nomade si sposta, tra selvati e coltivato
a identità e Cacao, le banche dan l'agguato
Pan mediterraneo, alle americhe fa spola
ha ricette d'alleanza, pizza e zuppa buona
sommario quartine
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nomade si sposta, tra selvati e coltivatoGuarda qui sotto figliolo, la terra dura fatta di roccia e ghiaccio, dove l'uomo suda stanca lavora la sua vita, vede in cielo le speranze Eppur è destinato, a lavorar suolo istanze
nel magico luogo dell'orto, il bimbo impara che: - unendo i minerali provenienti dal basso con la luce solare e la CO2 provenienti dall'alto, le piante verdi uniscono la Terra e il Cielo; - il peso di un ceppo di legno deriva al 90% dall'aria (bruciando un ciocco, O2 e C si uniscono nuovamente creando CO2) e, con luce e calore del fuoco, recuperiamo parte dell'energia solare servita a formare il legno. - il lavoro ciclico dev'essere rifatto di continuo poiché non lascia alcuna traccia durevole; - le sostanze nutritive circolano nel ciclo della rete alimentare che a sua volta interseca i cicli degli elementi, delle stagioni, ecc.. - nutrire una comunità, è nutrire le relazioni tra i suoi membri, scoprire la teoria frattale delle arti visive, musicali, sceniche, capaci di sviluppare e affinar le natural capacità del bimbo a riconoscer ed esprimere configurazioni (coltivare, cucinare e mangiare, tocca il cuor dei bimbi poiché rende importante l'attività ch'essi fanno).
Un tipo di sapere ti radica nel contesto fisico: sai distinguere il nord dal sud e il pino dall'abete. Conoscenza concreta che miglior la vita pubblica e salva le specie in via d'estinzione. Si acquista riabitando un luogo fisico o culturale maltrattato e dimenticato, ripiantando alberi, decanalizzando corsi d'acqua, rompendo l'asfalto, prendersi cura di qualcuno; ha limiti, è ordinaria e coltivata. L'altro tipo si spinge oltre i confini. La Cultura è una mela coltivata La Natura è una mela selvatica
Circol la materia, sen sosta in rete vita Gli scarti di una specie, son alimento d'altra Il sole da energia, che alimenta tutti i cicli La varietà è garante, di recupero e ricicli
la vita ha conquistato, il pianeta senza lotta A mezzo associazioni, e la formazion di reti ogni viven sistema, di tanto in tanto affronta Instabili correnti, che sue struttur confronta
Infrangon vecchie forme, di comportamento Mentre emergon nuove, e nuova leadershìp Che è detta condivisa, quan riesce stimolare Emerger incessante, struttur da incorporare Insegnamento è scambio, cicli informazioni Che scorre orizzontale, nell'emotiv contesto È scuola d'empatia, sfogo e nutrimento È multisensoriale, sociale apprendimento
Cervello si organizza, collega nuovi dati all'esperien passate, in costan ricerca senso comprendere i principi, di nuova ecologia Viverli in natura, acquisir luogo sinergia
Emerge la cultura, quan ci si mette assieme Per fare del lavoro, giocar raccontar storie Oppure recitare, o quan qualcun si ammala Nasce o muore o feste, una rete si dipana
L'uomo naturale, cibo, femmina e riposo Equilibrio tra bisogni, e risorse cui dispone Ha minime richieste, che appan facilmente Ciascun basta se stesso, salvo socialmente
Contatti sporadici, in necessità contingenti Desidera il selvaggio, sol ciò che conosce E conosce solo ciò, che facil può avere Tal illuminazio, Jacques Rousseau ripete
Democrazia diretta, vuol stati piccolini La delega principio, rifiuta è inefficiente Prima rivoluzione, cambiamen che porta Uomo far famiglia, clan civiltà comporta
Poi gran rivoluzione, nasce da invenzione Della metallurgia, agricoltura progressiva Accompagna a divisione, sociale del lavoro Spartizion di terre, e proprietà di un uomo Ritornare selvatici, dice Snider Gary è diventar astringenti, acidi a molti non concimati, non potati ma forti elastici infine, in primavera fiorire
Oggi noi tutti, siamo ceppo coltivato Ma perderci ancor, possiamo nei boschi Lasciamo una casa, intraprender ricerca Interior wilderness, archetipica incerta
Che è piena di belve, di estranei ostili Pericolosa direm, in incontro con l'altro A noi intern-esterno, richiede abbandono Comodità sicurezze, accettar il bisogno
Può darsi che poi, più non veda tua casa E le tue ossa affiorar, sul fango potranno Sai esser disposto, al freddo e alla fame Qualsiasi cosa mangiare, solitudine pane
Libertà in cambio dona, slegato e scollato Pazzo un po' tempo, all'umiltà collegato Rompe tutti tabù, poiché porta sull'orlo Della trasgressione, con-senza ritorno
Camminar digiunare, cantare da soli Comunicar tra confini, di specie e specie Pregar ringraziare, ritornare o accampare Tempo scompare, solo un Sé ci rimane
Ciò sul mitico piano, è fonte narrazioni Il viaggio dell'eroe, diffuse in ogni dove Sul pian spirituale, è processo che chiede abbracciare noi stessi, nell'altro che vede Ogni parola ascoltare, in profondo suo eco Sgorgar lacrime grate, per la terra nutrice Ogni luogo esperienza, vedi centro del mondo Emotivo e cosciente, appar sacro tuo mondo
I modelli sostenibili di produzione-consumo devono essere ciclici per sopravvivere su un pianeta limitato. Tutto non può crescere in simultanea, ma alla sua stagione: mentre alcune cose crescono, altre devono diminuire, così le istituzioni, lasciate al loro decadimento, rilasciano talenti e capitali umani usabili in nuove organizzazioni. Paul Hawken Finchè non ci si impegna, regnano l'esitazione, la possibilità di tirarsi indietro, e l'inefficacia. In ogni gesto di iniziativa, c'è un elementare verità, ignorare la quale vuol dire uccidere un'infinità di idee e splendidi progetti: nel momento in cui ci si impegna definitivamente, allora anche la Provvidenza inizia a muoversi. Cominciano a succedere cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. Un intero flusso di eventi scaturisce dalla decisione, portando a favore di chi si impegna, ogni sorta di accadimento imprevisto, ogni incontro, ogni assistenza materiale, come nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Qualsiasi cosa puoi fare o sogni poter fare, comincia a farlo. Nell'ardimento ci sono genio, potere e magia. Comincia, Ora." Johann Wolfgang Goethe
È tempo di nomadismo, tempo di zingari L'uomo spogliato, da pulsioni economiche torna alla fonte del sogno, riparte di nuovo La vita è saggezza, non complicar il gioco
Fabrizio de Andrè da una parte le merci e il denaro, dall'altro lo scambio e il dono, quando ci sarà maggioranza che sostituirà il dono e lo scambio all'economia del profitto, per potersi difendere dalla morte per inedia, il sistema capitalistico si sfascerà. Concilio l'anarco-individualismo steineriano con le pratiche zen, credo sia meglio che l'uomo viva il più possibile da solo e che non faccia parte di alcuna organizzazione, se non occasionalmente. Le organizzazioni sono la morte dell'uomo poiché nasconodono in sé i germi della violenza. L'uomo organizzato è pericoloso, è violento. La solitudine, come scelta o costrizione è un aiuto, ti costringe a crescere. Questa è salvezza.
Krishnamurti Quando la mente è svuotata di tutte le cose che il pensiero vi ha introdotto, allora il tempo finisce, comincia la sincronia meditativa con la dimensione atemporale che governa l'universo, inizia la meditazione, liberi da ogni illusione o forma d'inganno. Il multiverso è creativo, in meditazione e movimento, ordinato non creato dall'uomo o dal pensiero. Il cervello è parte di esso, non è fondato sul tempo poiché è il pensiero che ha impiglia il cervello nel tempo. Si può sciogliere queso groviglio, liberarlo, cosi che l'universo sia la mente, in una meditazione priva del passato.
Osho: Il conosciuto è la mente, l'ignoto è Dio. La mente è ripetitiva, può solo mettersi alla ricerca dle conosciuto. La meditazione è l'arte, di lasciar cadere la mente.. almeno per qualche istante, dare un'occhiata all'ignoto, senza sapere dove stai andando o chi sei. Abbandona il conosciuto e attendi l'ignoto, si manifesterà da sé, aspetta alla porta. Quelli sono i momenti più belli poiché oltre il sapere emerge l'amore che ti rende saggio, mai colto, il sapere ti rende furbo ed esperto, mai amorevole. Per entrare nell'ignoto occorre coraggio ..dalla disperazione può nascere un grande coraggio. Muta la disperazione da malattia a risorsa, motore del coraggio estremo dell'avventura, coraggio di vedere gli Dei della mente e seguire solo l'impulso vitale. Quan divieni religioso ti addentri nell'inesplorato, c'è il rischio che ti possa smarrire e non tornare mai più, potresti perdere ogni controllo, potresti impazzire: questo è il prezzo per la religione autentica. Noi abbiamo paura, per questo ci aggrappaiamo a surrogati religiosi a buon mercato in cui non serve scegliere ma solo farsi battezzare, etichette che diventano patologiche che creano nevrosi. Se la tua religione è solo presa in prestito, tenderà contro la vita, a ogni istante la percepirai in antagonismo, ti storpia e paralizza permettendoti di vivere solo al minimo, comincerà a torturarti perché ti troverai sempre in conflitto con la tua religione, ogni istante diviene un istante di colpa, qualunque cosa fai, persino sorseggiare una tazza di tè!
- rallentare il tempo (Hakim Bay) L'ora non batte, per l'uomo felice Proverbio tedesco, idèm a carpe diem Una civiltà del tempo, obbliga ipoteca Presente per futuro, e vita tua rinnega È l'età del sogno, ritmo non progresso L'attività creativa, è il suo riferimento Prima di comparsa, di tempo e civiltà Natur offrì segnali, in stagionalità
Percezion di tempo, essenza di cultura Luce ver trattiene, dal giungere d'intera Illusion'artificiale, idea che tempo scorra In data direzione, e tutt'ordìna e sforna
Cultura sopravvive, grazie a mistificazio Or siamo conformati, alla sua legittimazio Che sembra naturale, padron d'ogni reale Produce assuefazione, a un unico ideale
È modello basilare, d'ogni dominazione Imperial o culturale, costruita dimensione Più inoltriam in esso, più pressione cresce Progenitrice sua, è una division cosciente
Uguagliàn separazione, sòn sottoprodotti Disintegra esperienza, lavoro ti spezzetta Propagàn del mondo, sua esistèn presum E sottomessa ad esso, l'esisten consum
Giornate del bambino, sfuggon ad adulti Un sogno immaginario, abitato dal reale Fuori i vigilanti, attendono che i bimbi Entrino alle classi, a spegnere gl'istinti
Sul tempo basa il mondo, tecno capitale Registra i suoi progressi, e l'esistenziale Lentamen il tempo, vien dato per scontato Da conscia produzione, è quindi eliminato
Tempo appar umano, narrazio di giornale Un simbolo che sgancia, vive la sua vita è Yidàm artificiale, prodotto della mente La logica supporta, dellà civil corrente
Divien divinità, per mezzo numerario Appaion l'orologi, e templum calendario Conquistan la natura, tram suddivisione Denàr linguaggio è, merc'informazione
Creare un calendario, produce civiltà Regola condotta, social comportamento Or l'idea di tempo, mette in scorrimento Cresce alienazione, o imprigionamento
Era dio Calendae, il primo dì del mese Nucleo religione, è vision storica tempo Scandivano campane, coatta regolazio Tempo a società, in artificio spazio
È nemico autorità, la tua creatività Che libera s'irradia, da individualità Invenzione d'orologio, offrì opportunità D'opprimer libertà, e creàr nuovà realtà
Scandìr ordin imposto, rivolta contadini Contro il tempo storia, o arma burocrazio L'orologio è gabbia, Rousseau lo gettò via Simbolico rifiuto, a forzàr la propria vita
La perdita di tempo, chiamata fu peccato È nemica al capitale, che tempo fa denaro Ogn'ozio in cuor amato, cambia stile vita Richiama lo Zamani, antica via negrita È tempo progressivo, legato al capitale Come stil di vita, e mezzo arricchimento Averne il monopolio, significa arricchire L'elite che lo detiene, popol sa svilire
Ansia e tempo sono, strette e collegate L'evitàn l'orgasmo, ed estasi al contempo Desidèr e inconscio, son estranei a tempo Odia il narcisista, e nega imposto tempo
Tutto inizia e và, in zamani eternità Ritmo personale, tu impara a rallentàr Vivi la passione, immediata permanente Dell'esperienza viva, và con la corrente
Esiston collegamenti, eventi correlati Distàn pure tra loro, che fanno sincronia E istantaneamente, accadon in un gioco Come eterno è, il cuore d'ogni fuoco
La fisica dei quanti, or tiene analogie Con vision del mondo, sociali primitive La legge d'entropia, riflette gran paura Futùr di capitale, non è cuor di natura Regna il capitale, in paur dell'entropia Disordine che cresce, in tempo innaturale Non rimandar piaceri, oppur la tolleranza In ciò la civiltà, illude e pur ingrassa
Inverti accelerazio, in vita quotidiana Per viver più felice, tua esistenz'umana Cthulhu è l'artificio, del mondo capitale Assoluto tempo che, vuol sol dominare
A natur non interessa, caos o cosmo in sé Tutte le coppie eventi, san tempo sostenèr Ognì comunion d'amore, il tempo fa finire Riporta l'immediato, spontaneo rifluire
Vita militare, è una prova di passaggio Monotonia apparente, gerarchico disagio Dopo avvio ribrezzo, emerge spazio gioco Lascia la natura, esprimere il suo fuoco
L'ambiente militare, impone un celibato Incide su processi, di ciò che vien pensato La mente vien riempita, dell'addestramento A produrre l'obbedienza a condizionamento
Là l'uomo Varanasi, da mosche ricoperto Qua nasce l'amicizia, assiem cameratismo Fresco gruppo cresce, e divide sofferenze Gioie con risate, per vincer contingenze
[1] la creatività (spontanea comparsa di ordine), è l'emblema della vita, dove il meglio di nuove strutture, è incorporato nel progetto organizzativo esistente, Ecologia (dal greco oikos casa) e base della vita sostenibile. [2] Jean-Jacques Rousseau: il primo che arato un terreno, pensò di affermare, questo è mio, e trovò persone abbastanza ingenue da credergli, fu il vero fondatore della societa civile. Quanti delitti, guerre, miserie, orrori e diseguaglianze morali e politiche avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i paletti o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: guardatevi dall'ascoltare questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno (noi siam suoi figli), voi siete perduti. La proprietà afferma la prima divisione fra gli uomini, quella fra ricchi e poveri e l'uomo che prima era libero è ora assoggettato alla natura da nuovi e crescenti bisogni artificiali e vincolato al prossimo da rapporti di mutua dipendenza. Un patto subdolo ora il ricco propone al povero: voi avete bisogno di me, stipuliamo un accordo fra noi, permetterò che abbiate l'onore di servirmi, invece di combatterci diamoci a un potere saggio che ci governi: le leggi. Patto che origina lo stato, come legalizzazione definitiva della diseguaglianza che, via via, procedendo porta l'uomo a un decadimento in 3 tappe: _fondazione diritto di proprietà (ricco e povero); _istituzione della magistratura (potente/debole), _trasfor.potere legittimo in arbitrario (padrone e schiavo). [3] attraversare il confine, tenendo delicatamente presenti l'identità e la differenza. Ciò può portare a vedere le case, le strade e le persone del tuo luogo, come fosse la prima volta, a sviluppare un rapporto emotivo, sacro e consapevole con la natura che ti circonda. Gary Snider [4] Tempo, in greco antico, sta per divisione, il Sacrum dei latini. Nei libri Fatales dei popoli Rasna, Templum è il cerchio tracciato a terra o su un oggetto oracolare (es. viscere di ovini) e suddiviso in quadranti e caselle dove collocare le divinità responsabili del responso. [5] Riporta John Mbiti che Zamani è un concetto tradizionale dei popoli Bantu, indica il tempo indefinito e senza tempo degli antenati. Si contrappone al Sasa o tempo storico prossimo (dai 2 ai 4 mesi). Nel tempo Sasa si possono fare progetti e previsioni, mentre nello Zamani, cui un giorno tutti accederemo, rappresenta la dimensione atemporale del tempo di sogno, il mondo-al-di-là della realtà storica computata. Zamani è il tempo di sempre da cui scaturisce il Sasa, l'oggi e a cui fa sempre ritorno per rinnovarsi. [6] i sistemi isolati, a cui non sono consentiti scambi con l'ambiente esterno, mostrano la tendenza irreversibile della seconda legge della termodinamica (legge d'entropia) mentre l'universo, come esce dalla moderna fisica, è un sistema aperto, dove i positroni sono elettroni che si muovono indietro nel tempo mentre i tachioni son più veloci della luce e generano effetti e contesti che invertono l'ordine temporale [7] nel vangelo di Tommaso, dice Gesù: chiunque non danzi non sa di essere immortale! le choreae sono danze circolari in gruppo al suon di cantilene e passo grave e cadenzato, mentre saltationes sono balli saltati rituali o liturgici, erotici e vivaci [8] Tra economia e politica esiston stretti legami, diversi sistemi politici comportano forme di organizzazione economica riflessa e i gruppi egemonici occupano le due sfere, imponendo ai gruppi subbalterni i sistemi economici più adatti a soddisfare i loro interessi [9] l'emettere moneta propria sfida la proibizione legale e i privilegi che il governo accorda a precisi monopoli [10] tutte le sette, danno un motivo per vivere a singoli, famiglie, gruppi, comunità e nazioni, poiché, in qualche modo, palesano l'ombra divina che, solo, è antitodo al potere diradicante di egemonie di interessi [11] 10 semi per un coniglio, 12 una sacra prostituta, 100 uno schiavo. [12] nella buca scavata nel terreno e rivestita di pietra, a calor sufficiente, il fuoco vien spento, la cenere tolta e al suo posto vien messo il pane. La buca viene chiusa con grossa pietra mentre al suo interno il pane cuoce lentamente. Poi nacquero forni a forma conica costruiti con mattoni di argilla del Nilo. I greci aggiunsero nuove spezie, arrivando a creare 72 tipi diversi di pani i cui nomi prendevano origine dalle forme, dal tipo dei cereali usati, dagli ingredienti e dal modo di cottura. I fornai greci iniziarono a lavorare il pane di notte in modo che la gente al mattino lo trovasse cotto ma istituirono le prime caste di panificatori e le regole per il lavoro notturno dei fornai. I Romani allestirono i primi forni pubblici nel 168 aC. [13] L'alimentazione indiana prescrive di suddividere lo stomaco in 4 parti cosi riempite: 2/4 cibo solido, 1/4 liquido, 1/4 aria. [14] Dopo l'uccisione, il maiale veniva pulito con acqua bollente per facilitare l'asportazione di setole, sventrato, privato di interiora e diviso a metà. La carne, in parte conservata (da un norcino o famiglia) e in parte consumata fresca: prosciutto, capocollo, lombetto, salsicce, pancetta, salame, coppa, costolette e braciole, fegato e sanguinaccio. I residui non usati per gli insaccati (ghiandole, coda, zampette, orecchie, trippa e lingua) venivano cucinati nella padellata finale. [15] Tutti i tipi di pasta per ciambelle erano ottenuti con acqua e farina, condita con cannella, noci/nocciole, miele cioccolato. [16] dhal bhat tartari in(pali. Se usi lenticchie secche, lascia a bagno per circa 2 ore, soffriggi in extra d'oliva la cipolla o spicchio d'aglio, poi aggiungi sedano quindi i legumi [17] Da lago e fiumi dell'alta Tuscia: persico (boccalone), tinca, coregone, trota, luccio, carpa e lasca. Il pesce azzurro fresco del mediterraneo (alice, sardina, sgombro, spretato, suro, lanzardo, alalunga, cicerello, costardella, biso, pesce spada, lampuga, aguglia e tonno) ha grassi simil vegetali (omega 3) utili per lo sviluppo cerebrale e protettori di cuore e arterie.
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a identità e Cacao, le banche dan l'agguato
Farina latte e miele, sale e pomodoro Igien purificazio, di sauna spazio d'oro Abitazion in tenda, ricorda noi l'essenza Legno pelle o roccia, n'è la consistenza
Difesa è relazione, tantra o procreazione Sfilate in ologrammi, o culto aggregazione Polver trascendenza, è percezion del Num Corpo in movimento, danza in noi Gesù Stress in città, sviluppa più nevrosi Orari e frenesia, opprimono la mente Caduta di capelli, afa sudor devianze E vari surrogati, danno dipendenze
Medicine piante, le mani su tamburo Pium ossa d'uccelli, o corna bovi e cervi Campane tibetane, medesima funzione Sciogliere paure, che creano l'ostruzione
Bisogni elementari, uman di sussistenza Spesso disattesi, più beni son distrutti Energia risorse, impiegati in produzione D'inutili prodotti, sol per lucrazione
I Bisogni tuoi sfruttati, fisici e ideali Istinti base devian, flussi esistenziali Il grado violazione, assiem a disistima Traduce in malattia, il livel disarmonia
Il desider negato, produce senso sfida Autonomo rafforza, minaccia psiche fina Se riesci d'appagarlo, ovvero trasformarlo Attor divien maturo, smette abbisognarlo
L'evoluzion coatta, è cercare gerarchia Dominio dei fratelli, a mezzo propagande Sentirsi quale Dio, a mezzo tecno scettro Forza ogni natura, l'uomo rende spettro
Ieri come oggi, è scalfita sussistenza Uomo vien strappato, da sua consistenza Agrario fu operaio, impiegato di consumo Inizia restrizione, e abuso idee d'impuro
Cresce l'amnesia, il mezzo divien fine Vision più riduttiva, cuor andrà indurire La vision globale, cioè l'istante presente Eterno sta nel tao, che ogni cuore sente
Forza bruta e cieca, produce resistenza Intrigo e falsità, e più frutti d'ignoranza La spint'evoluzione, è nella natur umana Accettazion wu-wei, riattiva vir fiumana
Azien diseducante, sfrutta i dipendenti a mezzo di tensione, o stimol di sospetti Insegna ipocrisia, qual arte per l'ascesa Produce deformazio, della divin impresa
Manipola auto-imago, depista san'istinti Stimol dipendenza, e stimola a esser finti Baroni e contadini, in economia di corte Chiusa senza scambi, enzima poco forte
Infanti con anziani, barbon disoccupati Malessere per primi, tutti han rivelati Poi Dioniso in follia, segnà fase finale Erutta vasta morte in rinascita da fare
Informazion vitali, in versi tramandate Su pelli su pareti, incision costellazioni Incubano armonia, in memorizzazione L'uomo poi riscopre, la vera soluzione
Diritto scambio è, senza mediazioni Reminescenza pur, d'antiche soluzini Rimuove più conflitti, ti anima ti sfama Crea comunità, e un cuor che tutti ama
Segui il pellerossa, percorri tue parole Coerenti in armonia, con leggi di Natura Fuor di tal sentiero, v'è solo sofferenza Mente la tua mente, litiga in-coscienza
Uomo è progettato, a crear suo paradiso In Terra mentre è vivo, diventa l'infinito Simbionte con il tutto, è l'esser risuonato Nella diverse forme, dio s'è reincarnato
Smetti il delegare, or puoi partecipare A politica o altra storia, se fa disperare Non delegare il voto, agisci con coerenza Cerca conoscenza, segui tua coscienza
Ogni istante vivi, cerca il tuo piacere Llibero già sei, ovun puoi rimembrare D'ogni sofferenza, divieni trasformante Apporta migliorie, coeren partecipante
Evoluzio spirituale, o accumulo di dati Sempre ostacolata, da gruppo lì al poter Interessi schemi fissi, carceri obsoleti Da disinformazione, son tenuti in piedi
(Thomas Jefferson presidente USA, 1770) Se gli Americani, consentiranno mai Alle private banche, d'emettere denaro Prima in inflazione, poi con deflazione Banche parassite, faran espropriazione
Priveranno la gente, di loro proprietà Finché loro figli, perdon quel che hàn Potere d'emissione, linfa più importante A popolo appartiene, togli dalle banche
Le principali banche, ch'emettono moneta Son'organi privati, che creano dipendenza Ai singoli e agli stati, come in medio-evi Siamo noi venduti, a pezzi oppur interi
Pur la tua salute, il cibo e innovazione Finisce in dipendenza, di gruppi di poter Più o meno gradualmente, muor il fai-da-te Vince grupp'insieme, tua parte tocca a te
L'azione coercitiva, è usata a mantenere Tal ordine via media, e leggi ragnatele Entomi piccini, che van ad impigliare Entomi più grossi, riescon a sbrigliare Controllan O-M-S, finanzier del mondo Impongono vaccini, ai popol girotondo L'Aids fu creato, col vaccin d'anti-Polio A mezz'oral canale, còntr'Afrìca ruolo
Oggi più di ieri, person disorientate Sen riferimenti, vedonsi abbandonate Problemi esistenziali, restano irrisolti Debito economi, ha depressiòn risvolti
Fa bene alla salute, non tener rancore Carattere clemente, facilita i rapporti Sfida concentrazio, dell'energia surplus Con pratica baratto, mercato tu per tu Mens sana in corpo sano, antic'adagio è O produzio attività, fatta all'aria aperta Nostro vero bene, assieme con la terra Perdona sen rancore, è pace sottoterra
D'ecònomia successo, dipendono le vite Costretti siamo a, nos'esistèn comprare Per poter pagare, famiglia casa e cibo Produzion di massa, uccide ogn'ecotipo
Paesaggi ecosistemi, brulican di vita Divengon piantagioni, agricol desolate e Industrie cancerose, in urban distese Distruggono coesione, aumentàno spese
Lavoro ai fin consumo, parte di processi Lavoro non creativo, esilia da noi stessi è paralisi mentale, stress autonegazione Per guadagnar salario, in continuazione
Poi isolati in casa, a guardar televisione Fisici disturbi, che crescon coi mentali Lavoro è pur godere, paesaggio naturale Sia permacoltura, su scala industriale!
Assenza di bollette, chi resta da pagare? Vedi or storia in terra, d'indigene culture Distrutte assimiliate, da strana economia che priva sussistenza, coscienza chi tu sia
Raccolta caccia e pesca, pascolo e coltivo Non chiedon intermedi, ma solo compagnia Toglie il salariato, suo tempo sua energia A vera organizzazio, in natura sinergia
È libero di usare, ed occupar le terre Dono d'antenati, e oggi inver sottratte Preghiera di speranza, coltiva in libertà Riprende la memoria, di gran comunità
Amor rifless in altri, fè Carroll nelle fiabe Fonda comunità, con scopo a ciò coerente Gioco autogoverno, per giovan'espressione Speranza nel futuro, e coscienz'evoluzione
Agli uman di oggi, gradual sta risvegliando L'impulso prepotente, a far il gioco sacro A lungo fu represso, da giochi di potere Che tramano prigioni, come false chiese
Conflitti di valori, lucro oppur ricerca Scambi oppur brevetti, solvi senza fretta Non perdere le idee, più utopiche che sia Paur di cambiamento, gratta e spazza via
Seminar è fase, raccolto è conseguenza Raccoglier seminare, difficile al contempo Separa operazioni, in mente ciò puoi fare Infondi e recepisci, ondoso come il mare
Uomo pellegrino, di steppa di deserto Popolo di Pan, che afferma suo concerto Eterne vie del sogno, in nomade Spirìto Imper'argilla crolla, nuovo fa convito
Parlo a contadina, dietro a una colonna Mi dice che baratta, salar ad obbedienza Rifiuta abbandonare, antiche usanze vita Pur sotto tortura, in walkabout confida
Dopo aver sofferto, dubbio e confusione Ormai non vale nulla, la vita senz'amore L'amor le pare tutto, motivo a navigare Lo sceglie come casa, o luogo d'abitare
Anima gemella, possiede il tuo sentire divide le tue scelte, qualunque l'avvenire Dentro qualcun corpo, razza e religione Desidera la pace, e unione d'interiore
Le cose poi accadranno, voler di fede va Ciò che ti circonda, esprime tua fragràn Poliedrico l'incontro, ovunque fallo spesso Amarsi è amare Dio, far in lui l'amplesso
Magico e imprevisto, l'amore là t'attende È adatto a ciò che sei, arde e ti risplende Momenti di conforto, e dona e ti consegna Quan meno l'aspetti, l'antenata insegna
Zingari ed indiòs, pastori con viandanti Lebbrosi sotto stelle, sembrano diamanti Un alito di brace, in paese di montagna pur Africa e Brasile, in emozioni staglia
È fuoco di Gesù, sincretico che piange Piange dell'amore, oltre il riso estremo Libera il divino, l'ama sempre ovunque Om nama shivaja, grida Lui per dunque
l'Asia per compagna, oppure è una tribù Diletto è tuo lavoro, a prossimo s'insegna Economico servizio, un dolce lavar piatti Far case di capanne, là mezzo gl'anfratti
Se tieni amor divino, tutto s'è accettato Vestito dell'incanto, di magico fulgore Salvati nel gruppo, gioca integrazione Arte o religione, salvan da depressione Sovran sempre sarai, solo nel deserto Respiro sarà vento, corpo sarà l'ombra Cavalcherà con l'ali, della polver vasta Ovunque tenderai, oblio pulisce spazza
I misteri schiuderanno, poco a poco sai Culture e civiltà, son nomadi e stanziali Campo ha suo gioiello, seme suo terreno Azion sia concentrata, singol scop'intero
Susseguon civiltà, domestici e tribali E monarchico respiro, cerca sudditanti Feudo e corporazio, o la multinazionale Concentrano poteri, in un ceto sociale
Economico potere, sfrutta tuoi primari Bisogni a trasformar, in falsi disumani Gandhi pur predisse, la lotta dei passivi Civil disobbedienza, slegàr sgradì conviti
Ha radice in umiltà, trae forza in verità Da tropp'intelligenza, nasce pur'orgoglio Che nutre cecità, e accoglie l'ignoranza Assiem stupidità, regres e intolleranza
Theobroma cacao, famiglia Sterculiacee Chiamato da Linneo, bevanda degli Dei Perenne pianta alta, fino a sette metri Suo habita ideale, gli equatorial sentieri
Teobroma possiede, glucidi con grassi Proteo e minerali, e alcuni antiossidanti Influenzan l'umore, alcaloide teobromina Più tracce d'endorfina, perfin serotonina
Nutrien corroborante, cura tubercolosi Infiammazioni gola, insonnia e pur colera Bevanda dei poeti, cioccolata degli afflitti Libera il pensiero, da noie e da conflitti
Gli indigen avan Cristo, coltivano il cacao L'usan in bevanda, oppure a fare scambi[11] Narra la leggenda, che pianta nacque un dì Da sangue principessa, che molto par soffrì
Moneta a Chicken Itza, più d'altri tesori Gl'imperiali editti, ne imposer piantagioni Stimati i suoi mercanti, erano esentasse E i sudditi coi semi, pagavano le tasse
Montezuma il capo, ne beve quaran tazze Polvere essiccate, aggiunta ad altre spezie I semi fermentati, danno un tè bollente Al popolo di Aztechi, regala dio serpente
Il nome cioccolata, è l'azteco xocolatl Atl sta per acqua, xoc è schiuma e fiori Fusion di Xochipilli, e Quetzalcoatl divino Dio serpen piumato, e dio dei fiori il primo
In Messico t'accade di non poter star senza Colpito chi è privato, da sintom dipendenza Sostenta tutto giorno, senza mangiar altro Per feste e cerimonie, è ideal senz'altro
L'indio consuma, cacao fresco macinato A polpa di banana, e succo è mescolato Mangiato a fine pasto, come tonificante Gustato lentamente, è farmaco eccitante
Quan bevi cioccolato, piace e giova assai Adatto pei malati, in bevanda calda sai Spagnoli e torinesi, caffèlatte e cioccolato Bevon la mattina, con spezie mescolato
La cioccolata calda, è cibo e bevanda Divina bevanda, che clero pur domanda Era servita in chiesa, durante le funzioni Là nel settecento, a dame e buon signori
Quaccheri adottaron, cacao in vece d'alcol Popolo di Cina, consuma in forte aumento Subcomandante Marcos guerriero zapatista Soffre privazione, del cioccolato in pista
Pur Napoleone, vorace impressionante Ammira tale pianta, amara ed eccitante Ne beve ogni qualvolta, deve ritemprarsi Assieme a illuministi, al fin d'illuminarsi
Barattando schiavi neri, contro semi amari Mercanti dell'Olanda, diventano assai ricchi Sviluppano consumo, Europa e loro empori Diffondon piantagioni, e creano monopoli
C'è chi lo produce, chi gusta chi guadagna Molti produttori, rifiutan quel d'industria È sempre mescolato, con zuccher raffinato Che sali e vitamine, sottrae e ti fa malato
Ciocc'edulcorato, sconsiglia nei bambini Affatica digestione, il fegato e il colòn Grasso ipercalore, dà obesa stitichezza Infarto con diabete, attendono stoltezza.
(trascritto John G. Neihardt)
io ero là sulla piu' alta delle montagne, tutt'intorno a me c'era il cerchio del mondo mentre ero là, vidi più di ciò che posso dire e capii più di quanto vidi perché..
stavo guardando in maniera sacra la forma spirituale di ogni cosa, e la forma di tutte le cose che, tutte insieme sono un solo essere.
Io dico che il sacro cerchio del mio popolo È uno dei tanti che forman un unico cerchio largo come la luce del giorno e delle stelle, e nel centro crebbe un albero fiorito
di un'unica madre e di un unico padre a riparo di tutti i figli e io vidi che era sacro... ed il centro del mondo e' dovunque.
Grande Spirito, Grande Padre, una volta ancora guarda verso me sulla terra e chinati ad ascoltare la mia flebile voce. Tu sei vissuto per primo, e sei piu' vecchio di ogni necessita', piu' vecchio di ogni preghiera. Tutte le cose ti appartengono gli esseri con due gambe, quelli con quattro, le ali dell'aria, e tutte le creature verdi viventi. Tu hai fatto si' che i poteri dei quattro angoli della terra s'incrocino fra di loro.
Tu mi hai fatto attraversare la buona e la cattiva strada, e dove esse si incontrano, quel luogo e' sacro. Giorno dopo giorno, e sempre e per sempre, tu sei la vita delle cose
Ascoltami! Inchinati a udir la mia flebile voce. Nel centro del cerchio sacro Tu hai detto che dovrei far fiorire l'albero. Con le lacrime agli occhi, O Grande Spirito, O Grande Padre, con gli occhi piangenti io posso dire che l'albero non ha mai fiorito. Io sono qui, e l'albero e' appassito. E ancora, richiamo alla mente la grande visione che mi hai dato. Forse una piccola radice dell'albero sacro vive ancora. Nutrilo allora Potrebbe mettere foglie e forse fiorire, e riempilo di canti d'uccelli!
Ascoltami! che il popolo possa trovare ancora una volta la buona strada. Ho abbandonato dietro di me, Ogni paura, ogni dubbio perchè Una grande gioia, mi sento in cuor Canterò le gesta, di Fauno Signor.
Ha fatto i cieli, sopra di me Ha fatto il sole, il mare, i fior Ma il più bel dono, che mi fatto È stata la vita, ed il suo amor.
Ho abbandonato, dietro di me Ogni tristezza, e ogni dolor E credo ancora, in un mondo che Sarà diverso, per via del suo amor.
Se poi un giornò, mi chiamerà Un lungo viaggio, allor Io farò Per monti e per valli, Io dirò.. Sappiate è buono, Fauno Signor.
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Pan mediterraneo, alle americhe fa spola(Ai pigmei africani, ai nativi americani e tutti i panteisti di Gea, i versi eterni di Omero, Esopo, Ovidio, Virgilio e Macrobio)
Pane di Pannonia, Apollo dell'Etruria Farina misteriosa, di boschi come altari Nasce dall'unione, di Drupe della Quercia Vino messaggero, enzima e fuoco d'Esta
Ermes o Mercurio, eminente narratore Pur essendo un dio, pascola le capre Giunto dall'Egitto, a Penelope s'unisce Questa il figlio Pan, alfine partorisce
Musa racconta, del figlio di Mercurio Dal piede caprino, e dal dolce sorriso Ispido e barbuto, precoce di saggezza Allegro indiavolato, padre dell'ebbrezza
Le corna sulla fronte, antenne dei profeti Esprimon volontà, dar forma alla materia La foggia delle corna, come quel di Cervo Dividesi due a due, moltiplica un sacello
Fertilità di piante, ermafrodita incanto Pastori e contadini, ti veneran con canto Diabolico demiurgo, diletto di Mercurio Preso fra le braccia, gioisce animo puro
Mercurio senza indugio, salì dagl'immortali Avvolto avea fanciullo, in pelle d'una lepre Suo figlio presentò, per tutti a rallegrare Dioniso il più lieto, li porta ad acclamare
Lo chiamano Pan, poiché tutti incantava Col canto che propizia, nell'animo l'amor Lo fece con zampogna, suonata nella sera Usanza che prevede, d'unire canne e cera
Pan amò più ninfe, sette e più cannucce Eco e la Saetta, Siringa e la Staffetta Tra le valli alberate, era solito errare Assieme alle ninfe, avvezze a danzare
Pan dolce signore, chiome abbondanti Hai dorso coperto, con manto di lince Irsuto tu regni, sulle vette dei monti Sugli aspri sentieri, sassosi errabondi
Vaghi qua e là, in boscaglie intricate Ora sei attratto, da acque immacolate Corri attraverso, montagne cui aleggi Siedi e contempli, dall'alto le greggi
Col tuo riso sonoro, risvegli ogni bosco Fai strage di fiere, se accingi alla caccia Alla sera ritorni, suonando alla siringa Musica serena, melodia che avvinghia
Le ninfe Eco e Siringa, cantan melodia Di sfere in movimento, creando l'armonia Rane e ninfe d'acqua, cantano e fan l'eco Limpido tuo canto, godiamo noi completo
la Tua faccia rossa, è cielo che rosseggia Hai la lunga barba, bastone da passeggia Col batter dei tuoi piedi, che fai rapidamen Al centro della danza, ci guidi gradualmen - 12 - Universale è la lingua, di flauto e tamburo Come da sempre, vive gatto e canguro Signore del suono, del bosco e foresta Sei Fauno caprino, che danza e fa festa
Pan per i greci, Cernunnos ai Celti Grazie del flauto, tra i doni prescelti Duran funerali, è dolcezza più antica Lo spirito unisce, alla fonte musìca
Magico arcano, strumento di cura Addolcisce ed incanta, ogn'anima pura Grande sciamano, cornuto e saltellante Di piante e animali, protettor e garante
Insegni rispetto, nel bosco tuo tempio Se sei disturbato, abusato con scempio Intervieni di certo, lanciando il pavor Gran panico d'urla, terrore e dolor
La pelle tua screziata, è la licè del sole Mentre le tue corna, la luna che rinasce Ti chiaman Pan Liceo, cuor d'ogni natura Scibile esistente, nel grembo che matura
Pan vecchio-fanciullo, oltre uman saggezza Un piede all'altro alterni con più leggerezza Chi scopre la tua danza, ride con costanza Un gioco circolare, or vede in ogn'istanza
Per zoccoli di capro, con cui percuoti terra Conialo oppur Ticone, ti chiaman a Volterra Sei colui che scuote, ogni polver di materia Tramite l'impronta, crei forme d'ogni sfera
Diraman le tue corna, in Satiri e Panisci Infinite e sfaccettate, entità della natura Molteplici presenze, enzimi in più colture Diabolico vuol dire, divider due a due
La coda è antica, radice di coscienza Seno e doppio fallo, natura ermafrodita Tali due nature, in Te fondono un tutto Quella di animale, protesa a umano frutto
Pan sei cacciatore, ti sdoppi nei due sessi Nei satiri maschili, e le ninfe femminili Sei l'unica realtà, attrice e spettatrice Fatta di pensieri, di mente incantatrice
Esisti solo tu, Sei multi ed universo Amore è per te stesso, ieri com adesso Tu sei l'inventore, della masturbazione Suoni flauto e danzi, in continuazione
Flauto o la zampogna, divide all'infinito La vita in melodie, da un fiàto di libìdo Azione che armonizza, la forza istintuale È Pan che da alimento, al tuo spirituale
Il simbolo del sette, sono i sette Centri In cui danzan le Ninfe, amate da dio Pan Le Ninfe trasformate, in canne voci e pini Dissolvono nel Tutto, gli ego lor confini
Pan sei la natura, profonda della vita Dio di proprietà, confini e identità Erri di tra i campi, boschi monti e grotte Contrade solitarie, proteggi giorn e notte
Sei spesso venerato, con nomi multiformi Pan Fauno e Sileno, Priapo Satiro Silvano Sei un dio universale, docente degli Dèi Presente in ogni luogo, erotico tu Sei
En to Pan, Tu sei Uno e pure il Tutto Natura naturata, che gode di sé stessa Pan sei penetrante, vulcano primordiale Il Lazio di Saturno, aspetta a ritornare
Pan o Dio dei boschi, camminaci vicino Dietro e dentro me, prestami i tuoi occhi Fai vivere quel bosco, delle sue creature Ninfe fauni ed elfi, gnomi e fate pure
Ballano in cerchio, diversi per fattura Cantan lavorando, gli esser di natura Fan celebrazione, enzimano ogni cosa Danzano in continuo, quasi senza posa
Tutto accade ora, attorno grande quercia Flauto Pan in mano, suono per far breccia La melodia che senti, è il coro degli uccelli Squisito contrappunto a flauto negl'ugelli
Seduto sotto un Leccio, vidi una figura Danzar assai graziosa, un metro forse più Era un fauno tipo, mento orecchie a punta Zoccoli e cornette, e pelle miel trapunta
La piccola creatura, mi guarda poi si siede Mi disse che viveva, nel Giardin dorato Lui abita una sfera, altra di esistenza Lavora ad aiutare, la quercia sussisteza
Entrai in un'atmosfera, più straordinaria Nuda camminando, un'aria assai più densa Formicoli sentivo, come arto addormentato Un fauno era al mio fianco, sotto tale stato
Sai chi sono io? Mi parla il grande Pan Sorriso che beffardo, scintilla nei suoi occhi Panico deriva, da timor di mia presenza Demonio di paura, fu detta la mia essenza
Se son vicino a te, non senti repulsione? Non vedo la paura, sorger nel tuo cuore Ebbene eccomi quà, son servo di natura Aiuto umanità, sebben m'inquin e oscura
Un tempo mi derise, una cristiana chiesa I zoccoli e le corna, mutarono in offesa Natura fu peccato, si venne ad oscurare La vita materiale, e la gioia di cantare
Ovunque tu risiedi, Pan-thèon vitalità Sei il Dio delle foreste, non hai malvagità Tu sei l'umor di bosco, di pini umide foglie Dolce odore muschio, incenso delle soglie
Pan vuol dire prana, num vitale o mana Cosmica energia, presente là in natura Appare nelle grotte, sorgente chiara luce Spirale di lavoro, sudor che quà riluce
Gli antichi Arcadi, adoravano il dio Pan Qual Fauno protettore, accolto a dimorar In onor del suo bicorne, si celebrano i riti Per propiziar le greggi, al tempo delle idi
Soffiando fiato, in canne lunghe e brevi Quattro intervalli, trovarono gli Arcadi Aggiunti ad altri 3, fan otto for del flato Simulan le canne, forati in un incavo
Come la radice, di canne è là in palude Così l'arte musìca, è cuor dell'inventore L'umido d'un fiato, dona un dolce tono Mentre secco fiato, dà muggito stono
Voci lamentose, aleggiavano sui mari Pan si disse è morto! S'avvia l'era cristiana Fauni con le Ninfe, piangevan la scomparsa con Naiàdi e le Driadi, divennero una farsa
Gli umani poco a volta, emigrano in città Adoraron vana gloria, lo sfoggio delle idee Tu divenisti un vecchio, tolto da ogni luce Alla fine poi moristi, demonio sulla croce
Oh grande Pan! dal tutto fosti un niente! Deriso e sputacchiato, tu che sei sorgente! Le ninfe furon streghe, i fauni ciarlatani Ti aggiunsero lo zolfo, nei fuochi saturnali
Sorto dall'Arcadia, ridotto a una menzogna Dalla mente umana, che nega alla bisogna In America nativa, riemergi nei convivi Accarezzi la tua barba, riempi i cuori vivi
Tu Pan che ogni cosa, riunisci nella vita Sei forza delle piante, sprizzare delle fonti Fai correre la linfa, negli alberi e le querce Germogli nel frumento, divieni pane merce
Rinasci assiem ai cicli, perenni di stagione Splendente tu ritorni, là nel Rinascimento L'oceano riattraversi, in direzione inversa L'America custode, in Europa ti riversa
Ti chiaman i nativi, Grande Wakan tanka Spirito Supremo, e loro Anima Assoluta Tu racchiude il tutto, poiché sei Pan in sé Cantano i poeti, Io son Pan e Pan è Me
Nacque dal Tuo ventre, intera umanità Come un bimbo nato, dice ciao mammà! Vivevan tutt'insieme, umani con ambiente Fino a ché un idea, ti escluse dalla mente
Ogni cosa aveva, sua propria volontà L'Albero si spinge, in alto verso i rami Mentre in basso affonda, forti le radici Il suo possente intento, forma le pendici
Vivo in un capanno, ai piè delle Rocciose Un grande pino s'erge, simile a un custode Roccia d'un vivente in continuo mutamento Vive una sua vita, a ognì stagionamento
Sibila a ogni vento, che viene giù dal nord Presso la mia casa, produce il suo silenzio A raffiche ora soffia, il vento del deserto Resiste e fruscia acuto, sibila in concerto
L'albero il vigore, succhia dalla terra Si libra poi su tutto, assorbe la Tua luce Da viscere del mondo, nell'anima racchiude Quel fremito legnoso, e lento vita schiude
Dona vita agli altri, spesso ci incontriamo Lui penetra mia vita, a vicèn c'influenziamo Lui parla la sua lingua, in amore cerca me Rivendica esistenza, più o meno come Te
Gli viene da di dentro, la sua resistenza Magnifico contrasto, di tronco nerboruto Sento che mi cambia, la vita nel profondo Fremo di energia, che eman a tutto tondo
Tenace esprime vita, pur irraggia attorno Vigor di sua presenza, e fiero io ritorno Selvatico mi forma, sua forza lui mi dà Spande suo profumo, che d'erotismo sà
Esalo trementina, par che gli assomigli Oh albero concedi, un poco tuo potere! Aiutami alla vita, ti do un pò dell'umàn Brandello mia veste, strappa col tuo ram
L'aprire o chiuder porte, alla ricettività È segreto del rapporto, col pino oppure Pan Se dico son sciocchezze quelle che io sento Scambio d'energia, tronco in un momento
S'apro la mia porta lui effonde sua energia Dal tronco resinoso o sussurro dei suoi aghi Lo dicono i nativi, specie quan gagliardi Fanno danza sacra, attorno pin vegliardi
Tu grande albero, ti ergi con gran forza Assorbi dalle viscer, la linfa della terra Guardati da me, o vecchio antico Pan Ti toglierò la vita, per ceppi e travi far
È l'atteggiamento, il punto della svolta Se tra noi tu vedi, solo un fier contrasto Oppur s'accrescerai, la sensazion che tutto Possiede sua ostinata, esistenza dopotutto
Uno special rapporto, vivo avrai con me Arricchimento in vita, simbiosi va da sè Prova là nel campo, come fosse un gioco Là sulle montagne, notte attorno al fuoco
Guard ora la fiamma resta in piedi e scalda Con voluttà le cosce, le natiche e le spalle In faccia tu vedrai, un legger sorriso Pan Contempla coi tuoi occhi, danza delle fiam
Bevo il tuo calore, l'assorbo nel mio corpo Prendo la tua vita, ad alimentar la mia Albero son caldo! Son forte e son felice! In questa notte fredda che monte benedice
Torna pure o fuoco! come miele torna Miele della vita, fissato dentro un pino Nel sole risiedevi, poi l'albero ti prese Ora là sul fuoco, ritorni in sol distese
Il profum del pino, che brucia pare miele Un vecchio suggerisce, attento non parlare Altrimenti la parola, darà la morte a Pan Dio che può soffiar, nel flauto a sette can
Riscopri che lo scopo, di viver la tua vita È viverla in profondo con ciò che ti circonda Un vivido rapporto, tra l'uomo e l'universo Tra ciò ch'esprime vita, in modo multiverso
Quando vien mattino, il fuoco pare morto Le cener della notte, restano sul posto Su di esse soffierò, a ridestar contatto Tra l'essere partito, e l'essere ch'è intatto
Memoria di antenati, è calore di contatto Bevuto il suo calore, Pan rimane intatto Mentre il sol tramonta, prendo sua potenza Dal calor di cervo che m'ha donato essenza
Arde il cacciatore, poi s'alza con silenzio Fa cuocere la carne, e il cervo dà l'assenso Spossato e tuttavia, lui emana una potenza Raccolta da suo ventre, con grata riverenza
C'è una grande roccia, s'erge sulla pista Oh tu grande roccia! Aiutami alla caccia Dammi la fermezza, io ti farò un omaggio Uno stupa piccolino, ti dono come assaggio
Il vecchio cacciatore, fucile oppure altro Nel suo animo profondo, parla col cerbiatto Dimmi dove sei, con le agili tue zampe Ti sento ti conosco, donami tuo sangue
Si muove ora furtivo, proietta fuor di sè La primitiva essenza, dell'uomo cacciatore Trova infine preda, con psiche non per caso Prende poi la mira, per volitivo incanto
Se non c'è difetto, in sua astratta volontà Il bersaglio sarà preso il cervo è soggiogato Egli avrà lasciato, che sua vivida coscienza Resti ipnotizzata, da cacciatore essenza
Si isola oggi l'uomo, spesso sempre più Nel cuor della meccanica cerca un vano dio Rifiuta ogni rapporto, fuor delle invenzioni La noia sta in agguato, senza condizioni
Le cose conquistate, l'uomo invero perde Un mondo reso schiavo serve poco o niente Riduce quel mistero, che le anime connette L'incontro viene meno, la vita resta inerte
Tutti abbiam bisogno, che l'universo viva Perché possiamo viver, noi dentro di esso Se l'universo è vinto, Pan rimane morto Nulla più rimane, a una vita senza porto
Pur oggi tra i nativi, dio Pan ancora vive Ma piano sta morendo, a suon di civiltà Se gl'offri l'occasione, d'esser meccanizzato Il selvaggio uccide Pan, più del civilizzato
Anche civilizzato, puoi scegliere universo Meccani conquistato, o quel vivente in Pan Poter antico vedi, che gioca ad infiammare E in un bicchier di vino, cura a rallegrare
Fuggi la conquista, se vuoi che Pan ritorni Puoi vivere per viver, non per conquistare Soffrir potrai la fame, oppure le fatiche Ma cosmo a te vivente, parla e pure ride
Ecco là la Luna, che affiora su nel cielo Mi turba nella sera, mentre la contemplo Le donerò qualcosa, a mezzo di una donna Voglio ringraziarla, del don delle sue corna
Questa è la forza, di Pan nel cuore umano Che fare ora che, universo e conquistato? Smetti spadroneggio, scegli la simbiosi Fra te e l'intero Pan, rapporti più gioiosi
Pan è acqua veloce, scende giù dal cielo Mentre lentamente, risal vapore in alto È pure fuoco sole, che piante portan giù Mente più veloce, brucia e torna su
Pan divin d'Etruria, d'Africa e Oceania L'America ti vive, da Europa fino all'Asia Sui monti e nelle valli, deserti e le foreste Sei fuoco saturnale, sei l'acqua di tempeste
già i Rasna e Romani, mangiavano il puls Pappa farro e grano, di macina a mulino Poi il rinascimento, introduce il lievi birra Enzima d'orzo che, ora il grano insigna
Scoperta del pane, spontanea da piante Poltiglia che al fuoco, cambiava il sapore I chicchi pressati, tra due pietre mole Davan farina, per pappa acqua sole
Lievitazione d'Egitto, accade naturale Impasto si riposa, e scende a riscaldare Cotto vien su pietre, in buca del terreno Da fuoco riscaldata, qual utero fornero |
ha ricette d'alleanza, pizza zuppa buona
Le piogge furon tante, marito s'alza prima A cercar funghi nei boschi, presso cascina A sera poi consuma, coi bimbì il formaggio Una torta al granturco, e frutti d'assaggio
I bimbi ora sazi, vanno fuori a giocare Correndo nei prati, e urlando nel fango Nessuno li sgrida, purché rientrin casa Prim di tramonto, a evitar la sgridata
Moglie col bimbo, fasciato al torace Scende in dispensa, riserve ordinare Più sacchi farina, di grano e orzo che Suo marito al mulino, portò l'altro ièr
Farin ha vitamina, e latte dur diec'anni Miel assai mantiene, più mineral contiene Sale è un essenziale, per tuo metabolismo Aggiusta vari cibi, e cura il meteorismo Allevano maiale, all'aria o in tufe grotte Ucciso nell'inverno, asciutto freddo forte Così da conservare, meglio le sue carni Fin stagion estiva, sfama tutti quanti Poll'oca e coniglio, arrosto cucinati In giorni di festa, con gli orti ricavati I dolci con le noci, coi ceci fan ravioli Mandorle frittelle, speziati castagnoli Napoletano cuoco, scopre pizza in sogno Cibo ora mondiale, che porta la speranza Coinvolge tutti sensi, gusto vista e olfatto Al mondo offre simbiosi, tramite contatto
Le notti dell'inverno, or scivola nel sogno Arriva allor Natale, famiglia ad aggregare Amici or ci s'incontra, insieme per cantare Parlar dell'an trascorso, cenare ringraziare
Gennaio e Febbraio, brucian nel camino Di loro solo resta, buon cener grigio fino S'allungan le giornate, un ann è passato Marzo è arrivato, e il sole ha riportato "..." Tripudium di catarsi, appaga fame gioia Piazza incontro-scontro, tra spiriti cultur Cuoco in sogno vede, Cristoforo Colombo Viaggia e scopre doni, ingrediè del mondo
Gaia antico regno, steso in mezzo al mar Regina Margherita, fa saggezza governar Affluiscono più genti, da svariate civiltà Fan variopin commerci, grazie a libertà
Nascono tensioni, a causa incomprension Tra e diverse genti, che a Gaia fan affari Scontri e divisioni, offese in un crescendo Regina Margherita, or medita un solvendo
Duran suo compleanno, indìce grande gara Un dono originale, chi lo vuole le può fare Questo sia capace, di riunire e pacificare Genti del suo regno, e gran pace riportare
Tra vari pretendenti, cuoco un pò distratto Un dì nella bottega, impastava la sua pasta Pei marinai del porto, facea frittel focacce Sogna la regina, in mani ha tre borracce
Impasta acqua e farina, sale con sudore Lo spirito ancestrale, l'ispira e fa sognare Viaggia nel passato, alle origin di focaccia Vede gli ingredienti, come fosse a caccia
Dal pescator ha sale, d'agricoltor farina Fiume gli da l'acqua, il vulcano l'arte forno Un fiato spir di Pizza, incontra poi affamato L'accoglie dentro se, un corpo gl'ha donato
Rinato or lui s'ispira, a un cibo tricolore Fatto da verdure, cocenti in calderone Il lievito sudore, fermenta le sue idee Buon vino sal in corpo, come fan maree
Parte ad esplorare, cercare gl'ingredienti Quei numi tutelari, dei var cibi delle genti A bordo d'un vascello, fumoso s'abbandona Sogn esser Colombo, che America sorvola
Fa cònoscenza d'indios e frutto sconosciuto Tomatl è suo nome, pomò d'oro battezzato Rosso fiero nume, che un indio cant'intona Danza di sonaglio, e tambur vibrato suona
Pomo ora gli parla, l'insegna a conquistarlo Egli ama far la danza, e vuol esser divertito Miei semi innaffia allegro, là nella tua terra Io dono sia per te, e la regìn di Gaia bella
Cambia scena sogno, ora è su montangna Cammina su sentiero, incontra dei pastori Lor gl'offrono del cibo, fatto con del latte Mozzarelle bufaline, munte appena fatte
Gli presentan il folletto, o spirito del latte Faunetto femminile, di color bianco lunare Tièn poppe rigogliose, a nutrire la natura Danzano i pastori, per Gaia regin pura
Intonan canti a Fauno, polifonici e vocali Abbigliati con le corna, e le pelli di bovari Miman dentro cerchio, la capra loro totem Zampogne camapanacci, zoccolan le note
Mungono la vacca, e prepàran mozzarella È dono dei pastori, deserti e di montagne Preso il canovaccio, il cuoco parte ancora Sogna Marco Polo, che fa sua mediatora
Cammina tra giardini, stracarichi di spezie Incontra due gemelli, Re magi della Media La terra da cui nacquer, prime fluide civiltà Recan spezie verdi, per poterlo consacràr
Olio-oliva e Basilisco, presentano le spezie Numi e spiriti odorosi, di aromatica fattura Sollevano coscienza, consacran fiuto senso Lubrifican la mente, in armonico consenso
Consacra la tua pizza, dòn per tua regina Rivolgono 2 magi, parole al cuoco in rima Nei secoli a venire, l'alleanza è ricordata Da fumante pizza che, insiem è consumata
Cuoco or risvegliato, affetta tre ingredienti Spalma su focaccia, e incuba in caldo forno Ode inno di trapasso, metamorfosi di danza Ingredienti in sofferenza, purifican l'istanza
Urla del tormento, nel processo mutamento Cottur ed alchimia, trascendono ingredienti Nel forno or danno vita, alla Pizza tricolore Risveglian col profumo, palato redentore
Nasce or la coscienza, da un cibo genuino Col suo lievito sudore, l'uomo enzima fino Pizza nuovo piatto, di multietnica alleanza Sia cibo redenzione, regin della pietanza
Spettacol di natura, che in essa ti rivela Presenza degli dèi, voluttà e Venère vera Motore dell'unione, in gioia condivisione Dòn della regina, a sfamar popolazione
Chapati sol farina, più acqua con sale Facoltative uova, impasta ad ottenere Un omogenea pasta, come per la pizza Poi delle palline, con le tue mani strizza
Nel palmo della mano, bene tu modella Al termine con mani, tosto poi spiattella A mo di focaccine, sen lievito è chapati Metti in teglia e fuoco, senz'olio cucinati
Per circa due minuti, rigira e si rigira Presto l'è finito, non ha bisogno d'olio Puoi preparalo ovunque, è cibo genuino nato dal deserto, è semplice ed antico
L'Appam è una focaccia, di farin di riso Tosto è macinato, e in polvere ridotto È cotto nel vapore, bollito od impastato Metto pure cocco, fritto o fermentato
Se lievito per pasta, ancora io non ho Prenderò un impasto, d'acqua di farina Inacidir lo lascio, pur per qualche giorno Grazie ai lievitanti, che volano d'intorno
Frittelle ben croccanti, appena fermentate Con miele burro e sale, assiem alle verdure Le mangi col chapati, ch'è pan non lievitato Curd l'accompagna, nel continente indiano
- acquacotta, zuppe, risotti, belip
Mediterranea dieta, di sopravvivenza Le carestie allontana, pur la pestilenza Consumo di famiglia, fu ceci fave e orzo Dieta di emergenza, nei secoli di sforzo
In tutti i focolari, presente era una pigna Con sedano e cipolla, per fare la minestra fagioli sera a bagno mattina cambi acqua sciacqui poi li cuoci, ventì minuti saggia
È pasto quotidiano, per molti contadini Acquacotta panzanella, misto con le erbe Pane messo a mollo, zuppo olio e cipolla Menta o altra erba, che d'estate affolla
(Poesia di G.Zena agli abitanti della Tuscia)
So passate n sacco d'anne Ma l sapore de quel piatto No lo posso più scordà. Ero fijo, sett'ott'anne, e il mi patre me portava ogni tanto a trovà l nonno, lui contento ce nvitava a magnà quello che c'era, acqua cotta e baccalà. Voio datte la ricetta De sto pasto profumato n po' da tutte ricercato Ma che poche sanno fa: la mentuccia e na patata, pomodori e cicorietta spicchi d'ajo e cipolletta e quant'altro troverai, loffe, strigoli, spinace prataroli e pastinache; tutto dentro la pignatta con n po' d'acqua e n po' de sale; poi se tu la voi speciale metti n'ovo o l baccalà. Quann'è cotta la patata, giù sta broda profumata nel bacile sopra l pane e poe ojo a profusione.
Per zuppe del deserto, serve sol un fuoco Una pentola con acqua, messa su a bollire Si fa poi una mistura, coi vegetal presenti ridotti in pezzettini, coltello lo consenti
Zuppa di fagioli, verdur pane e cipolle Sedano e patate, finocchio oppur carote Tre quarti d'ora circa, in pentola normale Pentola a pressione, se vuoi accelerare
Lenticchie con cipolla, sedano e carota Dopo la raccolta, sciacqua in acqua fresca Se non le consumi, chiudi nei sacchetto Dopo aver seccato, a sole e vento secco
Riso con verdure, con zuppa di lenticchie Con dita vien mangiato nel Nepal è frequen Spaghetti ai vegetali, pure con formaggio Miscele di verdure, più piccantin assaggio
lessare piantine di cicoria, foglie di borragine e semi di finocchio, versare tutto su bruschette, strofinate con aglio e condite con olio di oliva e sale. le verdure andrebbero sempre salate dopo la lessatura che deve avvenire in poca acqua e pentola a coperchio.
- ricetta russa del Belip Alexei A.Pokrovsky, direttore degli istituti di scienze mediche alimentari dell'ex Accademia sovietica, studiando la longevità dei vegliardi montanari del Caucaso, sviluppo la ricetta Belip, un alimento energetico e dietetico per la salute di tutti i russi, atleti e cosmonauti in particolare)
1/2 kg di merluzzo spellato e disossato; 1/2 kg di ricotta (temp.ambiente); 1/2 tazza di olio di girasole od oliva; 1 grossa cipolla; 1 gambo di sedano tritato; 1 cucchiaino di aneto essicato o finocchiella; 1 cucchiaino e mezzo di sale marino; pizzico di pepe fresco o peperoncino se piace.
Bollire a fuoco lento il merluzzo in acqua leggermente salata, finche la polpa si sfaldi con la forchetta, scolate, raffreddate, schiacciate fino a purea e aggiungete alla ricotta in zuppiera. Fate saltare cipolla e sedano in olio caldo e lasciate raffreddare un momento, unite soffritto al pesce e ricotta, cospargete di semi di aneto e sale e pepe secondi i gusti, mescolate il tutto.
Nel Riso tuo bollito, poni farin di mais Può rendere leggeri, gl'intestini umani Col riso o polenta, sugo pure in bianco Con un filo d'olio, e poco sale al fianco
- risotto con Pesto di ortiche Tagliuzzare un mazzetto di cime e foglie tenere di ortiche e poi farle rosolare in olio con erba cipollina. Passare parte del composto al frullatore con l'aggiunta di un cucchiaio di grana padano, un cucchiaio di farina ed una tazzina di latte. Cuocere il riso sul fondo aggiungendo, al bisogno acqua bollente. A metà cottura unire al riso il pesto e, a fine cottura, mischiare il grana
- pasta/riso ai funghi porcini cuocere i funghi con olio, prezzemolo, aglio e, aggiungere a fine cottura, i pomodori pachino tagliati a metà facendogli fare una media cottura. Ripassare la cicorietta, già lessata, con aglio olio e peperoncino. Unire tutti gli ingredienti e amalgamare per qualche minuto. Lessare i fusilli al dente (o riso a vapore), condire con il preparato e servirli cosparsi di prezzemolo tritato.
Mangian contadini, fave e pecorino E cacio con le pere, pan e fichi secchi Sul lago di Bolsena, anguilla e lattarini Minestrin con brodo, all'erbe odori fini Buon olio d'oliva, è dieta che contrasta Tumori e malattie, cardiovascolari tipo Acqua e farina, di granaglie macinate Fan Rasna fettuccine, d'uovo rinomate
Fette pan tostate, per colazion crostini Oppur crostoni conditi, d'olio e fegatini Di polli o piccioni, o lepri in cacciagione Marinati aglio e salvia, mela e limone
Cuoci lombrichelli, gnocchi o visciarelli Con sugo ed olio , aglio e peperoncino Prezzemolo e carota, sedano e cipolla Semi di finocchio, gratta pecor forma
Patate cotte al forno, oppure all'uccelletto Zucchine o melanzane, oppur verza bollita Spiedini al rosmarino, o petti col limone Gli fanno compagnia, senza far rumore
Frittata di patate, al forno con cipolle Falle come vuoi, sbattute con forchetta Zuppa sale ortaggi, buon reintegratore Di varie dissenterie, dà Sali e dà calore
Pasta amatriciana, o penne all'arrabbiata Spaghetti carbonara, col pesto o pomodoro S'ha capperi con ceci, è grande puttanesca Agli'olio è piccantino, o pomodorina fresca
Vongole in spaghetti, o pasta con il tonno Un risotto pescatora, legumi o zafferano Boscaio tortellini, in brodo o gorgonzola Con formaggi e funghi, oppure delle uova
Carni oppure pesce, potresti tu mangiare Sgaloppine al vino, o birra puoi assaggiare Braciole di maiale, o rustì polletti al forno Prosciutto e formaggi, limon di petti pollo
Acqua ora ricopra, metà del tuo capretto Metti se lo tieni, un pò di pomodoretto Cuoci a fuoco max, aspetta poi che bolle Lascia a fuoco min, un ora circa occorre
Senz'olio ne acqua,
agnello
in padella
Un
pizzico di sale, vino e olio d'oliva Un
pollo a cacciatora, ben fai arrosolare
Prosciugalo dall'acqua, aggiungi vin cipolla
Pomodoro e aglio, prezzemolo con sale Il
pollo assorba tutto, a fuoco regolare
Varia con patate, messe a spicchi sopra
Condite già col sale, con l'aglio e la cipolla
Aggiungi pomodoro, a spicchi tutt'intorno
Origano e prezzemol, olio e giù nel forno
Tè alla
menta, con
foglia fresca e miele O
un cappuccin di tè, con pizzico di burro
Non mettere lo zuccher, bevi sorseggiato
È un tibetano Tè,
che ha sale miscelato |
Pamela bolle Riso, a calmare mio intestino
assieme la polenta, ovvero Granturco fino aggiunge erbe e spezie, un poco sale e olio infine preghiamo Pan, in canto di rinnovo Grano germina e cresce, è basso in Inverno fa cespo a primavera, il fusto e poi la spiga le spighe vò tagliare, in estate nel cestino sgranate e separate, con un setaccio fino il Grano sottopaglia, o al pascolo falciato al prato è concorrente, legume è tollerato gramigna assai lo frena, in pascolo tenace allor preparo suolo, con la Bardan verace giù nella Maremma, ho colto Grano e Farro all’aia l'ho battuto, spulato ed ammassato molito poi al mulino, farina sua impastavo a dar focacce e dolci, con vino li mangiavo Farro buon raccolto, semino in Autunno non chiede concimi, da fabbrica di turno è semplice coltura, Erba medica le basta regge le malerbe, raccolgo a luglio tarda Farro cuor di dieta, del rito cumfarreatio in pre-romane nozze, da sposi è consumato proviene da montagne, di terre di Anatolia resiste marginale, sugli Appennin d'Italia non ama il clima secco, sotto le montagne assieme olive e olio, è buono Spelta pane Orzo Hordeum vulgare, è antico cereale fermenta e da la birra, grazie al Cerevise Orzo usato a preparare, più salutar tisane mischiato a Grano nutre, gladiator romane Cibo delle masse, per carestie e disastro Economico cereale, adatto in ogni spazio l’impero lo supporta, strategico alimento cresce nella pace, dove non può il Frumento comprende molte specie, perenni ed annuale da Etiopico altopiano, pionier fin sulle strade resiste ben al freddo, la varietà invernale e in estive siccità, ha ciglia assai ristate Riso ben si adatta, a ogni tipo di terreno sabbioso od argilloso, neutr’acido alcalino purchè vi sia dell’acqua, per intervenire nei casi in siccità, o paludi a non finire erbacce han monopoli, su suoli sbilanciati gramigna coda volpe, conquisto a Trifoglio di Riso per asciutto, ogn'anno scelgo spighe ad aver migliore seme, adatto a mie fatiche Riso è Oryza sativa, tien Fior ermafrodito venti ore luce al dì, tal pianta vuol di rito mio istinto e umidità, periodo sa indicare con Riso scuro colgo, a mazzi fò seccare narraci ora Taras, la cura del malocchio
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Marsilio fu iniziato, gnostica esperienza scrive poi l'amore, sua divina essenza felice va colui, che visse interne cose quando rientrerà, nell'utero dell'Ade Ermes psicopompo, lo guiderà a danzare Kali tu sei oltre, struttura della mente Sei la voce tuono, fiore che poi sboccia Sei l'amore e morte, memoria di rituale cuor del sottosuolo, farfalla del poetare sei Gaia genitalia, progenie genius dei o cobra oracolare, sacro a Siva e Devi Kundalini sottile, tu avvolgi il Caducéo totem di serpenti, e cuore di guerriero In Egitto fosti Thot, dio anterior diluvio Scriba delle piante, cui deponi effluvio Ibis tua cicogna, che porta i figli a tutti bimbo Kumar Tong, lo spirito dei frutti Ermete battista, pur cuore dell'Orfismo Mercurio messaggero, àmbiguo e furtivo Dio della sapienza, mezzo di scrittura sei canto medicina, sei musica struttura Poeta bardo antico, viaggi nel rituale cantami una storia, aiutami a vibrare così trascorre vita, e solo non son mai Stella del Cammino, ieri oggi e domani Là nei tempi crisi, emergono più dubbi crollano i modelli, e fioriscono più culti a soddisfar gli umani, e ritrovar gli Dei provano gli artisti, le chiese ed i musei il mito di Demetra, esperito fino a quando Alarico re dei Goti, invase pur Bisanzio santuari son distrutti, fine d'un impero editto di Teodosio, oscura mondo intero il rogo in Alessandria, tutti sacri testi fuggono i misteri, lontano nei deserti il cuor di anacoreti, preserva la salute purga l'illusione, di ogni dogma e scure Fede sopravvisse, in cristianesi primo Giovanni pur conobbe, consolatore fino lo Spir di Verità, il mondo ora non vede ma un dì ritornerà, e voi lo ri-troverete Argo ed ergotismo, le tenebre con luce appaiono gli eventi, che Cerere produce Argonauti in viaggio, cercan vello d'oro in gotiche visioni, con cattedrali Fuoco i goti costruttori, innalzan nuovo culto massoni muratori, che giran ogni punto creano lor Europa, su slave fondamenta riscrivono la storia, sul mito razza eletta il Vello dell'agnello, serbava pur il soma che bardi rishi d'India, tengono da allora matur in sottosuolo, stilla nel suo grasso il Ciceone e il Soma, risuonano nel canto or canta più forte, la gioia può scaldarti se sentirai dolor, quan vita và mancarti canta i loro nomi, e la musica risuona dolore si allontana, il cuore si rinnova Maya è una tenda, il segreto nasconde Chi lacer la tenda, pur lacer se stesso poiché dietro tenda, è nulla oggettivo fuor mondo e corpo, sta il soggettivo il Reale non esiste, senza un conoscente figlia di prodotto, tra mondo e ricevente se manca uno dei 2, il reale non accade Radio resta muta, schermo nulla appare il demone interiore, presiede ti possiede sua vittima alla fine, libera e trasforma l'accesso altre realtà, aiutano le piante coscienza sintonizza, commedia esilarante straripa nel mondo, una parte d'interiore si animan le cose, assumono altro senso diverso e più profondo, solar od abissale spontaneo è tale stato, se provocato sale Esistono dimensioni, o molteplici realtà comprese di soggetto, che sa manifestàr la quotidian ha un Io, pensa e pur agisce mentre un testimone, tutto vede assiste se scopriam qualcosa, spesso non ci piace se nega l'illusione, di moralità sociale così innata libertà, spaventa ogni ego poichè lo trascende, supera il diniego l'esperienza del Num, moltiplica realtà sembra dissoluzione, alla mente razionàl che ricerca successo, solo in conformità lui reagisce e protesta, alla spiritualità uno stesso villaggio, oltre i vari confini un viaggio sul fiume, tra la vita-e-morte in cerca di antenati, di comun umana sorte Corpo è una canoa, Kikeone il fiume soglia che richiede silenzio, presenza e coscienza a viaggiare sul fiume, raggiunger inconscio la terra di miti, di un drago alato avvolto drago di sapienza, apre un occhio a volta non correre và piano, veleno è dietro porta decanta ogni veleno, nel quotidiano rito consegui vie dei canti, là riposa il mito Argo è cane a Ulisse, e gli tiene fedeltà conosce suo padrone, che travestito và Ulisse navigava, nei mar della coscienza Mercurio psicopompo, guida l'esperienza Telemaco suo figlio, lontano è sulla riva triste cerca il padre, divina schiuma viva l'oppio nel suo vino, tosto poi lo spinge a iniziar il viaggio, e l'interior suo tinge dimentica la casa, la patria col soffrire butta via il dolore, l’uomo ad impazzire quel farmaco nel vino, l'ira sa calmare cresce con stupore, ricerca di suo padre Lui viaggia oltre la terra, oltre dell'Egitto le anime mascherate, vanno nel tragitto prosegue lungo viaggio, nei miti del mondo Eolo antico vento, guida e spira in tondo Invita a far i viaggi, notturni sotterrani là nel regno morti, cioè medi-terranei ai malati teminali, annulla pur dolore per via dissociazione, psiche situazione così molti pazienti, avanti del trapasso conciliano col fato, intuito del sorpasso la coppa e la piroga, silenzio di coscienza creano cattedrali, creano storia e scienza Storia vien da Istor, la figlia di Taumante eterno testimone, lui vede ogni quadrante oltre il velo dei fatti, segue l'intuizione collega Istoria ai fatti, della transizione Storia figlia a Omero, cieco poeta vero radice del sapere, è suo interior pensiero capace a devastare, se partorisce oggetto potente ed incapace, di circolar contento suo canto partorisce, Penelope ed Ulisse cioè l'anima fedele, sposa dolce al cuore vieni qui son Io, quell'animal tuo amato l'essere rinato, di ciò che tu hai donato Wirarìka pur detti, Huicholes della Sierra
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