suonano i tamburi, nei Nepal santuàr Jhakri sino all'alba, restano a danzàr
Un onda zigo-zago, anime in perpetuo Colonna di devoti, cammina nel mattino Viaggiano ad oriente, sul sentier di rose Sopportano fedeli, hanno cuor di spose
Fedel in processione, salgono su ai laghi Per adorar Kalì, dea mogli madre a Shiva Son dei delle foreste, maestri di sciamani Han rosse bianche vesti, cioè color vitali
Alcuni salgon scalzi, oppure con digiuno Rosari di rudrasksha[73], tridente col tamburo Ciel di notti danze, con raksi alcol di riso Colmaci di forza, è il canto su ogni viso
All’alba ci si spoglia, lago attrae la folla La gelida sua acqua, cura chi lo voglia Il lago Gosaikunda, è Shiva Pasupati Androgin protettore, d’Himalai elevati
Propizio e fausto dio, Rudra è l’altro lato Terribil distruttivo, specie se scempiato Nell’estas dei devoti, appare yogi nudo Androge con criniera, e cobra di velluto
Fallo rosso spunta, dall'acqua della yoni Lingam venerato, in pietra a Gosaikunda Stress dell'alta quota, e l'acclimatamento Accende le visioni, e stimola il portento
Armonizzar la mente, viene detto kamnu Sussulti con tremori, è grazia del pianeta Strusciando con preghiere, i vaginali fori I tesori nella roccia, fecondano i devoti
Crepe di montagna, ventre sua vagina Pietre insanguinate, del sesso di Kali [74] Trance è godimento, del mondo con il sè Un flash di pura gioia, liberazion dal te
Ai piedi del Chomlunga, o mont Everèst Nimba Bosan jhakri, suona il suo tamburo A Dei della montagna, offre incensi e danza M’invita a casa sua, davàn calda pietanza Rapito fu da bimbo, da un elfo della selva Gl’insegna lingua uccelli, a diventare Jkahri Mangia un anno funghi, erbe e selvaggina Torna al suo villaggio, accolto com regina
Folletti d'Himalaya, fuggòn con gli animali Scacciati da foreste, via via più disboscate Lascian la montagna, guardiani e protettori Ferita gravemente, dai suoi conquistatori
Imparano i gesuiti, a villaggio Godawari Usar tamburo bibbia, da jhakri fabbro Kami A usare canti mantra, per viver intermezzo Qualunque oggetto può, fungere da mezzo
Tamburo viene scelto, sotto ispirazione Da legno tremarello, o da folgore colpito Seccato e sotterrato, al sole poi piegato Con pelle di stambecco, vien ora stirato
Su parte femminile, v’è luna piena brilla Mentre la maschile, tridente Shiva argilla S’innaffia lo si nutre, con mix di riso e latte È rito animazione, di voce al tuon tonante
Mezzo di controllo, di battito del cuore Respiro ed emozioni, il viaggio pilotando Il manico pugnale, ha inciso due serpenti Mandala ed offerte, attiran pretendenti Il mandala presenta, l'ordine del mondo Psicodramma che, l'anima comprende Labirin babele, per demoni ed intenti Cause di malanni, e danni ricorrenti
Lo spirito é sedotto, coi doni poi saziato Col sangue di gallina, viene poi ubriacato Pèrche mai ritrovi, la strada del paziente Lì a Godawari, non sfior pur altra gente
Malessere o sfortuna, precede malattia Per causa delle forze, venti umor maligni Per la dissenteria, e a dolore dare pace Il tè della datura, è antidoto efficace
Mamme con i bimbi, intente ad allattare Assieme a sfaccendati, imparano che male Se viene confinato, con stratagemmi cura Porta a guarigione, curando una frattura
Saman cinquantenne, accoglie sorridente Depresse e possedute, e cur nelle malate[77] Sofferenza in donne, sfiancate da miseria Da discriminazioni, e teocratica filiera
Figlia di una lotta, condotta in gioventù A vincer sue paure, di morte e altri tabù Si isola e si offre, in pasto a spiri vari 3 giorni nelle yurta, digiuna senza pari
Visioni di sciamani, tungusi oppur buriati Si vedon fatti a pezzi, e riempiti di cristalli Di quarzo poi cuciti, e le donne lì a cantàr Questo nostro eroe, sciaman grande sarà Iniziazion sciamana, è incontro coraggioso Con morte e malattia, veleni e sofferenza Lama e altri sciamani, trasformano pazzia Nel dono del curàr, con forza Qi stantìa
L'apprendista solo, va in folto di foresta Con gli animali vive, fortifica nell'acqua Apparta tra montagne, e solitar deserti Sconfigge cicatrici, e porta cuori aperti
Sal arrampicando, cammina pur veloce Risale poi discende, sui fianchi dei pendii Giunge al parossismo, del suo sfinimento Di colpo poi cadrà, nel visionamento
Sul capo una corona, grida si contorce Saman con seta rossa, viso si nasconde Entra nella trance, lamenti animaleschi Risa d’isteria, e tambur carnevaleschi
Presto s’assopisce, prega accende fuoco Ha mani braci ardenti, vi sputa raksi puro Inizia poi la cura, i malati stanno in fila Picchiati massaggiati, dolore sputa via
Sputa ogni sozzura, peli e sangue marcio Calcoli di pietra, strilla piange a strazio Canta poi soave, suzione ha terminato Male incorporato, a terra ha ritornato
L’anima suicida, persegue due figlioli Uno trema molto, e l'altro pare matto Dop’ore di tamburo, e tartassati in cure Esplodon alla trance, il giovan parla pure
In tono del defunto, racconta l’esperienza Più vecchi annotan tutto, per poi verificare Gruppo e comunità, nutròn l’anim errante Accendon un falò, fan cura assai vibrante
Spargendo sulle braci, burro latte sangue All'unisono i tamburi, batton gli sciamani I figli del suicida, si buttan sui tizzoni Danzan liberati, tra odor misti a fetori
Il corpo sciamano, giovane o vecchio Danza e risuona, a tamburo di villaggio Acquista movimenti, di trottol polimorfa Vola con le braccia, rannicchia come morta
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Dioniso ci chiama, ai baccanal robusti
Zeus generò, quan Moire lo concesser il Dio con corna toro, e corona di serpenti Le menadi pertanto, vi cingono le chiome ad imitar la forza, che cura e le fa nuove
Si mostra come toro, serpente mille teste O leone fiammeggiante, Bacco che sorride Quan flauto melodioso mormora suoi giochi in accordo le vaganti, fan sui monti i moti
Con scatti la baccante, muove i piè veloci Chi vuol bere del latte, con dita sfiora terra E dai tirsi d’eder goccia, prezioso miele pur Ubriache son di vino, e clamor flauto pur
Col tirso vedi una, percuotere una roccia Ondè ne sgorga fonte, d’acqua rugiadosa La terra un’altra batte, con ferula comun Dio manda fuor per lei, sorgen di vino pur
Una per un s’appiatta, nei luoghi solitari Ad assecondar le voglie, di maschi li rinati affiancano Afrodite, a Bacco aroma intrugli si stringon nell’amore, uccelli nei cespugli
Pur su foglie querce, o dove capitava Lasciavansi cadere, col capo nella terra Cercan in foreste, chiome ad ondeggiar Stranier incantatore, e Cipria da cacciar
Da terra Lidia giunse, un mago incantatore Le grazie color vino, Afrodite nei due occhi I giorni e notti passa, assieme a pastorelle Offrendo innanzi a loro, iniziazion più belle
Girate allor città, scovan stranier androge Da forme femminili, che oltraggia matrimoni Che porta nelle donne, una nuova malattia Tien pelle di cerbiatto, sua veste sacra viva
È Dioniso dio Shiva, scuote la sua chioma Verso il cielo alto, e frenetico or possiede Si slancia ad eccitare, con corse le vaganti Con danze e gridi gioia, le incalza divinanti
A Delfi ancor lo vedi, su rocce far la danza Balzar con torce pino, sul piano tra 2 picchi Brandir e scuoter ramo, bacchico infuriante Tal dio è divinatore, quànd’entra delirante Euripide, Baccanti 99-104 L’erotico furore, è un uomo arso d’amore Non pago dell’unione, carnale o sensazione Va in cerca d’infinito, che sazi le sue brame Si sposa alla Natura, in copul sovrumane Corè gran Madre d'Asia, tien i coribanti Spiriti del mondo, antichi assai festanti Colpiscon di fedeli, le interior coscienze Rituali possessioni, speciali ricorrenze
I terapeuti sacerdoti, di Cybel divinità Trattan vittime e pazienti, con ritualità Seguono in tre fasi, incantesimo e rituali Diagnosi è la prima, con suoni musicali
I coribantizzati, reagiscon con prontezza All'aria musicale, del dio che li possiede Danzan sotto transe, i gesti del patrono Che scende dall’olimpo, forte come tuono
La diagnosi rivela, il presente coribante All'origine supposto, dell’atto ch’è flagrante Ciascuno ha suo colore, e divisa musicale Parole canti e ritmo, profumo suo speciale
Le formule sonore, echeggian contenuti Le storie sono scritte, nei corpi posseduti Cavalcano gli umani, entità dei coribanti S’ingaggia ora con essi, concili riparanti
Il sacrificio offerta, è la seconda fase Poi la terapia-lezione, sarà la terza fase Patteggia posseduto, ad ottener la grazia Al fin di guarigione, quindi poi ringrazia
Tale iniziazione, conduce a padronanza D’una possessione, subìta in sofferenza E dopo alcune crisi, v’è riconciliazione Placati son gli Dei, con patto di alleanza
La danza possessione, è celebrazione pubblica e di gruppo, è liturgica funzione Gli dei tormentatori, si vuol padroneggiar Come in un teatro, si vuol rappresentar
La danza tormentosa, se addomesticata Persona fa guarita, la crisi è controllata Potrà partecipare, al rito conclusivo Incarnerà suo genio, al circo collettivo
La transe primitiva, vera originaria Tosto facilmente, si può risvegliare Sorge da energia, sessuale naturale Bimbo emerg in fasi, e cresce graduale
La tecnica è la stessa, varia l’accensione La vista d’una pietra, l’ascolto d’un motivo Dapprima movimenti, lenti ed ordinati Poi accelerazione, dei ritmi sincopati
Il corpo col tremore, vive la sua scienza Erompe nella transe, della sua coscienza Esperienza originaria, del corpo amoroso Che accede desideri, in modo più poroso
Viaggio di scoperta, interno alla coscienza Scorre l’amorosa, energia vitale in gruppo Accetta i movimenti, propri del tuo corpo Apriti agli altrui, li scopri senza scotto
Momento di gioco, di delizia o di festa Una vertigine breccia, sospende la testa Indistinto godimento, sé come di mondo Giubilo interiore, orgasmo a tutto tondo
Siamo ora l’ananda, convito di bambini Che danzano nei corpi, visioni oltre confini Commediant’ispirati, sdoppiati in sarcasmo Diam forma energia, al mito nello spasmo
Ogni corpo composto, di spazio di tempo Detto e non detto, d’impulso e represso Strati di emozioni, di senso e di realtà Ambigue oppur velate, son complessità
Dioniso in ebbrezza, riordina gli affetti La psiche e relazioni, codifica in effetti Platon ci dice che, poeta è un posseduto Da genio della lingua, antico scriba muto
Donne normali, in famiglie affaccendate Attendon la chiamata, come le stagioni Divin Dioniso irrompe, ciclicamente Dentro loro case, inaspettatamente
Scuote loro corpi, e le anime profonde Suon di rombi tamburi, riempie la casa Il disordine emerge, si sciolgon vestiti Corpi inizian vibrare, d’amor investiti
Se la donna resiste, al Dioniso unirsi Cade ammalata, lei famiglia e villaggio Follia scende in cura, e tornan primordi Porta senso e rinnovo, di vita ed accordi
È un periodico infuso, di creative energie Donne tornano nude, da morale ed intrighi Nasceran nuovi figli, la ragione è dissolta Pur se nel breve, divin tempo di svolta
Processioni baccanti, attraversan città Accompagnano falli, e tamburi vibranti Raggiungon foreste, e le grotte i portali Sott’influssi di luna, fan trance infernali
Accedono ai mondi, ai reami d’Olimpo L’energia della terra, li scalda e rinnova In cerchio protetto, han sciolto ogni cosa Tamburi danzanti, nutron Dioniso sposa A centro del cerchio, sta la brocca di vino Bevon spirit e corpo, fertil hanno bambino Frenesia or le prende, scuote utero e terra Ogni peso dissolve, istinto primo l’afferra
Fan l’amore col dio, mentre l’estasi arriva Confini dissolvon, tra specie e tra i mondi I loro occhi fan luce, loro gole fan suoni Num sale ascende, a far miracol’azioni
Dopo tre notti e tre giorni, ecco il ritorno Esauste e radianti, alle case e al villaggio Ogni cosa or più viva, rafforzati i motivi Amanti e mariti, sono amati e accuditi
Dioniso fuggì, da oppression di religioni Nel teatro si nascose, con miti e le visioni Con erotica energia, e poter di guarigione E quello liminale, scatenante l’intuizione Dioniso in teatro, ancor oggi vi è onorato Il canto del caprone, tragedia ha ricamato Ancor è il ditirambo, la danza d’iniziando Vita morte onora, sua storia riattuando
Celebra suo canto, ritorno qual sciamano Dopo smembramento, e poi rinascimento Portator della Zoè, manà energia cioè Fu cura il ditirambo, che grida olè olè!
Narra il ditirambo, Titan uman d’argilla Dipinto bianco viso, smembrano lui fungo Al piccolo Zagreo, danno giochi a incanto Lo mangiano bollito, salvan cuor soltanto
Dal cuor rinascerà, l’inter Zagreo divino Titan ancor faranno, lor maschera caolino Se iniziano un fratello, o fanno loro cura Invitan l’antenati, bianca maschera l’aiuta
A entrar in altri mondi, fan travestimento A scortar anima persa, senz’impedimento Oppure per guidare, le anime dei morti Nei reami di ombre, sen rischiare torti Due volte nato, da femmina e da maschio D’acquà mortal terreno, e divino fuoco cielo Angizia Dea dragone, androgino sciamano Migra tra i paesi, con vino coppa in mano
Nutrito con il miele, da capre in una cava Apprende dai suoi boschi, forza della cura Ha origine da mito, il fallo asse del mondo Là nell’uter grotta, danza e vola in tondo
Cavalca suo totèm, un fallo avente occhio Luce interna accende, e ogni mal disperde Emerge come Tage, Erittonio corpo serpe Albero che in rito, tra i mondi lo protende
Sogno seminale, d’un fallo avanti a Jung Ha occhio prominente, e guida sua discesa Dove presto incontra, teatrale la presenza Divino numinoso, lo investe dell’essenza
Tutti siam connessi, luì in seguito dirà Da una vitale forza, movente tra le specie Archetipo la chiama, questà forza vitale Analisi coltiva, restaurar l’immaginale Dioniso è follia, nel teatro di tragedia vino e primavera, maschere e commedia permea la coscienza, dell’estasi è padrone è star fuori se stesso, rapito in possessione
l’io accede all’altro, a mezzo del suo corpo aperto e sensitivo, è penetrato dalle forze di vita e distruzione, in estàsi contemplazio Dioniso lo trovi, nell’erotico tuo spazio
Dioniso c’invita, a drammatica coscienza A far cioè teatro, coi reami oltre la scienza Sottostanti la realtà, ordinaria che viviamo Per i rigidi confini, far si che debordiamo
Dioniso è pitone, drago-dea d’antica data Oracol dentro grotte, pitonessa medi-fata Tesse come ragno, delfin drammaturgia Imprevedibile divino, di vision epifania
Dioniso coscienza, restaura immaginario Restando sulla terra, ecologico santuario Ascolti nuovamente, la voce delle rose Voce della terra, nei sogni e nelle cose
Ci aiuta a ricordare, nostr’intima natura Che parla stessa lingua, di cosmica fattura Svegli orecchi occhi, come sciamani fanno Gli altri dall’interno, conosci senz’inganno
Se Dioniso ci guida, possiamo immaginar Mondo in cui gl’intenti, s’incontran a giocar Decàde il monopolio, di scrivere etichette Magia risiede in tutto, non servon vedette
Dioniso ci aiuta, a capir drammaturgia Nella nostra psiche, ci vuole in compagnia Di spiriti ancestrali, archetipi oppur forze Per vivere coscienti, più copule rimosse
Scoper che sei attore, un fine guaritore Il mondo dei copioni, divori con furore Ogni cosa ora t’accade, buia o luminosa Scatena tua risposta, creativa numinosa
Dioniso bambino, accogli nel tuo grembo Avvertirai l’urgenza, a danzare il ditirambo Lasci che ti prenda per mano t’accompagni Maestro lui d’attori, t’iniza a cieli e stagni
Paesaggi e territori, dell’anima impensati Sereni o tempestosi, te stesso han rivelati Un pianto in gioia allora, emana simultaneo Dall’estasi tuo cuore, e cuor mediterraneo Cultur ch’accetta sogno, vero come scienza Lavora con le storie, salite alla coscienza Scopre cuor di psiche, drammatico teatrale Risponde alla chiamata, ritrovas’incantare
Il mondo divien fiaba, vita acquista senso Risuona con gl’eventi, che le dan consenso Scopri esser te stesso, salva intero mondo Accetta la chiamata, gioca in tale sfondo
Forza culturale, può esser sciamanismo Dioniso che torna, e ci spiega l’isterismo Fornisce più modelli, a psico sentimento Cultur uman rinnova, nel Rinascimento
- Misteri trans-dionisiaci Più antica forma culto, fu Libero Zagreo La morte è secòn nascita, di Dioniso cilleo Agli inferi lui viaggia, per salvar mortali In comunione s’offre, a renderl’immortali L’estasi col vino, e danze più sensuali[87] Son tantrici percorsi, per unirsi al Dio è Ade lui notturno, eppur Sabazio orzo Iniziazion antiche, presiede senza sforzo Le feste Oreibasie, assiem alle Agrionie corteo di sole donne, per montagn e boschi risvegliano di notte, Divin addormentato al grido di evohè, orgiastico e sfrenato Festività promiscue, pure con banchetti Fagesie con Nittelie, e notturne Baccanali Sebben sessualità, è ovunque in liturgia Non è permesso coito, sennò si esce via Il culto di Sabazio, signor di birra e orzo Rispetto a Zagreo vino, appar semplificato I Mysti son Saboi, e notturna è iniziazion Di giorno fan nei boschi, calèn celebrazion i Gallae Frigi, di Turchia e antica Roma Sceglievano gèner, adoran Dea Cibale Maschi nel corpo, correvan per strade Gettan genitali, in port’aperte di case
Padrone di casa, che accoglie rituale Lo prende in custodia, sino a guarir Gallae or riceve, nuovi abiti donna Veste da sposa, il gruppo contorna
Gli Sciti in ritirata, da Siria e Palestina Saccheggian tempio, di Vener Ascalona Dea Venere adirata, in donne li trasfoma Loro e progenie, terran la doppia forma
Ippocrate descrive, gli Sciti transessuali Simili ad eunuchi, ma a causa del divino In Frigia antico regno, sacerdoti d’Attis Imitan dio Pino, sott’albero evirantis
Cambio di sesso, desider o punizione Tiresia il tebano, l’assaggia sul Cillene Incontra 2 serpenti, in amor attorcigliato La femmina uccide, e in donna fu mutato
Fa testimonianza, del piacere della donna Nel coito è dieci volte, all’uomo superiore È rimutato in uomo, sempre per punizio Strano retroscena, d’un indovino sfizio
Il mito di Tiresia, ha parallelo in India[92] Re vien trasformato, per essersi bagnato Decide e resta donna, piacere assaporato Quello della donna, è a lui più smisurato
Piante uomini e bestie, cambian indòle Imperatori romani, e il discusso Nerone[93] Invertono sesso, per grazia o per droghe Femmine in maschi, maschi in androgèn
Pullala Francia, di regnan transessuali L’Abate Choisy, ambasciatore nel Siam Si sente esser donna, e scopre bellezza Nel seno di Dio, e in femminil brezza
Famoso possedeva, l’abate Becarelli Droga che poteva, mutare i vari sessi Uomini fan donne, donne come maschi Federica a corte, inganna coit anaschi
Traversa ermafrodito, secoli del tempo Portando idee d’unione, e di separazione In tempi d’incertezze, fobie e alienazione Narra lo straniero, e l’idea di perfezione
Fluiscono in città, persone assai diverse Che portano colori, germi e trasgressioni Metton pure in crisi, i rapporti di potere Che la bipartizione, sol può contenere
Le donne della City, del ceto borghesia Infrangono i tabù, di sesso e classeria Accusate di immoralità, o prostituzione Pel fatto d’indossar, maschilie vestizione
Giacomo I, nell’anno mil seicentoventi Dà predicatori a condannar travestimenti Nell’Inghilterra, del buon rinascimento Diffusosi fenomeno, del travestimento
Medesimi sospetti, pregiudican gli attori Si negan alle donne, palcoscenici clamori Travestimento, confusion e occultamento Palco offriva bene, androge esaltamento
È nelle commedie, l’attor privilegiato Bene sperimenta, lo stato più allargato Quando si traveste, in altrà sessualità Ne scopre i suoi valori, e la mentalità
la mascolinità, si specchia nel potere S’abbiglia con corazza, e rigido vestire I modi più arroganti, di vari governanti Dimostrano l’idea, dei vari dominanti
Sempre nella moda, anche nel teatro Ambigui personaggi, creati e modellati Annaquan l’energie, della trasgressione così da esorcizzar, paur fermentazione
L'androgino è studiato, oppure sfruttato Da medici antropologi, genetici e scrittori Divinità e veggente, mostro ed attrazione Tra carovane e circhi, sesso e religione
- Krishna e Dioniso -
[28] Al primo portale fu fermata da Neti, guardiano che le chiese un pezzo della sua bellezza; a ogni porta pezzo dopo pezzo, Inanna diede i suoi vestiti e ornamenti fin a restare splendida e nuda di fronte a Eriskegal (Kali), dea della morte dai capelli neri, la quale, posati i suoi occhi sulla Dea del Cielo, sospese la sua vita per 3 giorni e 3 notti [29] Suo padre Enki formò dalle sue unghia due creature, Kurgurra e Kalaturra e le spedì nell’inconscio mondo dei morti con cibo ed acqua per ridar vita ad Inanna, poiché nessuno può lasciare l’altro mondo senza un surrogato che resti nudo nella terra del destino, i demoni seguirono la Dea nell’ascesa al suo regno, e uno dopo l’altro, afferraron gli Dei (frutti di Gaia) che incontravano per ridarle libertà feconda. [30] la Dea giunta ad Erech, sua città, trovò che il suo compagno Dumuzi aveva preso il posto di Re in sua assenza, arrabbiata per tale presunzione, comandò fosse preso come suo sostituto nel regno di Eriskegal.. Gestinanna, amata sorella di Dumuzi, lo seguì nel sottomondo e ottenne da Eriskegal la vita di suo fratello 6 mesi l’anno si da far fiorire il deserto. Gestinanna è uno degli aspetti d’Inanna, Regina del cielo, è madre, sorella e amante di Dumuzi, trinità del sole capace di portare deserto sulla terra oppure far rivivere la natura stagionalmente. [31] Marco Margnelli, neurofisiolologo, descrive la fisiologia del sistema nervoso vegetativo, nei corpi dei ragazzi di Medeljugorie, come uno stato di shock clinico senza spavento, vicino alla morte. [32] Groff chiama collana di Coex (Condensed Experience), eventi biografici dolorosi distribuiti nel tempo storico di un individuo, collegati tra loro dalla stessa situazion emozionale con cui si sono presentati la prima o ultima volta. Facendoli rivivere in ipnosi, arriva al primo di essi che spesso coincide col momento del parto, evento psicofisiologico base dove accade la prima esperienza di pericolo mortale. Buona parte di tutte le devianze, malattie e psicopatologie, sono legate a questo evento che Grof divide in 4 matrici perinatali: Matrice I, feto che fluttua nel nirvana del liquido amniotico in rapporto biochimico con le emozioni della madre (può essere disturbato da sensazioni della madre che coloreranno il resto della sua esistenza psicologica); fase II, d’improvviso l'utero comincia contrarsi, comincia la nascita con sensazioni forti di schiacciamento e rifiuto (il feto sen necessità di andarsene pena la morte e attende l’apertura della cervice dell’utero). Fase III, passaggio del tunnel +/- elastico attraversabile solo con grandissima fatica e rischio della vita (prima iniziazione), avvengono cose in sinergia con la madre, se la madre è angosciata, spaventata, incapace di collaborare, cominciano difficoltà che possono portano ad anestesia per cesario che darà il primo imprinting di dipendenza alla psiche del feto. IV fase, il feto uscito fuori, è messo in un ambiente ostile freddo, affollato di persone, sculacciato a fare l'urlo e gli viene tagliato il cordone ombelicale, altro trauma con dolore psicologico vissuto come ulteriore rifiuto della madre.
[33] Nell’evento della nascita, il paassaggio alla IV matrice è sperimentata come se si venisse sacrificati alla dea Kalì, o nelle fauci del Dio biblico Moloch, il viaggio nella madre, giunge alla fine, il mondo pare collassare, è la catastrofe o morte dell'Io. La rinascita può esser sperimentata come unione con Osiride, Dioniso, la Fenice, Cristo, Prometeo. Le entità adirate, impressionanti e terrorizzanti sono simbolici portatori della morte dell'ego, un passo necessario per iniziare il cammino spirituale o della seconda nascita. Ciascuno ha accesso ai temi archetipici di tutti i tempi e di tutte le civiltà [34] Origene, uno dei padri della Chiesa cristiana, speculò sul ritorno dell'anima sulla Terra, i suoi scritti furono condannati 2 secoli dopo. Esperienze collettive e razziali dall'inizio del tempo, sensazioni e dejà vu di eventi passati, posseggono un alto potenziali di guarigione. [35] Jung suggerisce di scomporre la realtà in coppie di opposti, si da far emerger alla coscienza i sensi dell’esistenza, il metodo da lui seguito è l’amplificazione o cassa di risonanza che sfrutta concordanze e analogie per decifrare i sogni in immagini di significato. [36] Nella iniziazione lo sciamano è attore/guaritore, cura se stesso e il mondo recitando nel dramma fantastico del mitico eroe, incontra la morte e rinascita, battaglia con demoni e malattie, supera prove di resistenza e coraggio, intercede per altri, e alla fine, un portale sarà aperto tra i mondi magici del mito e il mondo ordinario. [37] Lo sciamano nella civiltà moribonda, è spesso un uomo spiritualmente senza casa, le sue esperienze e visioni vissute nelle iniziazioni son spesso viste come processi patologici o demoniaci da psicologi e clero, quindi abusate o distorte. [38]C.G. Jung attraversò nella sua vita diversi periodi di crisi psichiche con esperienze e visioni mistiche che lo misero in contatto coi processi trasformativi dell’inconscio profondo che lui rispettò in quanto entità autonome e le accolse in sé. Realizzò i pericoli insiti nella relazione con la sorgente delle energie psichiche che scoprì risiedere nell’inconsc. autonomo [39] 3 fasi comuni dei riti di passaggio: separazio dall’ordinario; transizione da novizio a saman; inclusione nella comunità come nuovo intermediario tra le realtà. Tappe dell’iniziazione saman: chiamata, sacro matrimonio, smembramento, discesa agli inferi (drago), doni di cura, ritorno festoso a casa. [40]Jung: la fantasia è un entità psichica reale, in quanto accade da sé, se tu poni te stesso nel dramma così come sei, avvii il processo di individuazione, ogni essere o cosa che incontri è partner nel dramma della creazione che man mano ti si svela. Levi-Strauss: il tempo del mito/sogno necessita attiva partecipazione per sostenere energie creative capaci di curare. [41] Gli antichi rituali iniziatici greci erano designati per maturare la percezione individuale su vita e morte. [42] Gli Aborigeni Australiani chiamano tale spazio jukurpa, la terra del sogno che vive oltre la superficie di tutti i fenomeni visibili, in costante attesa di esser risvegliato nella sua forma terrena; per loro, creare è risvegliare, pertanto, ritengono essenziale incorporare il jukurpa nella propria coscienza. [43] Osserva emozioni e gesti inconsci di rispetto per un tuono, l’eco, il mistero dei tramonti, ecc. Nell’evento sentiamo che c’è qualcosa di più che risveglia nostre rituali risposte. [44] Gli aborigeni sanno che se smettessero di cantare, gli antenati partirebbero, il potere sognante (latente) contenuto nella terra cesserebbe e tutto perirebbe. [45] Jung visitò gli indiani Pueblo nel New Mexico e realizzò che la conoscenza monorazionale non ci arricchisce, bensì ci rimuove sempre più dal mitico mondo nel quale una volta eravamo di casa per diritto di nascita. “La tua pratica rituale o religiosa alimenta la psiche del mondo. Percepire il proprio senso mitico, fa esistere il mondo in pace e bellezza” Jung [46] Lo sciamano è maestro di gioco, danza e canto nel terreno della sofferenza umana, tramite tali atti, le persone son risvegliate dall’incubo della malattia, il mondo è rivelato, ricordato e celebrato come paradiso. [47]Aristotele: Catarsi è purificazione rituale dove vengono eliminati escrementi ed umori patogeni del corpo e preocc. della psiche-anima, ripristinando il naturale fluire del Qi. Rasserenamento da turbolenze subite inconsciamente, l’arte secondo Aristotele, ha funzione catartica poiché aiuta l’uomo a comprendere se stesso, lo educa e lo forma; poesia, musica, danza, dramma, liberano temporaneamente dalle passioni che agitano la psiche (citta-vritti); rappresentandole al di fuori, portano a conoscenza degli effetti che di solito suscitano. Il teatro ricreativo ha radici nella ri-attivazione dell’esperienza iniziatica dello sciamano che discende nella psiche umana per rinnovarla e riconnetterla all’anima del mondo. [48] Il gruppo entra nel dramma iniziatico appena lo sciamano rimette in scena la propria esperienza iniziatica, cioè la crisi iniziale che rivelò la sua condizione, il gruppo sintonizza cuore ed occhi, con quelli dello sciamano e, in empatia, lo supporta con scintille di luce nel viaggio di a/r alla ricerca dell’anima del paziente e nelle lotte e negoziazioni. [49] gli spiriti, visti come esseri/enzimi ancestrali, (es. Tago e Juremà, spirito di terra, e acqua cabocla), possiedono rivelano verità in forma poetica, cioè puntano ad altro simbolo rispetto alla forma in cui appaiono nel dato momento di rivelazione. [50] L’analisi junghiana nel trasformare l’inconscio, è analoga alle cerimonie ed iniziazioni religiose, in quest’ultime, la produzione di simboli spontanei della psiche è sostituita da un set di simboli deliberatamente prescritto dalla tradizione, ma alla fine l’intero simbolismo dell’iniziazione accade, se le forze archetipiche entro la psiche sono indipendenti da dogmi religiosi e condizionamenti culturali, portano gran potenziale per lo sviluppo dell’anima individuale. Nelle iniz.sciamaniche le immagini e le storie che spont.si svelano, sono ripetute con poche variazioni, in individui di altre culture ed epoche, Anche le fiabe collettive, contengono schemi iniziatici vissuti dallo saman, se raccontate, continuano, a livello inconscio, a fungere da mappe d’orientamento per la psiche e, produrre crescen maturità. [51] Tale mito presente nell’inconscio e assimilato nelle religioni e nella poesia epica, è divenuto un dramma di maturazione individuale, rappresentato a teatro e nel cinema [52] Evento psico-sociale ricorrente ben descritto nel mito greco della Teomachia, lotta di sopravvivenza fra generazioni sradicate [53] Sloan: “il primo viaggio, spesso nel sottosuolo, permette di scoprire il proprio animale totem, una delle forze spirituali che di solito emerge nei momenti difficili o dopo malattie” [54] Il pericol di perder la via nelle regioni vietate è grande, ma grazie alla sua iniziazione e ai suoi spiriti guardiani, lo saman è capace di sfidare il pericolo e avventurarsi in una geografia mistica. Dio abita là, dove tutto è già accaduto e conosciuto, tale mondo parla con la lingua di un antico dramma. [55] In molte società tribali, gli anziani accompagnano i giovani iniziandi in una capanna nel profondo della foresta, la in fisico e psichico isolamento, i novizi confrontano tutte le loro paure e demoni dell’oscurità, assistendo alla morte del loro io infantile e rinascendo come adulti. La magia vive nel buio (ventre del drago), sotto forma d’immaginazione; antico riparo, caldo e accogliente, dove riformare e partorire le idee. [56] In tutti gli antichi culti dei misteri, obiettivo d’iniziazione è l’unione dell’anima umana con lo spirito di Dio/Dea, in un sacro matrimonio che porta immortalità e rende 2 volte-nato. [57] Spesso vi son lacrime, è richiesta forza d’animo e pazienza [58] Una parte è pronta ad arrendersi al lavoro di pulizia imminente, mentre un’altra parte difende il vecchio io dalle forze di riconfigurazione. Le crisi della vocazione sciamanica rasentano la disintegrazione della personalità e la follia intese come morte iniziatica o ritorno al caos originario da cui vien la nuova personalità; l’ego storico è riassorbito dal cosmo. [59] Jung parla della sua malattia, quasi fatale, come di un esperienza inestimabile che gli offrì l’opportunità di sbirciare oltre il velo delle apparenze, completo nudo e libero dal giogo dell’ego, moderna esperienza di estasi saman e scopo del processo d’individuazione. [60] Eliade: il candidato vede come gli spiriti tagliano la sua testa, smembrano il suo corpo a pezzettini che distribuiscono agli spiriti delle varie malattie, solo così, lo saman ottiene il potere di cura. Senza cosciente integrazione (esser testimone) di tali esperienze nella propria personalità, il cambiamento appare sconnesso, senza senso di continuità e significato per l’individuo. [61] Sloan: “quando tale catastrofe accade, l’individuo va in disintegrazione, la sua psiche è sommersa da molti contenuti arcaici incomprensibili. L’arte è una via di cura indiretta, poiché guardar direttamente Dio, in un esperienza di rivelazione, acceca la vista razionale” [62] “Il viaggio nell’Ade è penetrazione dell’oscurità e del bel mistero della morte, è potere che aiuta a navigare tra pericoli e a sviluppare una relazione matura con la forza kundalini, percependo ora la forza ambigua di creazione e distruzione, risieder naturale nella nostra psiche e in quella del mondo” [63]Sloan: “Ebbi la sensazione che una parte del mio cervello si apriva e qualcosa di fisico e vivo si risvegliava. Le immagini emergevano ora direttamente dal corpo, poggiando le mie mani su quella parte della testa, sentivo la stessa sensazione roboante che accompagna il volo del drago, vero maestro dell’umanità che risiede in tutte le forme di vita”. [64] Nei riti di riattuazione, ogni iniziando assume un ruolo, gli eventi del mito sono ripetuti e il dono della civilizzazione riappropriato. Beneficia l’individuo, la società e il cosmo. [65] Nel taoismo cinese, passare il ponte del drago, significa completare un passaggio iniziatico. in Cina tale frase, allude oggi, anche al passare vari esami o gradi di maturità. [66] Harner: uno sciamano maestro, proverà sempre a integrare ogni sua esperienza, nella cosmologia desunta dal suo stesso viaggio, la via del suo cuore non ha nome nè religione. [67] Tutti i punti di riferimento precedenti appaiono distrutti, se ti arrendi e resti osservatore, aiuti il decorso dell’esperienza, guidata dalla forza del num, qi, kundalini o mana interiore [68] Secondo la teoria taoista, l’uomo nacque dal dragone che vive nella terra e nell’universo, egli ha cura di noi ed è il messaggero tra gli umani e i cieli. Il tuono è il suo volteggiare. La lotta per recuperare il giusto e sacro rapporto con lui, il serpente e il sentire femminile, è ormai di tipo culturale. Quan riscopri e usi i tuoi doni, molti sintomi e disfunzioni psicofisiche scompaiono. [69] I kami sono energie della creazione, risiedono in uteri pietra [70] la teoria taoista dei tre vermi, sostiene che il corpo umano è fin dalla nascita preda di tre energie distruttive il cui cibo prediletto sono 5 cereali: riso, frumento, miglio, orzo e avena. [71] Jhaknu, nella lingua nepali, vuol dire sbirciare, spiare. Jhakro é la capigliatura lunga e spettinata e il cespuglio incolto; Jhakri è lo sciamano, un uomo selvaggio e ribelle dallo sguardo limpido e intenso che curiosa nei misteri della vita, rispettato e benvoluto, è prete ed artista, guaritore psichiatra e contadino, capace di mediare tra il singolo e la comunità, comunica coi morti, demoni e spiriti dell’intera natura. In Nepal nel 1980 vi erano seicentomila sciamani Jhakri, oggigiorno, le vocazioni Jhakri sono in crisi.. [72] In luglio/agosto, nelle valli del Nepal vi sono monsoni e frane, l'uomo resta solo e indifeso fino alla luna piena, quando gli Dei tornano nei dharamsala (dormitori). [73] Elaocarpus ganitrus, usati come scacciademoni e pensieri [74] Dea del tempo e della distruzione, ha capelli corvini, occhi scintillanti, seni e lingua penzolanti, danza ornata di teschi. [75] Un piatto di Dhalbat (riso e ceci), e formaggio affumicato [76] Ritte Kami invita alla sua puja, demoni terrifici causa di malattie, li attira con mandala ragnatela fatto di disegni colorati, fiori, offerte di riso, monete e lumini al fin d’isolarli [77] Bhudi Lama va in trance con un mantra ipnotico e poi sfiora con la lama del coltello rituale, schiene curve e dolenti, ventri gonfi, ferite infette e seni vuoti che non vogliono dare più latte. Nei casi gravi cura a suon di ceffoni e strattoni donne che si divincolano a terra come serpi. [78] Eliade: nella loro iniziazione, gli sciamani tungusi e buriati, sognano d'esser fatti a pezzi mentre attorno, le donne e le fate cantano: il nostro sciamano risusciterà e ci aiuterà. [79] Erodoto, 4, 79 “gli Sciti biasimano i Greci riguardo alla frenesia bacchica: dicono infatti che non è ragionevole trovare questo dio che induce gli uomini alla follia… ci deridete per la nostra frenesia bacchica e perché il dio ci possiede, ora questo dio ha preso anche il vostro re, e costui infuria ed è folle per opera del dio… ora, chi di voi è pronto, può essere iniziato, ai misteri di Dioniso frenetico”. [80] l’identificarsi dell’uomo con la Natura, questo suo farsi natura (jivan mukta), gli permette di sperimentare il grado più alto di libertà: l’accettazione della necessità delle cose e del destino del Tutto compreso il rogo a campo dei fiori. [81] Nutrono e allattano Dioniso infante, e, quando adulto, si preparano a riceverlo come sposo nelle nozze spirituali (hierogamos), poi, miracoli e azioni operan tra loro. [82] Nel 398 d.C., il concilio di Cartagine scomunicò chiunque andasse a teatro piuttosto che in chiesa nei giorni sacri e proibì i sacramenti agli attori che non rinnegavano la professione, ma, il teatro resistette, come arte e cura, per le anime della comunità. Dioniso come dio della catarsi estatica, veniva celebrato col rito del ditirambo, cantato da un coro di 50 satiri mascherati, dove Dioniso cambia forma molte volte, prima di venir ucciso e smembrato come toro; l’esarchon o leader del coro, risponde alle domande cantate dal coro, da tale dialogo nacque poi, la forma teatrale della Tragedia. [83] tra i Goldi dell’Altai, lo saman psicopompo spalma il volto di grasso per mascherarsi e incarnare un mitico antenato. Il satiro è immagine dell’antico saman mediterraneo e dei mitici antenati che possedevan gli umani con spiriti totem, divenuti poi, santi protettori. I giocattoli dei titani sono lo specchio (per vedere nei reami), il rombo del toro del cielo Tien (per chiamare gli spiriti), le conchiglie divinatorie e la mela d’oro. [84] Hillman: Lo scopo della psicoterapia è un lavoro di restaurazione delle realtà immaginali del paziente e sviluppo di un sentire attraverso la coltivazione dell’immaginazione. [85] Jung: il diretto contatto con immagini e simboli, nel sogno lucido dell’iniziazione, posson produrre trasformazion di coscienza, la rivelazione personale è unica mentre i simboli e motivi sottostanti, emergono spontanei nella psiche di culture ed epoche diverse, pertanto tali esperienze sono universali, non confinate in nessuna cultura, religione o tradizione particolare ma son accessibili a tutti. Durata e significato della trasformazione, è proporz. al grado di coinvolgimento e risposta cosciente ai simboli e storia che da essi scaturisce nelle visioni spontanee. [86] I misteri di Dioniso Zagreo sono la più antica delle forme religiose sorte intorno a Libero. La morte, la seconda nascita di Dioniso e il suo viaggio agli Inferi per liberar e resuscitare Semele, rappresentano il potere del Dio di salvare i mortali. Ai Mysti, detti Bacchi, è concessa la vita ultraterrena, nell eterna gioia dei cortei e dei banchetti di Dioniso. L'omofagia (comunione col Dio mediante muku o carne di cucciolo cruda), rinnova il sacrificio di Dioniso e ne rende partecipi i fedeli, unendoli ad esso e rendendoli immortali. [87] L'estasi, raggiunta col vino e l'eccitazione causata da danza e musica, sfrenate e sensuali, permette all'anima di liberarsi dai limiti della materia e di congiungersi al Dio. [88] Le iniziazioni sono di solito celebrate in casa della Baccante che le officia, ed il loro costo è variabile, dipendendo dalle spese della confraternita cui l'iniziando si rivolge e dalle sue disponibilità finanziarie. Oggetti base: lo specchio in cui il Bacco non deve guardare, la flagellazione, la sodomizzazione con un fallo sacro (imitazione di Dioniso nell'Ade), raggiung. dello stato estatico, omofagia e contemplazione oggetti sacri. [89] Le grida rituali sono: elelèn, evohè e jacche. Le partecipanti si ubriacano, si spogliano, squassano i tirsi, urlano e si eccitano selvaggiamente; un capretto, o un cerbiatto, o un altro cucciolo, viene smembrato vivo e divorato crudo. [90] Religione appena tollerata dallo stato, che pone limitazioni giuridiche per le riunioni dei fedeli, sia in privato che in pubblico. Il ruolo principale è svolto da donne di fascino, le Baccanti, che debbono saper suonare tamburello, cembalo o flauto doppio. Portano una veste di pelle di cerbiatto detta Nebris, una lunga sciarpa sacra, giallo-violacea, ed una corona di foglie d'edera; dal grado di Menadi la veste viene sostituita con una in pelle di leone. Il tirso (stelo della ferula, con una pigna posta in cima ed ornato con foglie di edera e vite) è il loro simbolo sacro, componente fondamentale di molti incantesimi. Di norma esse non ricevono compensi per le loro prestazioni, ma si mantengono privatamente. Sacri strumenti comprendon il fallo, coppe per vino e cesta mistica. [91] Gli iniziandi vengono fatti sedere, coperti con una pelle di cerbiatto e strofinati con fango e crusca, come simbolo di morte; vengono poi fatti rialzare pronunciando "ho fuggito il male, ho trovato il meglio", che è la formula di resurrezione. Infine vengono celebrate le nozze simboliche con il Dio, per mezzo del contatto con un serpente d'oro sotto le vesti. I Saboi portano sulla testa corone di finocchio e pioppo e scambiano il saluto benedicente con le prime tre dita della mano. Nelle festività, un corteo danzante e chiassoso segue i sacerdoti, che procedono agitando serpenti sul capo e tenendo alti una cesta ed un vaglio; i gridi rituali sono: euoi saboi e hyes attes. I sacerdoti si mantengono grazie alle offerte dei fedeli. [92] nel mito, Tiresia assiste ai misteri, perde la vista, diventa donna e acquisisce i poteri di vaticinio. Domina l’ambiguità sessuale per trasformarla in potere sciamanico. Passa dal non vedere al vedere (pro-videns, previsione, lungimiranza), dalla cecità ordinaria alla visione trascendente per poi tornare all’ordinario. La sua transe dal buio alla luce, da un sesso all’altro, da villaggio a grotta, con ritorno alle attribuzioni di ruolo e identità sociale, ripete il viaggio dello saman, e si ritrova residuato in molti miti posteriori, dalla caverna di Platone, ai santi eremiti cattolici (s.Lucia che perde gli occhi fisici così può curare la vista degli altri). La visione è come acqua resa potabile, cioè separata, decantata. [93] Nerone in un accesso di rabbia tirò un calcio all’addome della moglie incinta uccidendola, in preda al rimorso cercò di trovare qualcuno il cui volto le somigliasse, trovato Sporo, un giovane liberto di sesso maschile, ordinò ai suoi chirurghi di trasformarlo in donna, poi a seguito della conversione i due contrassero nozze formali. L’imperatore Eliogabalo, impalmò un poderoso schiavo e dopo le nozze assunse le funzioni di moglie, amava sentirsi chiamare la signora, sposa e regina di Ierocle. Papa Giovanni VIII successore di Papa Leone IV nel’855, in realtà era una donna mascolina (la papessa), partorì un bambino e morì con la sua prole
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